In questo video Licia Colò ci porta nel (disumano) mondo degli allevamenti intensivi in gabbia delle galline ovaiole insegnandoci come riconoscere, sugli scaffali dei nostri supermercati, le uova che provengono da queste povere galline che vivono ammassate in carceri crudeli, al fine, ovviamente, di non acquistarle.
Le uova, semplici o rielaborate in gustose ricette, sono un alimento fantastico, buono e nutriente, soprattutto nella parte dell’albume. Questo almeno è ciò che penso e assaporo io ogni qual volta gusto le uova delle galline felici del mio pollaio.
Ma se invece le uova provenissero dagli allevamenti intensivi? Oltre al sapore, assolutamente diverso e peggiore (se non ci credete, provate a mangiare nello stesso piatto un uovo del contadino e un uovo acquistato al supermercato!), c’è la tanta, troppa sofferenza racchiusa in quell’alimento.
In questi allevamenti intensivi, le galline ovaiole non hanno uno spazio superiore ad un foglio A4 (si, esatto, proprio quello che utilizziamo a casa comunemente per stampare!) quando invece lo spazio vitale minimo consigliato per il suo benessere è di almeno 4 mq ad esemplare.
Questo trovarsi l’una addosso all’altra le spinge inoltre a beccarsi a vicenda (fenomeno denominato pica) e dunque, per evitare che si procurino profonde ferite, alle galline da batteria viene mozzato il becco (senza anestesia), pratica assai dolorosa per chi la subisce.
Negli allevamenti intensivi, dunque, oltre a non vedere mai la luce del sole, essere rimpinzate di mangimi industriali e antibiotici, per le galline diventano impossibili anche i movimenti più semplici e naturali: razzolare, aprire le ali, fare bagni di sabbia e cenere, ecc. E anche se non tutti noi disponiamo dei grandi spazi verdi come nel caso della fattoria che compare nel video, costruendo un piccolo pollaio domestico nel nostro giardino potremo dare a 2, 3 o 4 galline ovaiole la gioia di vivere bene e a noi la gioia di gustarci uova di eccellente qualità ogni volta che lo desideriamo.
I numeri ce li presenta Gianluca Felicetti, presidente LAV.
40.000.000 (40 Milioni) di galline allevate in batteria ogni anno in Italia, e ben 600.000.000 (600 Milioni) di polli da carne.
Per tutti questi animali la vita è un vero e proprio incubo, come abbiamo già avuto modo di descrivere poco sopra. In questo caso, purtroppo, viene quasi da dire che fortunatamente la vita di questi animali dura 10 volte meno di quanto durerebbe in condizioni naturali… Ma anche il momento della morte (macellazione) è davvero tremendo.
Come in una sorta di catena del montaggio dell’orrore, le galline vengono appese a testa in giù e immerse in acqua elettrificata per essere stordite e successivamente sgozzate.
(A questo link potete scaricare il dossier completo sull’allevamento in gabbia delle galline ovaiole creato dalla LAV.)
Non siete ancora abbastanza colpiti e schifati da tutto ciò?
Guardate allora questa video-inchiesta sugli allevamenti intensivi di galline ovaiole realizzato nel 2015 da “CIWF Italia” e se volete, firmate la petizione #bastagabbie per fermare tutto questo.
In quanto consumatori, abbiamo un enorme potere (e responsabilità) sul mercato alimentare, anche se spesso ce lo dimentichiamo. Presi singolarmente possiamo credere di essere insignificanti, ma tante piccole gocce fanno un mare, che può dirigere e mutare le scelte di mercato.
(Inoltre, non cerchiamo alibi. Anche la grande volontà di una sola ragazza quattordicenne ha fatto cose incredibili… Ecco la storia della sua vittoria!)
Se anche non ci è possibile recarci da un contadino a prendere le uova o partecipare ad un GAS di acquisti bio e solidali, almeno al supermercato facciamo valere le nostre convinzioni. Come? LEGGENDO LE ETICHETTE (soprattutto le cose scritte molto in piccolo, quindi bene premunirsi di occhiali da vista se sappiamo di non vederci troppo bene).
E’ in queste piccolissime righe che solitamente si vanno sempre a nascondere le informazioni che possono dare fastidio, mettendo invece in bella vista grafiche accattivanti (quanto false ed ipocrite), di galline che razzolano felici nei prati verdi…
Da evitare assolutamente dunque, le confezioni di uova dove viene riportata in etichetta la dicitura “DA ALLEVAMENTI IN GABBIA”. Da preferire le uova provenienti da “allevamenti biologici”, in cui si ha la certezza che le galline siano allevate a terra e all’aperto.
Su questo aspetto, ecco cosa ci dice il sito ilcambiamento.it:
“Per poter identificare la provenienza delle uova è necessario leggere il codice impresso su ciascuna di esse. La prima cifra del codice è quella che indica da quale tipo di allevamento proviene l’uovo: ‘1’, ‘2’ e ‘3’ indicano rispettivamente allevamento all’aperto, allevamento a terra (che significa al chiuso, stipate nei capannoni), e allevamento in gabbia; lo ‘0’ indica invece l’allevamento biologico.
Le uova provenienti da allevamento in gabbia e allevamento a terra sono entrambe da evitare, perché in entrambi i casi le galline sono tenute in condizioni inaccettabili. Scegliendo invece le uova di un allevamento biologico abbiamo la garanzia che queste provengono da galline che hanno condotto una vita degna, in uno spazio all’aperto, nutrite con mangimi naturali e senza aver subito il taglio del becco ed altre atroci sofferenze.”
