Per raccontare la razza Mericanel della Brianza è indispensabile parlare di Maurizio Tona e del suo libro appena pubblicato (eccezionale frutto di cultura avicola di quasi 10 anni di lavoro), in cui si intrecciano in maniera indissolubile esperienze di vita autobiografiche, storia e cultura della Brianza e un’approfondita conoscenza scientifica della genetica avicola.
Con un paragone un po’ ardito, si potrebbe dire che Maurizio Tona è il “Mericanel della Brianza DOCG”, la cui frizzante energia e passione dobbiamo tutti ringraziare per aver salvaguardato la razza Mericanel della Brianza dall’estinzione e per aver scritto il libro “Mericanel della Brianza – Storia, territorio, allevamento e selezione”.
Grazie a questo suo impegno, oggi nuovi allevatori possono dedicarsi all’allevamento della Mericanel della Brianza (detti “mericanellisti”) e noi tutti possiamo conoscere in modo approfondito la valenza culturale di questa razza, grazie al suo amore puro verso questi “polletti”, così da lui affettuosamente denominati.
La presentazione del libro di Maurizio Tona è prevista il 3 Agosto 2018 alle ore 21.00 nell’ambito degli eventi delle serate a tema della “Fiera Zootecnica detta di San Gaetano” a Rogoredo di Casatenovo (LC).
Maurizio Tona – primo Presidente dell’Associazione Lombarda Avicoltori (ALA) e primo Presidente della Federazione Italiana Associazioni Avicole (FIAV) – tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80 ha intrapreso il recupero della razza Mericanel della Brianza partendo da alcuni esemplari reperiti allo stato brado in una cascina di un anziano contadino di Osnago (LC) e procedendo ad effettuarne la selezione grazie alla sua memoria autobiografica, al ricordo delle Mericanel con cui aveva convissuto da bambino e adolescente presso la cascina dei nonni materni a Tregasio (MB).
Grazie a questa attività Maurizio Tona ha ritrovato e fissato la tipologia, redatto lo standard e selezionate le colorazioni oggi inserite nello standard italiano della FIAV.
Il recupero e la salvaguardia della razza Mericanel della Brianza è un’attività che poi è entrata a far parte del progetto di recupero delle razze avicole lombarde iniziato nel 2008 dal “Dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute, la Produzione animale e la Sicurezza alimentare (VESPA)” dell’Università di Milano, e del progetto “Conservazione e Valorizzazione di Razze Avicole Lombarde – CoVal” finanziato dalla Regione Lombardia nel 2011.
Mericanel della Brianza: origine del nome
L’origine del nome è stata indagata da Maurizio Tona con interviste a testimoni del territorio e ne riportiamo integralmente qui sotto gli esiti, raccolti nel libro “Mericanel della Brianza” nei paragrafi “L’ORIGINE DEI NOMI DELLE RAZZE NANE” e “… E LA MERICANEL DELLA BRIANZA?”:
“Sicuramente la Mericanel della Brianza deve il proprio nome sia alle caratteristiche della razza, sia al territorio d’origine. Essa, infatti, è originaria della Brianza.
Allora perché “Mericanel della Brianza” e non “Pollo della Brianza”? Alcuni ipotizzano che l’etimologia della parola “Mericanel” derivi dalla contrazione dialettale brianzola di “americano”; altri invece, la identificano nell’appellativo “mericanel” riservato ai bambini particolarmente “esuberanti”. Per i brianzoli, nella prima ipotesi, quei polli così piccoli che scorrazzavano liberi per i campi e sulle aie innamorati della libertà, curiosi, attivi, un po’ selvatici e che non volevano saperne di restare dentro il recinto del pollaio erano effettivamente diversi dagli altri polli. Pensarono impropriamente che fossero originari dell’america come invece lo erano tante altre novità del nuovo continente. L’imperizia giocò loro un brutto scherzo in quanto inconsapevoli del fatto che furono Cristoforo Colombo e gli europei ad introdurre il pollo nelle Americhe (va comunque ricordato, per rispetto della verità, che nel territorio corrispondente all’attuale Cile è stata trovata una razza particolare di pollo, senza coda e che produce uova dal guscio verde [la gallina Araucana, n.d.r.]).
