Il valore che guida il progetto di recupero della razza Tirolese, è sostenuto più in generale dalla volontà di recuperare una biodiversità dimenticata, di varietà zootecniche e agricole antiche che abbiano un legame forte con le persone che partecipano e il territorio in cui si sono sviluppate.
L’allevatore non è solo colui che fornisce cibo e protezione agli animali affidatigli, ma porta avanti un patrimonio genetico che altrimenti andrebbe disperso, e trae giovamento dai suoi prodotti attraverso logiche di allevamento naturali, estensive, biologiche, rispettose al massimo del benessere animale.
In tal senso, l’allevatore diventa Custode, perché si impegna a salvaguardare la specie, e contemporaneamente a promuove la biodiversità e la salvaguardia delle razze autoctone, mostrando tutte quelle caratteristiche che la legano al territorio e apportando un importante valore storico-culturale.
Sono le zone montane (dai 1000 mt s.l.m.), boscose fino ai pascoli alti, con fresche e umide vallate in estate, grandi escursioni termiche e forti periodi sottozero e neve alta in inverno, quelle in cui le galline di razza Tirolese prosperano senza difficoltà, e dove ora è anche possibile ritrovarne nei masi e nelle fattorie.
Nel video qui sotto una chioccia di razza Tirolese con i suoi splendidi pulcini.
Le galline col ciuffo sono presenti da secoli nelle zone alpine; sono state allevate nei monasteri dal XV secolo, soprattutto a Salisburgo. La documentazione storica, in lingua tedesca, è però poca e frammentaria.
La prima conferma è arrivata dall’archeozoologo Dr. Erich Pucher, che trovò, durante degli scavi presso un’osteria di Salisburgo, ossa di galline con la protuberanza sul cranio (ernia craniale), tipica delle razze di galline ciuffate. Un documento precedente, risalente al XIII secolo, trovato dal Dr. Hermann Zimmermann durante i suoi studi, dimostra la presenza di galline con ciuffo nella zona della Svizzera centrale presso Hallwil.
Nelle descrizioni zoologiche della fine del XIX secolo, i ricercatori cercarono prima nel Tirolo e nel Bregenzerwald, poi nella Svizzera centrale, finché trovarono superstiti di galline ciuffate nel cantone Svizzero di Appenzell. La varietà Svizzera di galline ciuffate prese il nome di “Appenzeller Spitzhauben” (vedi articolo: Appenzeller, gallina ciuffata delle Alpi svizzere).
Sul lato italiano a sud delle Alpi, in Veneto, è sopravvissuto un altro superstite di gallina ciuffata, l’attuale gallina di Polverara. Anche la gallina “Altsteirer” in Austria e Slovenia rappresenta una parte del patrimonio genetico di queste antiche galline ciuffate.
Un’ampia pubblicazione (Festschrift) in onore del cinquantesimo anniversario dell’ascesa al trono dell’imperatore Franz Joseph I, nel 1898, menziona che la razza sta ottenendo alle mostre numerosi riconoscimenti.
Nel 1902, la gallina Tirolese fu anche discussa nella casa dei rappresentanti del Reichsrat austriaco. Nelle consultazioni del Ministero dell’Agricoltura, venne indicata come un buon esempio per la sua alta resistenza contro gli estremi climatici e contro malattie che, nell’avicoltura di allora, erano sempre più importanti.
Nel 2014 l’ultimo ritrovamento di soggetti interessanti, ed ora sotto osservazione, è stato fatto in una valle laterale della Val Sarentino: “colleghi interessati ci indicarono in autunno dell’anno scorso la presenza di galline speciali nella Val Sarentino in Provincia di Bolzano. In un maso isolato a oltre 1500 mslm abbiamo trovato un gruppo di galline che somigliavano alle galline tirolesi originali. Ci dissero che queste galline c’erano da sempre in quel maso. Se sono o meno relitti della vecchia popolazione Tirolese lo si dimostrerà in futuro.
