Il tiramisù è il dolce italiano al cucchiaio più diffuso (e cliccato!) al mondo, e il più richiesto nei ristoranti, sia da avventori italiani che stranieri.
Nel tiramisù le uova si fondono con la cremosità del mascarpone, con il cacao amaro e con l’aroma del caffè, e questo connubio di sapori e consistenze diverse riesce ad incontrare il gusto dei palati più lontani da noi, sia per cultura culinaria che posizione geografica.
Il tiramisù è presente nelle vetrine delle pasticcerie di tutta Europa, in America e perfino in estremo oriente.
Il 21 Marzo si festeggia in tutta Italia il Tiramisù Day. E’ stato istituito e celebrato per la prima volta il 21 marzo 2018, grazie a un’idea degli scrittori e critici gastronomici Clara e Gigi Padovani, autori del libro “Tiramisù – Storia, curiosità, interpretazioni del dolce italiano più amato”.
E’ stato scelto il primo giorno di primavera proprio perché simboleggia il “tirarsi su” dall’inverno e inaugurare così la bella stagione con nuova energia ritrovata.
E non a caso l’uovo è l’anima del tiramisù; questo alimento è da sempre stato considerato simbolo di rinascita e di avvento di stagione propizia (presente nelle tradizioni nordiche e poi in quella cristiana, dalla danza delle uova delle feste primaverili pagane all’uovo di Pasqua).
Queste qualità di alimento energizzante e rigenerante stanno alla base della scelta del nome (Tiramisù) a cui sono legate anche leggende in cui is narra di un incredibile potere afrodisiaco di questo dolce.
Il dizionario della lingua italiana “Sabatini Coletti” fa risalire la prima menzione del nome Tiramisù su un dizionario al 1980. Nei libri di cucina è già comunque in uso da circa una ventina di anni (dunque dal 1960 circa).
Sulla storia delle origini del tiramisù possiamo goderci una grande certezza: è universalmente riconosciuto che è un dolce nato in Italia.
Detto questo, la cosa si complica un po’ se vogliamo andare a ricercarne le origini a livello regionale… in quanto sono almeno 4 le regioni che partecipano alla contesa: Toscana, Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Per ognuna di esse abbondano aneddoti e racconti legati alla nascita del Tiramisù, e non possiamo esimerci dal citarne almeno alcuni (ma non certo tutti, perché sono veramente tantissimi).
Stando a questa teoria, il tiramisù sarebbe nato a Siena nel XVII secolo, dove i pasticceri senesi lo prepararono per celebrare la grandezza del Granduca di Toscana Cosimo de’ Medici in visita alla città.
Inizialmente il dolce fu chiamato la “zuppa del duca” e da lì Cosimo de’ Medici rese nota la ricetta a Firenze e poi in tutta Italia.
La leggenda narra che i nobili del Granducato attribuirono alla “zuppa del duca” proprietà eccitanti e che quindi, da qui ne, derivi il nome.
Questa versione è però considerata oggi poco verosimile, sia per l’improbabile possibilità di utilizzo del mascarpone lombardo, sia per la poco verosimile usanza di impiego dei biscotti originari della Savoia.
Secondo questa teoria il tiramisù sarebbe nato a Torino, a firma di un noto pasticcere che decise di donarlo a Camillo Benso Conte di Cavour, per sostenerlo nella difficile impresa di unificazione dell’Italia.
Ma anche questa teoria, pur essendo molto patriottica, non trova documentazione che la supporti, e le suddette problematiche di conservazione degli alimenti non depongono a favore della sua veridicità.
Secondo questa teoria il tiramisù avrebbe origini venete. Nel dettaglio, nel testo “Le parole dialettali” di Paolo Zolli del 1986, il nome tiramisù viene fatto derivare dalla terminologia veneta “tiramesù”, al solito per le sue capacità nutrizionali e ristoratrici.
