Forse non tutti hanno ben chiaro dove e come sono fatte le orecchie delle galline che, proprio come noi, ne hanno due, uno su entrambi i lati della testa.
Negli esseri umani l’orecchio è molto ben visibile perché il condotto auricolare è contornato esternamente dal padiglione auricolare che termina in basso nel lobo auricolare; anche in altri numerosi animali le orecchie sono molto ben visibili (asini in primis); nelle galline invece, questo organo è poco vistoso; infatti il condotto auricolare è coperto da apposito piumaggio che protegge l’orecchio senza comunque comprometterne la percezione di suoni e rumori.
Sotto il piumaggio, a copertura dell’orecchio, è situato il lobo auricolare, ben evidente in alcune razze avicole in cui il lobo è bianco (come ad esempio nella gallina Livornese), e invece quasi totalmente invisibile in quelle dove i ciuffi auricolari lo nascondono praticamente del tutto (come ad esempio nella gallina Araucana).
Come i mammiferi, le galline hanno un orecchio esterno, un orecchio medio e un orecchio interno.
L’orecchio esterno raccoglie le onde sonore e le canalizza nell’orecchio medio. L’orecchio medio è separato dall’orecchio esterno da una membrana, spesso indicata come timpano. Le onde sonore fanno vibrare il timpano. Queste vibrazioni vengono quindi rilevate dall’orecchio medio e trasferite all’orecchio interno.
Invece delle tre ossa presenti nell’orecchio medio dei mammiferi, l’orecchio medio aviario ha una singola struttura ossea e cartilagine conosciuta come columella.
È la columella che trasferisce le vibrazioni all’orecchio interno. L’orecchio interno è responsabile dell’analisi iniziale delle vibrazioni. La columella trasmette le vibrazioni alla coclea nell’orecchio interno, dove speciali terminazioni nervose lo ricevono e trasmettono l’informazione al nervo uditivo. Il nervo uditivo invia l’informazione alla parte del cervello adibita a riconoscere l’informazione come “suono”
Tra gli studi più recenti (Novembre 2017) risulta quello intitolato “Sound attenuation in the ear of domestic chickens (Gallus gallus domesticus) as a result of beak opening” (a cura di P , che ha evidenziato che la struttura dell’orecchio di una gallina è tale per cui l’apertura del becco consente di attenuare l’intensità dei rumori.
Infatti, l’apertura del becco accompagna la rotazione dell’apparato auricolare e la deformazione della membrana timpanica (rilassamento o tensione) tramite la connessione del tessuto molle.
A differenza degli umani, che tendono a soffrire di perdita dell’udito mentre invecchiano, le galline sono in grado di far ricrescere le cellule (ciliate) uditive danneggiate e quindi il loro udito rimane di prim’ordine per tutta la loro vita (proprio per questa ragione sono in corso numerosi studi dell’apparato uditivo delle galline, finalizzati a comprendere meglio la perdita dell’udito negli esseri umani).
Il colore dei lobi auricolari può essere, in svariati casi, un discreto premonitore del colore delle loro uova; non è una regola costante applicabile a tutte le razze, ma spesso ad un lobo bianco corrisponde una deposizione di uova bianche (come nella gallina padovana e nella gallina livornese), e ad un lobo rosato/marrone può associarsi la deposizione di uova rosate/marroni (come ad esempio nella gallina Marans).
Per le galline l’udito è importantissimo (così come la vista), dal momento che in natura sono molto in basso nella catena alimentare e che quindi, qualsiasi minimo preavviso della presenza di un predatore nei dintorni è di vitale importanza.
E infatti le galline possono individuare il punto esatto della sorgente di emissione di un suono, “misurando” quanto tempo impiega quel suono per raggiungere ognuna delle due orecchie. Dal momento che questa capacità è basata sulla valutazione del tempo di ritardo tra l’arrivo del suono su entrambi i lati della testa, per le galline è più facile individuare la fonte di una serie di suoni brevi rispetto a quella di un singolo suono continuo.
Generalmente le galline non sono spaventate da forti rumori (ad esempio i fuochi d’artificio non le spaventano e neppure il rumore emesso da attrezzi agricoli o da giardino); sono invece piuttosto spaventate da quei rumori che, per istinto naturale, possono associare alla presenza di un predatore.
Il rumore di una motosega all’interno del pollaio non le spaventa, ma lo sbattere di una tovaglia intorno a loro o sopra le loro teste (che potrebbe assomigliare all’attacco di un falco), crea in loro panico totale.
