Nei nostri articoli lo abbiamo detto davvero tante volte ma non ci stanchiamo mai di ripeterlo: benissimo decidere di prendere delle galline ovaiole per realizzare un pollaio, ma questo desiderio non deve mai anteporsi al benessere degli animali.
Se non avete spazio a sufficienza, se non siete mai a casa, se non potete dedicare almeno una mezz’ora al giorno ai vostri animali, meglio attendere tempi più felici e meno sovraccarichi di impegni.
Se parliamo poi di piccolissimi pollai urbani, di pollai da giardino (detti anche domestici o familiari), in tale contesto le galline diventano esattamente come cani e gatti, animali domestici che si affezionano alla vostra persona, che riconoscono la macchina, che vi chiamano e vi vengono incontro (guarda questi video se non ci credi!).
Poi, al di là dell’aspetto affettivo, ci sono i bisogni fisiologici ed etologici da dover conoscere e rispettare, e prendersi l’impegno di soddisfarli al meglio, in modo che la vita quotidiana delle nostre amate galline sia la migliore e più sana possibile.
Tra queste necessità fondamentali ci sono sicuramente il bere (ecco come gestire l’abbeveratoio in un pollaio), il mangiare (ecco quale è la corretta alimentazione per una gallina ovaiole, quali sono i mangimi biologici in commercio, quali cibi non si deve dare alle galline e come si devono gestire le mangiatoie), e il dormire; in riguardo a quest’ultimo punto che abbiamo nominato, se lo espandiamo un pochino, possiamo farci rientrare tutto ciò che riguarda la vita delle galline all’interno della casetta/ricovero (tempo del sonno e della deposizione).
Dunque, i 3 fattori determinanti a cui è doveroso guardare con attenzione per la salute e il benessere delle nostre galline sono:
Vediamo adesso, nel proseguo dell’articolo, ognuno di questi 3 fattori più nel dettaglio, per capire quanto siano importanti per la salute e il benessere delle nostre galline.
Lo spazio, per le galline, è un requisito fondamentale per il loro benessere, sia fisico che psichico. Lo spazio esterno per razzolare non deve mai mancare (il pascolo) in quanto il movimento con le zampe stimola il metabolismo e aumenta le difese immunitarie (oltre al fatto di garantire agli avicoli la possibilità di aprire e distendere le ali); lo spazio interno è altrettanto importante in quanto animali che vivono in situazione di sovra-affollamento per troppe ore (come purtroppo accade nelle gabbie degli allevamenti intensivi), si stressano e presentano irritabilità e aggressività (che possono tramutarsi nel comportamento deviato di pica e cannibalismo), diminuendo anche la produzione di uova e ammalandosi più facilmente.
Da tutto ciò è facile dunque comprendere quanto sia importante per le galline la garanzia di uno “spazio vitale”, che all’interno del ricovero notturno (la casetta) deve essere di almeno 1 mq ogni 3 galline adulte (poi dipende ovviamente anche dalle razze avicole allevate: 3 capi nel caso di razze pesanti come la Brahama, anche 4 capi nel caso di razze più leggere come la Livornese o la Mugellese). Un terzo circa di questo spazio dovrà essere destinato ai posatoi, in quanto le galline amano dormire appollaiate.
Per quanto riguarda invece l’esterno sarebbero ideali 10 mq a gallina, ma un minimo di 5/6 mq può essere sufficiente e accettabile.
In riferimento allo spazio all’interno della casetta, precisiamo ancora una volta che la “corsa” – ovvero lo spazio a terra delimitato solitamente da una griglia in metallo – NON deve essere intesa come l’area in cui far razzolare le galline per tutto il giorno (in tal senso i pollai con ruote possono aggravare, nei neofiti, questo fraintendimento), ma solo come un’area protetta dai predatori dove tenere le galline per brevi periodi o in casi di necessità. Nelle ore diurne le galline devono poter vivere in spazi aperti molto ampi.
Per quanto riguarda infine lo spazio da destinare ai nidi, vi lasciamo alle indicazioni fornite dall’esperto Maurizio Arduin nel video sottostante.
Assolutamente fondamentale per il benessere delle nostre galline all’interno del ricovero e il controllo e la gestione di questo quattro parametri: temperatura, umidità, luce e aerazione.
La temperatura all’interno del ricovero deve essere in sostanza una “mitigazione” di quella esterna, ovvero: se siamo in estate e fuori fa molto caldo, all’interno del ricovero le galline dovranno trovare un ambiente più fresco; se, al contrario, siamo in inverno e fa molto freddo, sarebbe bene che dentro alla casetta ci fosse qualche grado in più.
Il legno è un materiale ottimo in tal senso, e se riuscite a sistemare il pollaio sotto ad un albero a foglie caduche allora avrete fatto un ulteriore bel passo in avanti: all’ombra in estate e al sole in inverno! Anche dotare la casetta di un tetto coibentato rappresenta sicuramente un altro tassello importante.
Tenete sempre presente che la temperatura corporea di una gallina si aggira attorno ai 42°C e che l’animale riesce a fare della auto-regolazione termica grazie alla respirazione dalla bocca (infatti in estate è facile vedere le galline respirare a becco aperto).