In particolare, il tiramisù sarebbe nato a Treviso. Giovanni Comisso, affermò che il dolce sarebbe nato negli anni ’30 nel ristorante “El Toulà”, situato all’epoca nei pressi della casa di tolleranza “La Cae de Oro”, dove veniva servito appunto agli avventori del ristorante per “tirare su”…
A Treviso sono anche numerosi altri i ristoranti che si intestano l’originale creazione dolciaria: il ristorante “Alle Beccherie”, il ristorante “Al Camín” e il dirimpettaio albergo “Al Foghér”.
L’origine veneta del tiramisù è stata ad oggi riconosciuta nella guida turistica “L’Italia dei dolci” del “Touring Club Italiano” e dalla “Accademia Italiana della cucina”.
Nel 2018 Treviso ha rivendicato il ruolo di capitale morale del tiramisù, ospitando la Tiramisù World Cup e presentando il progetto del Museo del Tiramisù.
Infine, stando a questa teoria, il tiramisù sarebbe invece nato in Carnia negli anni ’50 all’Albergo Roma di Tolmezzo, ad opera di Norma Pielli, come versione modificata del Dolce Torino così come presentato al numero 649 de “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” di Pellegrino Artusi; il tiramisù sarebbe nato sostituendo il burro con il mascarpone e l’alchermes con il caffè.
A supporto di questa versione sono stati presentati una ricevuta datata 1959, in cui appaiono tra i dolci ordinati due ‘tirami su’, il menu di due cene organizzate presso l’Albergo (nel 1963 e 1965) in cui sono riportati, tra i dolci, in lingua friulana, par indolzi: di tirimi-su un pôc e di côce i flôrs (per dolce: un poco di tirami-su e fiori di zucca), nonché una ricetta che riporta il mascarpone tra gli ingredienti utilizzati, ma che non risulta datata.
Per dare ancora maggiore forza a questa teoria, nel 2017 il tiramisù è stato inserito, su richiesta della Regione Friuli Venezia Giulia, nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) e riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole come caratteristico del territorio.
Oggi questa teoria è la più caldeggiata (ed è sostenuta anche dalle ricerche di Gigi Padovani e Clara Vada Padovani nel loro libro).
Anche la ricetta del tiramisù è basata su pochi semplici ingredienti essenziali, che uniti all’uovo, creano una specialità culinaria unica; qui sono il cacao, i biscotti savoiardi e il caffè i tre ingredienti di maggior personalità da combinare con l’uovo.
Periodo dell’anno consigliato:
Questa ricetta è “senza tempo”; possiamo godere del tiramisù in qualsiasi periodo dell’anno (tranne che nei periodi di pausa di deposizione delle uova da parte delle nostre galline). Non ci sono infatti altri ingredienti stagionali.
Difficoltà:
Facile.
Ingredienti e preparazione
Iniziamo quindi come di consueto la preparazione, controllando in primo luogo di avere nel paniere il numero sufficiente di uova e procediamo poi a scorrere tutta la lista degli ingredienti.
INGREDIENTI:
Per prima cosa prepariamo 4 caffè e lasciamoli poi raffreddare in un piatto fondo.
Iniziamo poi a preparare la crema mascarpone: prendiamo due terrine e separiamo albumi e tuorli.
Per primi montiamo a neve gli albumi con una frusta elettrica e li lasciamo un attimo da parte.
Nella terrina dei tuorli aggiungiamo lo zucchero (ed eventualmente un cucchiaio di Marsala) e lavoriamo bene il composto, fino a sciogliere i cristalli di zucchero; aggiungiamo poi il mascarpone e lavoriamo ancora con la frusta elettrica fino ad ottenere un composto spumoso e omogeneo.
A questo punto uniamo gli albumi montati a neve al composto e amalgamiamo insieme il tutto, mescolando dal basso verso l’alto, fino ad ottenere la crema mascarpone.