Abbiamo potuto scambiare tutto il gruppo con un gruppo di Neo-Tirolesi. L’allevamento futuro dimostrerà se i discendenti saranno uniformi. In caso negativo si tratterà di un incrocio casuale di razze simili, ma in caso affermativo sarebbe una notizia importante. Siamo curiosi e speriamo che questi animali, sebbene anziani, ci offrano ancora dei pulcini.”
La varietà diffusa nella zona del Tirolo nei pressi di Salisburgo, la gallina Tirolese appunto, purtroppo si è estinta nei primi anni del XX secolo. Come altre razze locali, non ha potuto competere con le nuove razze ibride commerciali.
Il numero di capi è calato drammaticamente, fino alla nascita di questo progetto di recupero, conservazione e diffusione.
L’attuale diffusione della gallina NeoTirolese è data esclusivamente dall’impegno degli allevatori-custodi, che stanno portando avanti il progetto.
L’area in cui gli allevatori sono distribuiti comprende la Valtellina e la Svizzera, il Trentino-Alto Adige, il Veneto montano, la Germania del sud, l’Austria e fino ai confini dell’attuale Slovenia; regioni e Stati che erano compresi tra i confini dell’Impero Austro-Ungarico nel periodo di sviluppo dell’originaria gallina Tirolese.
Il progetto di ricostituzione (pagina ufficiale: https://patrimont.org/it/gallina-tirolese), nato ufficialmente nel 2010, coinvolge ad oggi più di 70 gruppi di allevamento per un totale di circa 400 animali selezionati e monitorati, distribuiti nelle antiche zone di diffusione.
Tramite la rete Patrimont (Pro Patrimonio Montano – SAVE Foundation) gli allevatori di diverse regioni europee stanno collaborando in maniera volontaria al progetto di ricostituzione della razza di galline a ciuffo anticamente diffuse nelle zone alpine.
Attualmente, ogni allevatore che vuole partecipare a tale progetto di recupero, fa richiesta a Patrimont e gli viene ceduto, previa verifica albero genealogico e provenienza allevamento, un nucleo di riproduzione di gallina Tirolese.
L’impegno richiesto è di far valutare la progenie e in caso di iscrivere i capi nel libro genealogico di razza. L’allevatore-custode del nucleo diventa in questo modo mantenitore del patrimonio genetico della razza, ed è chiamato a cedere o scambiare i soggetti più aderenti allo standard in modo da aumentarne la diffusione tra gli attuali allevatori e i nuovi richiedenti.
Con Decreto Ministeriale n. 19536 del 01.10.2014, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf) ha istituito il “Registro Anagrafico delle razze avicole autoctone” (vedi qui) affidandone la gestione all’Associazione Italiana Allevatori (AIA) e riconoscendo ufficialmente la Gallina Tirolese.
La gallina Tirolese è di costituzione robusta e elegante, ha una media lunghezza del corpo, ciuffo caratteristico indirizzato verso avanti e barba ben sviluppata dal pregevole effetto estetico.
Le femmine hanno una buona attitudine alla cova; attendono l’inizio dei primi caldi e si acchiocciano.
Generalmente allevata nei masi alpini in modo estensivo, sono polli frugali, rustici, che apprezzano pascolare in tutte le stagioni, anche coi climi più rigidi.
Intelligenti e attenti, il gallo è molto attivo nel gruppo, trova posti per far deporre le galline, sorveglia i pulcini e difende il territorio, ma difficilmente risulta aggressivo verso altri animali o l’uomo.
La buona produzione di uova (fino a 200/anno di un peso di 55-60 grammi) che dura, seppur diminuendo in quantità, per molti anni, fa della razza Tirolese, anche una buona ovaiola.
Dopo anni di selezione, con incroci mirati e severe valutazioni morfologiche unite ad un buono scambio di soggetti, è stato possibile avere un pool genetico omogeneo tra i vari allevatori, e sebbene alcuni soggetti nascano ancora con caratteristiche non perfettamente definite, l’aumento dei soggetti in standard conferma che è stata intrapresa la via giusta.