Quindi, come prima cosa, corriamo subito a leggere attentamente cosa c’è scritto sulla confezione di uova che abitualmente acquistiamo e nel caso fosse “incriminata” è giunto davvero il momento di abbandonarla; meglio spendere 1 euro di più ma mangiare uova più sane ed eticamente compatibili con la vita che ogni essere ha diritto di vivere in libertà e benessere.
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Io mi chiedo come riescano a vivere gli allevatori conoscendo le sofferenze e la condizione delle galline nei lager dove sono rinchiuse. Non capisco proprio come riescano a vivere! Da quando ho visto i tremendi video degli allevamenti di galline non riesco più a mangiare uova, nemmeno quelle biologiche, né pasta, dolci ecc. contenenti il prodotto così sofferto. Ma un minimo di coscienza e di compassione non esiste in questi individui che continuano ad arrecare torture atroci su questo animaletto?!! Ma non avete figli, nipoti ecc. che in eta' di ragione vi possano aiutare ad esaminare la vostra coscienza o a questo punto posso pensare che si erediti anche la malvagità!
mangiate sempre e solo uova da galline in gabbia, molto più sane perchè senza uso di antibiotici e con carica batterica molto più bassa, le galline mangiano e bevono solo sul pulito e non la propria cacca come negli allevamenti a terra o bio, ragionate con la vostra testa i nostri vecchi erano molto più saggi
Buonasera Luis, forse non abbiamo compreso bene il suo commento (e se è così ce ne scusiamo!), ma in realtà è esattamente il contrario! Le galline che vivono in gabbia, proprio per questa loro vita stressata, vengono bombardate di antibiotici, vivono nello sporco e si beccano tra loro per il grande stress nervoso a cui sono sottoposte. Le uova migliori da acquistare al supermercato sono quelle da allevamenti biologici, altrimenti, meglio ancora, conviene acquistarle da un contadino di fiducia, che allevi "galline felici" all'aperto e in libertà! Cordiali saluti.
Non è assolutamente vero semmai il contrario, il cannibalismo (pica) per esempio è un problema serio solo negli allevamenti a terra, come anche coccidiosi e per questo vengono usati pesanti antibiotici, ripeto solo negli allevamenti a terra, anche le direttive agrarie OBBLIGAVANO gli allevamenti oltre i 500 animali ad essere in gabbia, mangiate più sano mangiate solo uova da allevamenti in gabbia (le nuove sono voliere grandi come miniappartamenti) ripeto sono le uniche SANE
fate vobis
40 anni di esperienza nel settore veterinario
Buonasera sig. Luis, ci dispiace ma dissentiamo totalmente su tutte le cose che asserisce. E comunque, le suggeriamo di provare a riflettere sulla vita di un essere umano: crescerà più forte e sana una persona che dalla nascita vive sempre dentro ad una prigione strettissima senza mai poterne uscire, o una persona libera? Sia da un punto di vista emotivo che fisico, la risposta è molto semplice. La stessa cosa vale per gli animali. Grazie comunque per il suo punto di vista, un cordiale saluto e buona serata!
Caro signor Luis purtroppo e suoi 40 anni nel settore veterinario insieme alla sua relazione siete proprio fuori strada mi associo a quello he ha detto l redazione se le uova biologiche hanno un costo maggiore ci sarà un perché le galline biologiche sono quelle he vivono a terra alla luce del sole e non perdono mai il pelo come le galline he vivono in gabbia la detto questo invito lei e molte altre persone quanto siete poco informate ho non sapete quello he dite di non olgreggiare con le cavolate perché confondere molta gente che a tanta voglia di imparare sulla vita quindi impariamo piu ad ascoltare detto questo le auguro buona lettura su l'articolo i questione che e vita diritti i giorni
Buongiorno, vorrei sapere se qualcuno sa indicarmi che procedimento seguire per "adottare" una ventina/trentina di galline ovaiole da un allevamento intensivo (e dove trovarne uno).
Ho molto spazio a disposizione in giardino e vorrei dedicarlo a queste gentili creature dandogli una seconda possibilità e una vita felice in libertà. Ho da sempre galline ovaiole che compro quando sono ancora pulcini e allevo fino alla loro vecchiaia. Ora vorrei fare qualcosa di più.
Mi sapete indicare come procedere?
Grazie
Lucia
Buongiorno Lucia, prima di tutto complimenti per questa bellissima cosa che vuole fare! Una possibile via da intraprendere potrebbe essere quella di contattare "Animal Equality" (questo è il sito https://animalequality.it/ e questa la pagina facebook https://www.facebook.com/AnimalEqualityItalia/), oppure, forse più semplice, rivolgerti ad un consorzio agrario della tua zona e chiedere di avere una ventina di ovaiole. Solitamente ti porteranno delle Isa Brown (le classiche ovaiole rosse) che verranno prelevate da un qualche allevamento medio/grande della tua zona (infatti quasi sempre hanno il becco un po' spuntato). Noi, le nostre prime due galline, una quindicina di anni fa, le abbiamo prese così! Erano dolcissime e affettuose!
Altro modo ancora è quello di provare ad informarti, sempre presso un consorzio agrario, quale sia un allevamento di ovaiole in zona, e recarti tu direttamente presso l'allevamento per sentire se te le possono cedere.
Ci tenga informati, se può, su come procederà la cosa. Grazie, un cordiale saluto e buona giornata!