Prendiamo uno o più contenitori in cui comporre gli strati di crema mascarpone e savoiardi (qui ogni fantasia è lecita, potrebbe essere un semplice vassoio piatto o ciotole/bicchieri monoporzione, anche se solitamente il contenitore più indicato è una pirofila rettangolare/quadrata circa 30×30 dal bordo di circa 5/6 cm).
Inzuppiamo i biscotti savoiardi, ad uno ad uno, nel piatto di caffè, prestando attenzione che non assorbano troppo liquido (specialmente i primi che inzuppiamo, che andranno sul fondo) e, ad uno ad uno, li disponiamo nel/nei contenitore/i scelto/i.
Ultimato un primo strato di biscotti inzuppati, lo ricopriamo con uno strato di crema mascarpone e procediamo poi con uno o più ulteriori strati di biscotti e crema mascarpone, fino ad un ultimo strato di crema mascarpone che andremo a livellare (o a decorare con una sac a poche).
Per ultimare la preparazione, cospargiamo con un sottile strato di polvere di cacao amaro. Teniamo in frigo per 2 o 3 ore prima di servirlo freddo.
Una prima possibile variante potrebbe essere quella di utilizzare soltanto i tuorli (questa era la ricetta più antica), mettendo 8 tuorli invece di 4 uova intere.
Una seconda variante potrebbe essere l’aggiunta di una grattugiata (o di piccole scaglie) di cioccolato fondente nella crema mascarpone e l’utilizzo sulla superficie dello strato finale.
Una terza variante potrebbe essere la scelta dell’aroma liquoroso da utilizzare (ad esempio sostituendo il Marsala con il Gran Marnier o con il Liquore Strega)
Una quarta variante potrebbe essere nella composizione finale, ad esempio utilizzando i biscotti savoiardi così come vengono classicamente disposti nelle Torte Charlotte (ovvero in verticale a ricoprire il bordo del recipiente utilizzato per comporre il tiramisù), per poi procedere con gli stati di biscotti savoiardi inzuppati e di crema mascarpone all’interno di questa “armatura savoiarda”.
Una quinta variante può essere quella del tiramisù alle mandorle (o alle noci), dove in ogni strato andremo a mettere anche delle scaglie di mandorle dolci tostate al momento (oppure di noci pestate).
Una sesta variante, che poi è diventata anche un “classico alternativo”, è il tiramisù alle fragole, ideale da servire freddo nella calda stagione estiva. Per realizzarlo in maniera perfetta ricordatevi di lasciare le fragole tagliate a macerare per una con il succo di arancia, lo zucchero ed il vermouth. Inoltre, i biscotti savoiardi inzuppati nel succo delle fragole, tingendosi di rosso, renderanno questo dessert anche esteticamente molto invitante. (Seguendo una procedura simile si può realizzare anche altri tiramisù alla frutta, freschi e gustosi, a cui si può osare di aggiungere anche qualche fogliolina di menta.)
Nel video sottostante altre 3 straordinarie varianti al “tiramisù classico” ideate e preparate da Ernst Knam, forse, attualmente, il più famoso pasticcere tedesco.
Le tre varianti sono:
Interessato a realizzare sane e genuine ricette con le uova del tuo pollaio?
A parte tutte le idee sfiziose (e anche a volte insolite) che vi suggeriamo ogni settimana, queste a seguire sono le preparazioni con le uova più famose e cliccate sul web.
A voi la sfida di confrontarvi con ognuna di loro, facendo attenzione che per raggiungere la perfezione, anche quella in apparenza più semplice può in realtà nascondere diverse insidie:
Quando vanterete ottimi risultati in ognuna di queste 12 TOP ricette con le uova (che vanno dal primo al secondo, per finire con il dolce), potrete davvero definirvi degli Egg Chef stellati, in grado di servire un intero pranzo (o cena) a base di uova, un vero superfood che ci accompagna in tavola da migliaia di anni.
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