Le galline nane (bantam) si dicono di razza autentica quando esistono in quanto tali e non perché sono una miniaturizzazione artificiosa di esemplari di taglia grande (come accade ad esempio nel caso delle “nane” di razza Brahma, Cocincina o Livorno).
La morfologia della gallina Barbuta d’Anversa è di piccole dimensioni e le sue antiche origini risalgono addirittura agli inizi del 17° secolo, nell’area geografica delle Fiandre (Belgio). Sono galline ornamentali, perfette anche per le esposizioni, di indole vispa e curiosa, intelligente ma anche abbastanza amichevole e calma, qualità che collocano questi avicoli come discreti animali da compagnia e adatti anche alla pet therapy (in questo molto simili alla Serama, un’altra “piccolissima” del mondo delle razze avicole).
Con il loro bel piumaggio in tante e varie colorazioni, le galline Barbuta d’Anversa possono essere allevate anche in un piccolo pollaio situato all’interno di un giardino urbano, visto anche che per via della loro ridotta mole, non creeranno grandi disastri alla vegetazione e alle piante coltivate in loco.
Adesso proseguiremo nella conoscenza di questi stupendi animali seguendo in gran parte l’articolo scritto Saveria Lippera (che ringraziamo!) pubblicato sul n°62 di “Avicoltura Avicultura”, rivista ufficiale della FIAV (federazione Italiana Associazioni Avicole).
Barbuta d’Anversa: origini e storia
La Barbuta d’Anversa (denominata Barbu d’Anvers in inglese e Antwerpener Bartzwerg in olandese) era una tipologia di gallina conosciuta e allevata già attorno alla metà del 1600 e compaiono già raffigurate nei quadri di alcuni pittori fiamminghi (ad esempio Aelbert Cuyp); gli esemplari ritratti non sono esattamente come quelle di oggi, ma hanno un tale grado di somiglianza da far presupporre che possano sicuramente essere le progenitrici delle attuali Barbute.
Si pensa che tale razza abbia raggiunto il Belgio attraverso gli scambi commerciali marittimi con l’oriente, e in particolar modo con le isole della Malesia. Una volta “sbarcate” nel porto di Anversa è probabile che siano state acquistate da contadini del luogo e poi incrociate con razze già presenti.
La prima testimonianza della Barbuta d’Anversa così come la conosciamo oggi è contenuta nel volume “Le Poullailler”, scritto nel 1860 dal pittore animalier Charles Jacque.
Nel 1890 in Belgio cominciarono anche le esposizioni avicole e gli esemplari di Barbuta d’Anversa si fecero notare sin da subito, sia per la loro bellezza che per il canto dei maschi.
Nel 1904, da esponenti dell’alta società del tempo, venne fondato il “Club Avicole du Barbu nain”, che contribuì a dare grande divulgazione a questa razza. Un anno dopo, nel 1905, fu ufficialmente redatto il primo standard di razza per la Barbuta d’Anversa (in sole tre colorazioni: bianco, nero e sparviero).
Per farsi solo lontanamente un’idea di quanto la Barbuta d’Anversa fosse in quel periodo diventata una vera e propria star delle mostre di avicoltura, basti pensare al fatto che nel 1909 furono ben 6890 gli esemplari registrati ad un concorso… un numero veramente impressionante, e oggi assolutamente impensabile anche solo da avvicinare!
Poi, però, arrivarono la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, che non solo devastarono milioni di vite umane e intere Nazioni, ma anche inflissero un colpo di grazia all’allevamento ornamentale di questi animali… Gli esemplari superstiti si sparpagliarono per le campagne, ibridandosi con altre razze, e tutto il lavoro di selezione fatto andò perduto.
Soltanto nel 1969 si ricreò il club, denominato “Club Belga delle Barbute di Uccle, di Anversa e di Watermael”, e anche lo standard a cui guardare fu modificato rispetto a quello dei primi anni del ‘900.
Barbuta d’Anversa, caratteristiche della razza
La Barbuta d’Anversa, a differenza di altre razze nane, è una gallina docile adatta ad essere allevata in piccoli pollai domestici, ma ha comunque bisogno di avere spazio per muoversi e accesso al libero pascolo.
Ama il contatto umano, emette vari e diversi vocalizzi di interazione e in Belgio è molto comune vederla allevata anche in cortili condominiali e scuole.