La seconda tesi è altrettanto convincente perché ancora oggi in Brianza si utilizza l’appellativo “mericanel” quando si desidera indicare la vivacità di una bambino o di un ragazzo, affermando “l’è un mericanel” (è vivace, è esuberante) proprio come il carattere del nostro amato polletto.
Qual è, quindi, l’origine dell’appellativo “Mericanel della Brianza”? Certamente le due ipotesi citate, oltre che suggestive, sono anche le più plausibili. Considerata l’originalità è giusto apprezzarle entrambe e lasciare a chi legge il piacere di scegliere quella che più aggrada.”
A supporto della seconda teoria:
“Vi incuriosirà sapere allora che qualcos’altro viene chiamato quasi alla stessa maniera, anche se si tratta di un contesto completamente diverso: Mercanel era il nome dato ad una varietà di vino valtellinese, così chiamato per sottolineare il carattere giovane e vivace della vivanda. […]”. Come riportato nella pubblicazione “Uno di voi” di Donato Passamonti, a Bema (piccolo paese della Comunità Montana Valtellina di Morbengo (SO), […] all’epoca delle società del torchio, “tutte le famiglie avevano un pezzo di terra coltivata a vigna e producevano un po’ di vino rigorosamente “Mericanel” (in Brianza esisteva un omonimo vino novello denominato “Pincianel”), […]”.
Mericanel della Brianza: storia della razza
Così come la razza Pepoi, anche le origini della razza Mericanel della Brianza sono da attribuire agli scambi commerciali con l’est asiatico, transitati per il Veneto e arrivati poi nel Ducato di Milano.
Un possibile protagonista della storia della Mericanel della Brianza potrebbe essere il “traghetto di Leonardo da Vinci” che collega la sponda bergamasca di Villa d’Adda a quella lecchese di Imbersaglio; Maurizio Tona annota che gli esemplari trasportati dalle navi di Venezia diedero poi origine alla Mericanel raggiungendo la Brianza probabilmente proprio grazie a questo traghetto:
“Questo originale mezzo fluviale, infatti, metteva in comunicazione non solo gli abitanti dei paesi rivieraschi, bensì l’intero territorio e le genti del Ducato di Milano, del quale faceva parte l’attuale Brianza, con la Repubblica di Venezia, consentendo di fatto gli scambi commerciali che permisero all’epoca di introdurre nel Milanese merci e animali provenienti da Oriente tramite le navi della serenissima.”
Gli esemplari di Mericanel della Brianza risultano largamente diffusi nell’Italia del Nord-Ovest, specialmente appunto in Brianza, fin dal XIX secolo; a seguito della II° Guerra Mondiale però, gran parte del patrimonio avicolo andò purtroppo perduto anche in quest’area geografica, ed è così che la Mericanel della Brianza, prima degli interventi volti a preservarne la razza, era stata definita a rischio di estinzione.
Mericanel della Brianza: caratteristiche, comportamento e allevamento
Certamente la piccola dimensione è una delle caratteristiche più evidenti di questa razza “lillipuziana” (così come definita dallo stesso Maurizio Tona), in cui lo standard del gallo è di 8 etti e della gallina di 7 etti.
Le uova sono altrettanto molto piccole (circa 35 gr) ed è anche per questa ragione che l’allevamento delle Mericanel a scopo di produzione di uova non è stato portato avanti.
Nel paragrafo “IL POLLO NANO IN BRIANZA” troviamo queste indicazioni: “…i contadini brianzoli non hanno mai fatto una selezione in purezza delle colorazioni della Mericanel della Brianza. La selezione è stata volta sempre alla caratterizzazione tipologica, alla taglia, al portamento, alla vivacità, alla faccia, che doveva essere ‘rusӓ’ (rossa) e, soprattutto, ai ‘sciampett’ (zampe) che dovevano assolutamente essere ‘culur de zaferan’ (colore dello zafferano), in riferimento non al colore rosso dei pistilli di questo fiore, bensì alla caratteristica colorazione gialla, carica, intensa e brillante come l’oro, che l’aggiunta dei pistilli di zafferano conferisce al tipico risotto alla milanese”.