Un pulcino è in grado di sentire la chioccia che si avvicina all’uovo quando è ancora all’interno del guscio (l’udito risulta infatti sviluppato già dal dodicesimo giorno del periodo di incubazione); quando i pulcini vengono allevati dalla “mamma chioccia”, essa li aiuta ad identificare gli alimenti facendo specifici suoni noti come “indizi uditivi”; in questa fase i pulcini rispondono ai tipici versi emessi della chioccia, che picchietta a terra e rumoreggia quando trova semi o insetti da mangiare.
Galli e galline possono udire suoni in un intervallo di frequenza tra 15 Hz e 10.000 Hz. L’orecchio umano può udire invece suoni tra 20 e 20.000 Hz (in termini antropocentrici, sotto 20 Hz sono le frequenze degli infrasuoni e sopra 20.000 Hz sono le frequenze degli ultrasuoni).
Mentre una tartaruga non ha la possibilità di udire gli acuti di Mariah Carey che raggiungono i 2.000 Hz, rane e galline riescono ad udire totalmente l’intero “pacchetto di onde sonore”.
Interessanti studi hanno approfondito lo studio dell’udito delle galline anche confrontandolo con le proprietà dell’udito umano; tra questi: “Audiogram of the chicken (Gallus gallus domesticus) from 2 Hz to 9 kHz” di Evan M. Hill , Gimseong Koay, Rickye S. Heffner e Henry E. Heffner.
Per introdurre il tema musica-galline (in cui cercheremo di capire se amano anche ascoltare la musica), non possiamo non segnalare la nota e divertente versione del canone a 4 voci “Trinkkanon” di W.A. Mozart, intitolato proprio “Le galline nel pollaio”:
Le galline nel pollaio cantan sempre a tutto spiano
cococode’
cococode’
oh che delizia che piacer
E
noi cantiamo in coro brillanti come loro tutte
cococode’
tutte
cococode’
La terza voce viene fatta allor
dai gal’lettini al posto dei tenor
chichirichi’
chichirichi’
oh che potenza che bel timbro da clarin
E per formare un coro assieme
cantano i galli a voci piene
chichirichi’
chichirichi’
oh com’e bello tutti insiem cantar cosi’
Circa il rapporto tra musica e galline, sono stati condotti alcuni studi che hanno dimostrato che le galline amano ascoltare musica classica.
Così come per altri animali (dalle scimmie ai gatti) e per la flora (dai vigneti ai bananeti), sono state condotte sperimentazioni che hanno attestato un miglioramento in termini quantitativi e qualitativi dei comportamenti e delle deposizioni in presenza di musica classica (le galline producono più uova, le mucche più latte, i vigneti un’uva più zuccherina e i bananeti un maggior numero di banane); in particolar modo pare proprio che il regno animale e quello vegetale apprezzino molto Mozart e Bach, e che siano apprezzati in particolar modo dalle galline.
La musica classica nel pollaio sembra che induca rilassamento e benessere negli animali; infatti è stato riscontrato il diminuire di comportamenti aggressivi e un miglioramento nella produzione di uova (uova più numerose e anche più grandi!).
In parallelo però, alcuni studi hanno dimostrato che la diffusione di musica classica nei nidi può avere un’influenza negativa sul livello di paura, forse perché coprono i rumori naturali innalzando il livello di guardia (ma su questo aspetto sono in corso ulteriori ricerche).
In base agli studi di Charles T. Snowden, psicologo della University of Wisconsin, e
David Teie, violoncellista della National Symphony Orchestra (autori negli Stati Uniti di un singolare studio sulle reazioni alla musica nelle scimmie Tamarin), la musica non solo piace agli animali, ma è anche in grado di influenzarne lo stato emotivo, proprio come accade agli esseri umani; inoltre hanno anche potuto riscontrare l’esistenza di gusti musicali specie-specifici.
Su piccola scala alcuni allevatori hanno realizzato progetti per osservare il comportamento delle galline in presenza di musica (addirittura con impianti di filodiffusione e seguendo criteri di musicoterapia; tra questi l’esperienza dell’allevamento I guardiani del tempo); in alcuni casi si è anche sperimentato generi musicali diversi come presso l’allevamento Bosses nel Yorkshire (Gran Bretagna), dove si sono riscontrati successi con i brani di Ed Sheeran.
Su piccolissima scala esperienze di questo tipo possono essere realizzate anche nei nostri piccoli pollai domestici e, per nostra esperienza diretta, possiamo confermare che la musica davvero sembra essere molto gradita (specie al mattino sembra indurre nelle cocche un risveglio più rilassato e un “ascolto” della musica in posizione accovacciata).
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