Le femmine, a discapito della loro piccola mole, depongono uova abbastanza grandi (del peso di circa 35 grammi), dal guscio crema chiaro e anche in discreta quantità: circa 90/100 all’anno. Proprio perché le uova sono molto grandi in proporzione all’animale, soprattutto le galline giovani, alle prime deposizioni, possono andare incontro a qualche problema fisico collegato allo sforzo per far uscire l’uovo.
I maschi, se cresciuti insieme, sono tra loro abbastanza tranquilli, e ogni singolo gallo può assicurare la fecondità di 4/5 galline.
Le galline di Barbuta d’Anversa sono abbastanza predisposte a diventare chioccia, a covare (massimo 8 uova) e crescere i propri pulcini (un po’ come succede per tutte le galline nane in generale); in tal caso, difficilmente le altre galline e galli rappresentano un pericolo, anzi. I maschi spesso difendono i pulcini da intrusi esterni.
Sono ottime volatrici, e il petto ben sviluppato e muscoloso ne è un evidente indizio, caratteristica fisica che dona a questa razza anche un portamento fiero, orgoglioso e vigile.
Essendo originarie delle Fiandre sono galline che resistono anche molto bene alle temperature rigide invernali, purché la notte abbiano comunque un ricovero asciutto dove andare a dormire e durante il giorno abbiano spazio per razzolare e dunque scaldarsi con il movimento.
I maschi hanno un peso di circa 700 grammi, mentre le femmine di 600 grammi; la loro aspettativa di vita si attesta attorno ai 6/8 anni.
Barbuta d’Anversa: standard FIAV della razza
I – GENERALITÀ
Origine: Belgio. Fiandre. Selezionata incrociando razze indigene con polli con barba di origine orientale.
Uovo
Peso minimo g. 35
Colore del guscio: bianco:
Anello
Gallo : 11
Gallina : 9
II – TIPOLOGIA ED INDIRIZZI PER LA SELEZIONE
Pollo nano di temperamento vivace e audace, con corpo raccolto, barba e favoriti molto sviluppati, abbondante mantellina, cresta a rosa ben impiantata e ali portate cadenti e aperte. Selezionare soggetti dal temperamento forte e mantenere le caratteristiche della razza ben marcate.
III – STANDARD
Aspetto generale e caratteristiche della razza.
1- FORMA
Tronco: Tarchiato, largo, corto che si assottiglia verso la groppa.
Testa: Larga e arrotondata, appare grossa per la presenza della barba.
Becco: Corto e arcuato.
Occhi: Grandi e vivaci.
Cresta: A rosa, ben perlata, larga alla base, alta nel mezzo, con la spina che segue la linea della nuca. Nella gallina è piccola, nel gallo è più larga.
Bargigli: Rudimentali, ricoperti dalla barba, meglio se assenti.
Faccia: Piccola, ricoperta in parte da peluria.
Orecchioni: Piccoli, rossi, ricoperti dai favoriti.
Barba: Barba e favoriti formano un tutt’uno abbondante e molto folto.
Collo: Corto, arcuato all’indietro, con mantellina abbondante.
Spalle: Larghe e arrotondate.
Dorso: Molto corto e ben arrotondato, portato leggermente inclinato verso la groppa.
Ali: Lunghe e larghe, portate staccate dal corpo e cadenti, più accentuatamente nel gallo rispetto alla gallina.
Coda: Di media lunghezza, aperta, con le grandi falciformi a forma di sciabola, portata alta, più accentuatamente nel gallo rispetto alla gallina.
Petto: Pieno, bombato e prominente, portato alto.
Zampe: Gambe corte ma robuste, poco evidenti; tarsi sottili, con scaglie fini, senza piume, quattro dita.
Ventre: Nella gallina ben sviluppato.
2 – PESI
GALLO : Kg. 0,6-0,8
GALLINA : Kg. 0,5-0,7
Difetti gravi:
Dorso troppo lungo; petto stretto o portato troppo basso; assenza di barba e favoriti; cresta non conforme allo standard.
3 – PIUMAGGIO
Conformazione: Ben sviluppato, in particolare la barba e la mantellina che è folta e molto bombata all’indietro nel gallo mentre origina una criniera nella gallina.
IV – COLORAZIONI
Per quanto concerne le colorazioni, che sono davvero molte, rimandiamo alla pagina dedicata presente sul sito della FIAV.