Per quanto riguarda il comportamento, dai paragrafi “RAZZA RUSTICA OD ORNAMENTALE?” e “CARATTERE DOCILE O INDOLE SELVATICA?” è ben chiaro che:
“Le Mericanel della Brianza si contraddistinguono per l’elevato grado di rusticità e tale caratteristica si può affermare che in questa razza è quasi estremizzata. Alcuni soggetti, infatti, sono talmente insofferenti agli spazi ridotti di una voliera o del pollaio che solo con la ritrovata libertà riacquisiscono vigore e vitalità”. […] “La Livorno o la Mericanel della Brianza sono di indole più selvatica, volano molto bene e possono ragiungere i rami più alti degli alberi fino a due metri dalla chioma e ad una distanza dal suolo anche di dodici-quindici metri.”
Le prerogative di maggior interesse nell’allevamento della Mericanel della Brianza, che l’hanno da sempre resa ricercata, sono le sue eccezionali doti di chioccia, alla quale affidare le uova delle razze poco inclini o prive di attitudine alla cova. Nel paragrafo “LA COVA E LA CURA DEI PULCINI”, Maurizio Tona annota:
“La Mericanel della Brianza possiede le caratteristiche peculiari per essere considerata un’ottima covatrice e, soprattutto, è un’eccezionale madre che sa difendere e condurre la prole in maniera esemplare. Abbiamo visto chiocce della Mericanel della Brianza covare sul fienile, in cascina, a cinque metri d’altezza, e poi condurre tutti i propri pulcini sull’aia, ne abbiamo visto altre difendere la prole dagli attacchi di altri animali. Per noi la miglior chioccia del mondo l’è la Mericanéla (la chioccia della Mericanel).”
Il libro “Mericanel della Brianza – Storia, territorio, allevamento e selezione” di Maurizio Tona
Grande competenza, grande amore e circa 10 anni di lavoro: questi sono gli ingredienti da cui è nato un libro che contiene al suo interno la riscoperta di quell’antica passione nata da bambino nella cascina dei nonni e che Maurizio Tona ha saputo poi concretizzare attraverso tutte le sue attività di salvaguardia e valorizzazione della Mericanel della Brianza.
Il libro
- Prima parte: è un intreccio di storia personale e storia della Brianza, dalla nota “Chioccia dorata della regina Teodolinda“, al traghetto di Leonardo da Vinci, alle tradizioni rurali delle abitazioni, dell’allevamento, dei mercati di uova e pulcini della Brianza (tra cui la secolare Fiera di Santa Caterina);
- Seconda parte: approfondisce le caratteristiche delle razze nane ed in particolare della Mericanel della Brianza, fornisce indicazioni sulla realizzazione di un allevamento domestico, dalla realizzazione del pollaio alle problematiche sanitarie;
- Terza parte: approfondisce con dettaglio scientifico le caratteristiche della Mericanel della Brianza, dallo standard delle colorazioni e delle caratteristiche tipiche di razza, al comportamento e allevamento, completo anche di tutte le informazioni relative all’esperienza di selezione.
Nota dell’autore: “Per quanto riguarda i riferimenti storici della Mericanel della Brianza mi sono attenuto fondamentalmente e fedelmente alla documentazione che ho raccolto oralmente dagli anziani, dai nonni, dai genitori e da ciò che ho potuto vedere e osservare personalmente. In un mondo in continua trasformazione dove si mescolano culture e usanze diverse, il libro diventa, quindi, un testimone di un passato, anche recente, dove la Brianza di oggi può e deve rispecchiarsi per non dimenticare e perdere le sue origini contadine, la sua storia, la sua cultura”.
Presentazione di “Mericanel della Brianza” di Maurizio Tona
Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Ringraziamo Maurizio Tona per averci potuto incontrare (in una location davvero speciale) e dedicare un po’ del suo tempo facendoci respirare tutta la sua passione, la sua competenza, la sua grande umiltà, la sua generosa mancanza di egoismo nel piantare semi con la speranza che poi altri possano coltivarli e la purezza del suo amore per “i polletti”; onorati davvero di averti incontrato e grazie del libro con la bella dedica.
Un caro saluto,
Barbara e Francesco
Mericanel della Brianza: lo standard italiano FIAV
Sono di seguito riportate tutte le specifiche e le caratteristiche delle varietà di razza della Mericanel della Brianza riconosciute dallo standard italiano, così come risultano nell’elenco della FIAV (bianca, collo oro, nera, pile, collo argento):
I – GENERALITÀ
Origine
Italia. Lombardia.