Si stanno effettuando scambi e c’è un buon interesse da parte dei nuovi allevatori-custodi in tutte le regioni coinvolte, spesso insieme ad altri progetti di recupero di altre razze in via di estinzione, o di vecchie varietà colturali e con fini didattici e divulgativi.
In alcuni allevamenti, per preferenza o per caso, stanno nascendo nuove colorazioni che, aggiunte alle attuali, aumentano il valore di biodiversità di questa razza, recuperata dalle ceneri del tempo. Il lavoro di selezione e consolidamento è ancora in corso e presto ci saranno novità sulle colorazioni.
Dati Biometrici:
Peso medio gallo: 2,0-2,4 kg.
Peso medio gallina: 1,5-1,8 kg.
Uovo: Peso minimo 50 grammi
Colore guscio: bianco candido e biancastro
Deposizione: 160-200 uova/anno.
Misura Anello: Gallo 18 mm,
Gallina 16 mm.
Caratteri tipici:
Tronco: cilindrico, di media lunghezza, ben arrotondato.
Testa: compatta, di media grandezza, ciuffo indirizzato verso avanti
Becco: Forte, leggermente ricurvo di colore da grigio a nero-celeste.
Occhi: grandi; vivaci, chiare e di colore arancione a marrone
Cresta: piccoli cornetti a forma di “V”
Bargigli: piccoli e rossi.
Faccia: rossa.
Orecchioni: di media grandezza, ovali e di colore bianco-celeste.
Barba: barba e favoriti spesso di colore nero, lasciano parzialmente scoperti bargigli ed orecchioni.
Ciuffo: Galli: sviluppato sempre bene, abbastanza alto, però stretto e indirizzato verso avanti. Galline: leggermente più sviluppato e compatto e più piccolo, però sempre indirizzato in avanti.
Collo: Gallo: portato diritto; con mantellina spesso nera; con piume lanceolate lunghe e sottili.
Gallina: mediante corto e arcuato
Spalle: mediamente larghe.
Dorso: mediamente lungo e largo; inclinato verso la coda.
Ali: portate ben aderenti al corpo.
Coda: portata alta anche nella gallina.
Petto: poco prominente, portato alto.
Zampe: di media lunghezza, ben evidenti e non piumate, colore da grigio a verdastro, quattro dita.
Ventre: ben sviluppato, morbido.
Pelle: morbida, bianca.
Struttura Piumaggio: ben aderente, penne lunghe ed arrotondate.
Colorazione Piumaggio: tutte le colorazioni.
Attualmente vengono riconosciute queste colorazioni:
Bianco puro, Nero puro, Selvatica Oro, Maculato Oro, Maculato Argento, Orlato Nero, Collo Argento, Collo Oro, Camosciato. (Qualche allevatore sta lavorando con le doppie orlature o il Columbia.)
Riferimenti (in italiano)
Pro Patrimonio Montano – https://patrimont.org/it/gallina-tirolese
Referenti per l’Italia – https://patrimont.org/images/tirolerhuhn/pdf/de/Regionalbetreuung_IT.pdf
Rifermenti bibliografici (in tedesco)
– Geschichte der österreichischen Land- und Forstwirtschaft und ihrer Industrien 1848-1898: Festschrift zur Feier der am 2. December 1898 erfolgten fünfzigjährigen Wiederkehr der Thronbesteigung Sr. Majestät des Kaisers Franz Joseph I.; Band 2, Seite 742
– Drexel Siegfried, Beiträge über die zootechnische Stellung und die wirtschaftlichen Eigenschaften der Oberinntaler Rasse; D070, Universität für Bodenkultur Wien, 1924
– Stenographische Protokolle des Hauses der Abgeordneten des österreichischen Reichsrathes 1902; 1105. Beilage der XVII. Session, Bemerkungen zum Ackerbauministerium, Seiten 134-135.
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