L’habitat ideale per una gallina è quello con una temperatura compresa tra i 12 e i 25 gradi centigradi, ma il loro organismo è molto adattabile e se la cava senza alcun problema in un range più ampio che va tra i 5° e i 30° circa. In caso di freddo molto intenso e neve (che comunque le galline sopportano generalmente abbastanza bene, eccetto le silkie, ovvero le Moroseta), potete leggere il nostro articolo dedicato: Gennaio pollaio: ovvero come gestire il pollaio in inverno.
Ovviamente, per evitare il formarsi di umidità all’interno del ricovero la prima cosa da fare è scegliere di collocarlo in un luogo ove il terreno sia ben asciutto e in caso prevedere anche una base di separazione che lo isoli dal contatto diretto con la terra.
Oltre a ciò, l’umidità può formarsi all’interno del ricovero anche per via della respirazione delle galline e delle deiezioni. Ed è qui che entra in gioco l’aerazione, grazie alla quale dovremo essere in grado di tenere l’umidità sempre al di sotto del 70%.
Importante cercare di tenere asciutta anche l’area intorno alla casetta, ma in caso di forti piogge può essere assai difficile, e il crearsi di molto fango danneggiare la vita delle nostre galline; in tal caso alcune indicazioni utili sul da farsi potete trovarle nel seguente articolo: Fango nel pollaio: perché è importante eliminarlo e come fare.
Quando parliamo di “luce all’interno del ricovero” intendiamo ovviamente la luce naturale del sole, che tanto bene fa all’organismo delle nostre galline e che oltretutto ha anche un’azione disinfettante su microbi e batteri.
Per ovviare a tale necessità dovremo dunque dotare la nostra casetta di apposite finestre (possibilmente esposte a sud) sempre difese da una griglia in metallo anti-predatore. Ricordiamo che la luce del sole (fotoperiodo) è anche il potente “orologio biologico” delle galline, che ne determina il ciclo-circadiano di sonno-veglia e la deposizione delle uova.
Precisiamo, per quanto ci riguarda, che noi siamo contrari all’utilizzo di lampade artificiali per prolungare le ore di luce per incrementare la produzione di uova anche nei mesi invernali.
L’aerazione all’interno del ricovero è un fattore determinante per la salute delle galline. Cosa importantissima è che vi sia ricambio costante d’aria ma senza che si creino correnti, in quanto questi animali sono molto sensibili a raffreddamenti e più in generale a contrarre malattie riguardanti l’apparato respiratorio.
Se avvicinandoci all’interno del ricovero sentiamo odore di ammoniaca allora questo è un segnale abbastanza chiaro e inequivocabile che la ventilazione interna è insufficiente e bisogna subito intervenire.
Un modo idoneo e raccomandato di far entrare l’aria all’interno del ricovero è quello di utilizzare una finestrella con apertura “a vasistas” che permette appunto all’aria esterna di entrare dentro senza colpire direttamente gli animali, ma di miscelarsi prima, secondo una certa circolazione, a quella già presente all’interno.
Necessario poi “un camino” o un tetto ventilato, per agevolare l’uscita dell’aria calda e troppa umida, dell’anidride carbonica in eccesso e dell’eventuale presenza in eccesso di vapori ammoniacali.
Per la stabilità di tutti i parametri ambientali all’interno del ricovero che abbiamo appena visto, la lettiera ricopre un ruolo chiave.
Una buona lettiera assorbe ottimamente le deiezioni, protegge dall’umidità e oltretutto, grazie alla fermentazione, sviluppa calore.
Una lettiera ben fatta deve avere uno spessore minimo di 10 centimetri e può essere realizzata con trucioli di legno, segatura, paglia o, meglio ancora, truciolo depolverato di faggio. Una lettiera così ben fatta, grazie alla propria fermentazione, è in grado anche di contrastare la proliferazione di muffe e batteri per via del proprio potere disinfettante.
Ricordiamo infine che la lettiera può essere sfruttata anche per produrre dell’ottima pollina, un concime bio naturale molto potente.
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In questo periodo questo articolo è veramente utile per la salute delle nostre amiche KOKKE.
Ciao Francesco, grazie!!! :) Ma te sei avanti!!! Le tue kokke stanno super bene! :)
Un salutone e buona giornata!
Salve, sono neo proprietario di 3 galline (una classica ovaiola rossa isa brown e 2 sebright) inserite in un giardino di un paesino nel bolognese. Ho letto che è possibile usare lo sfalcio del prato come lettiera. Cosa ne dite? Ma non fermenta (almeno così succede nel compost)? Certo sarebbe un’alternativa interessante
Grazie delle preziose informazioni che trovo sul vostro sito.
A presto
Luca
Buonasera Luca e grazie per l'apprezzamento verso i nostri articoli. Come lettiera consigliamo di usare la paglia (non il fieno) che va bene anche per il fondo dei nidi, e/o segatura di legno o trucioli depolverati che si trovano in vendita. Deve essere materiale secco, non umido.
Un cordiale saluto e buona serata.