Uovo
Peso minimo g. 35
Colore del guscio: da crema a bruno.
Anello
Gallo : 11
Gallina : 9
II – TIPOLOGIA ED INDIRIZZI PER LA SELEZIONE
Pollo nano dalle forme ben proporzionate e arrotondate, caratteristiche che gli conferiscono un aspetto molto elegante. Di temperamento vivace e di carattere forte, mal sopporta la vita in spazi ristretti. Conservare la spiccata propensione alla cova e le eccellenti doti di chioccia.
III – STANDARD
Aspetto generale e caratteristiche della razza
1- FORMA
Tronco: corto, largo, arrotondato, portato leggermente rilevato.
Testa: piccola, ben arrotondata.
Becco: corto, leggermente incurvato.
Occhi: espressivi, proporzionati alla grandezza della testa.
Cresta: semplice, di media grandezza, dritta, rossa, di tessitura fine, impiantata stretta, cinque denti, con il lobo che si stacca nettamente dalla nuca. Nella gallina può essere portata piegata su un lato senza coprire l’occhio.
Bargigli: ovali, piccoli, rossi.
Faccia: rossa di tessitura fine.
Orecchioni: allungati a forma di mandorla, piccoli, lisci, rossi.
Collo: mediamente lungo, ben arcuato, con mantellina abondante.
Spalle: arrotondate, portate alte.
Dorso: corto, la linea dorsale risale senza interruzioni verso la groppa. Groppa ben impiumata, nel gallo lancette sviluppate.
Ali: lunghe, portate leggermente abbassate e ben aderenti.
Coda: di media grandezza, portata alta e aperta, timoniere lunghe con abbondanti falciformi ben ricurve. Nella gallina portata meno alta.
Petto: arrotondato, prominente.
Zampe: gambe corte; tarsi di appena media lunghezza, lisci, senza piume, gialli; quattro dita ben allargate.
Ventre: largo e ben sviluppato.
2 – PESI
GALLO: Kg. 0.800
GALLINA: Kg. 0.700
Difetti gravi: Assenza di vivacità; tronco eccessivamente lungo e portato orizzontale; petto piatto; coda portata troppo bassa; transizione con la coda angolosa; testa grossolana; cresta spessa; tarsi eccessivamente lunghi; tarsi di colore biancastro o ardesia; bianco negli orecchioni.
3 – PIUMAGGIO
Conformazione: rigido, ricco con penne larghe.
IV – COLORAZIONI
BIANCA
GALLO e GALLINA
Piumaggio in generale: bianco purissimo, più lucente nel gallo.
Piumino: bianco.
Difetti gravi: riflessi paglia, penne di altro colore.
COLLO ARGENTO
GALLO
Testa bianco argento. Mantellina bianco argento con fiamme nere a riflessi verdi. Dorso, spalle e copritrici della ali bianche. Lanceolate della groppa bianco argento con fiamme nere a riflessi verdi. Grandi copritrici delle ali nere con riflessi verde/blu metallici. Remiganti primarie nere, con stretto orlo bianco nella parte esterna. Remiganti secondarie con parte interna e punta nere, parte esterna bianca che forma il triangolo dell’ala bianco puro. Petto nero a riflessi verdi senza tracce di bianco. Ventre e gambe nere. Coda nera con forti riflessi verdi.
Piumino grigiastro.
GALLINA
Testa bianco argento. Mantellina bianco argento con fiamme nere a riflessi verdi. Piumaggio in generale: grigio argento con fine pepatura nera regolarmente distribuita, rachide bianca ammessa. Remiganti primarie nere con stretto bordo esterno bianco argento pepato. Remiganti secondarie con parte interna nera e parte esterna argento pepata. Petto salmone, più scuro nella parte alta. Ventre e gambe grigie. Coda nera, le due grandi copritrici superiori disegnate come il resto del piumaggio.
Difetti gravi: Gallo – mantellina e groppa con riflessi paglia, mancanza di fiamme; tracce brune, anche lievi, nelle copritrici; petto o gambe con tracce bianche; triangolo dell’ala impuro, bianco su falciformi, timoniere e grandi copritrici delle ali. Gallina – mancanza di fiamme nella mantellina; tracce brunastre sul piumaggio; colore di fondo del piumaggio troppo chiaro o con riflessi verdastri, presenza di orlatura; ruggine sulle copritrici delle ali; pepatura mal distribuita o grossolana. Colore del petto troppo chiaro o impuro.
COLLO ORO
GALLO
Testa giallo oro intenso. Mantellina giallo oro, leggermente più chiara nella parte terminale, con fiamme nere a riflessi verdi. Dorso, spalle e copritrici delle ali rosso scuro brillante. Lanceolate della groppa giallo oro, con fiamme nere a riflessi verdi. Grandi copritrici delle ali nere con riflessi blu/verde metallici. Remiganti primarie nere, con stretto bordo bruno nella parte esterna. Remiganti secondarie con parte interna e punta nere, parte esterna bruna che forma il triangolo dell’ala. Petto nero a riflessi verdi senza tracce di bruno. Ventre e gambe nere. Coda: nera con forti riflessi verdi.
Piumino grigiastro.
GALLINA
Testa giallo oro. Mantellina giallo oro con fiamme nere a riflessi verdi. Piumaggio in generale: oro bruno con fine pepatura nera regolarmente distribuita, rachide leggermente più chiara ammessa. Remiganti primarie nere con stretto bordo esterno bruno pepato. Remiganti secondarie con parte interna nera e parte esterna bruno pepata. Petto salmone, più scuro nella parte alta. Ventre e gambe grigio/bruno. Coda nera, le due grandi copritrici superiori disegnate come il resto del piumaggio.
Difetti gravi: Gallo – mantellina e sella troppo rosse o paglia, mancanza di fiamme; petto o gambe con tracce brune; triangolo dell’ala impuro. Gallina – mancanza di fiamme nella mantellina. Tracce rossastre nel piumaggio; colore di fondo del piumaggio troppo chiaro o con riflessi verdastri, presenza di orlatura; ruggine sulle copritrici della ali; pepatura mal distribuita o grossolana, colore del petto troppo chiaro.
NERA
GALLO e GALLINA
Piumaggio in generale: nero intenso, nel gallo con forti riflessi verdi lucenti.
Piumino da grigio a nero, nel gallo ammesso più chiaro.
Difetti gravi: piumaggio opaco; assenza di riflessi nel gallo. Riflessi porpora o bluastri. Penne di altro colore.
COLLO ORO BIANCO
GALLO
Colore predominante bianco crema. Testa rosso/arancio. Mantellina giallo oro chiaro che verso la parte terminale diventa più carico, con fiamme bianco crema. Dorso, spalle e copritrici delle ali rosso carminio scuro; il colore del dorso schiarisce verso la groppa. Lanceolate della groppa arancio fino ad arancio chiaro con sottili fiamme bianco crema, appena visibili. Grandi copritrici delle ali bianco crema che formano le fasce dell’ala. Remiganti primarie bianco crema, sottile orlo esterno bruno chiaro ammesso. Remiganti secondarie con parte interna e punta bianco crema, parte esterna bruno rossastro che forma il triangolo dell’ala. Petto, ventre e gambe bianco crema. Coda bianco crema; in caso di animali molto ricchi di colore spesso si riscontrano leggere spruzzature nere, sia su falciformi che timoniere, che sono ammesse. Nei galli adulti sono ammessi leggeri margini rosso chiaro sul petto e sulle copritrici della coda.
Piumino bianco crema.
GALLINA
Piumaggio in generale: bianco crema. Testa giallo oro chiaro. Mantellina giallo oro chiaro con fiamme bianco crema. Petto e parte anteriore del collo color salmone intenso ed uniforme.
Difetti gravi: Gallo – tracce di bianco nelle copritrici delle ali dei galli adulti; mantellina e lanceolate della groppa a punte bianche; molto nero nella coda; nei galli giovani petto disegnato con margini rosso chiaro. Considerare l’assenza parziale del triangolo dell’ala di colore bruno difetto lieve. Gallina – piume brunastre nel piumaggio e nelle remiganti; disegno del collo molto impreciso o troppo giallo chiaro; petto troppo rosso o troppo chiaro oppure con orlature bianche.
Scheda dello standard italiano FIAV della Mericanel della Brianza.