La pica delle piume (termine scientifico: plumofagia; in quanto si può assistere anche all’inghiottimento delle stesse) e il cannibalismo sono un problema purtroppo abbastanza diffuso tra gli avicoli, e quindi anche tra le galline, e consistono nel beccarsi a vicenda su varie parti del corpo, strappandosi le penne e procurandosi brutte ferite.
In taluni casi, ad esempio in presenza di soggetti più deboli o pulcini, pica e cannibalismo possono portare addirittura alla morte dell’animale.
Ma da che cosa ha origine questa deviazione “perversa” del comportamento? Tra le principali cause c’è sicuramente la mancanza di spazio e il conseguente sovraffollamento del pollaio, insufficienza di mangiatoie e abbeveratoi, e in generale animali in forte stress.
E’ un fenomeno grave, che non deve essere sottovalutato, in quanto per imitazione, può facilmente dilagare e coinvolgere molti esemplari; vediamo dunque di approfondire meglio che cosa sono “pica delle piume” e “cannibalismo” nelle galline e come possiamo evitare che si presentino.
Innanzitutto è bene differenziare tra pica e cannibalismo da una parte, e le normali azzuffate per stabilire “l’ordine di beccata” dall’altra; come abbiamo visto nell’articolo dedicato all’inserimento di nuove galline nel pollaio, in tal caso le più anziane si dimostreranno aggressive e beccheranno le nuove arrivate, ma questo è soltanto il modo che questi animali hanno per stabilire l’ordine gerarchico del gruppo e dopo circa un paio di settimane, ristabilito il giusto “ordine di beccata”, nel pollaio tornerà a regnare la relativa tranquillità.
Allo stesso modo pica e cannibalismo non sono da confondersi con il combattimento tra galli, anch’essa una pratica del tutto naturale che i maschi della specie mettono in atto per stabilire chi è il gallo dominante.
Pica delle piume e cannibalismo sono invece una degenerazione innaturale e deviata del comportamento degli avicoli, che si presenta quando questi sono sottoposti a forte stress, dunque di origine nervosa.
Gli esemplari assaliti da questa “mania”, si beccano con furore a vicenda, soprattutto sulla testa, il collo, il dorso e le zona intorno alla cloaca, fino a procurarsi ferite sanguinanti che a loro volta stimolano ancora di più questo comportamento. E anche se inizialmente può sembrare limitato a pochi soggetti, in brevissimo tempo può diffondersi per imitazione, fino a coinvolgerli tutti.
Lo stress che poi fa scattare la pica e il cannibalismo solitamente deriva da una vita trascorsa in spazi troppo angusti e sovraffollati (per questo è un fenomeno molto conosciuto nei grandi allevamenti industriali), con un numero insufficiente di mangiatoie e abbeveratoi che aumenta il livello di competitività per il cibo, e dunque lo stress dell’animale.
Così, ad un certo punto, iniziano i primi segni di pica delle piume, che poi, alla vista del sangue, degenerano in cannibalismo vero e proprio. Si può dire che la pica delle piume è lo stadio iniziale del cannibalismo.
Gli animali assaliti da questo disturbo si riducono in modo pietoso, con chiazze di pelle nuda e ferite sanguinanti che oltretutto, se non adeguatamente curate, possono dare origine ad infezioni ed altre malattie.
Pica e il cannibalismo possono ingenerarsi in galline adulte ma anche in pulcini. Spesso letale per il soggetto che le subisce è quando, in concomitanza di questo disturbo da stress, ad una delle galline capita il prolasso (ad esempio per il troppo sforzo durante la deposizione delle uova); le altre cominceranno ad accanirsi su di lei proprio in quel punto, non lasciandole purtroppo via di scampo (a meno che non riesca ad intervenire per tempo l’allevatore).
Quindi, come abbiamo visto, pica e cannibalismo sono fenomeni gravissimi, a cui è difficile porre rimedio una volta che si sono generati, ma che invece è molto più facile prevenire, assicurando loro una “vita felice”.
1. Innanzitutto assicurare alle nostre galline un bel pascolo all’aperto, con almeno 10 mq a capo, dove possano razzolare liberamente durante la giornata e dotato possibilmente di zone d’erba, cespugli e alberelli.
2. Controllare quotidianamente le galline ed isolare immediatamente quelle che dovessero presentare ferite; una volta curate potranno essere reintrodotte nel pollaio.
3. Distribuire il mangime su più mangiatoie (distanti almeno 3 metri le une dalle altre e dall’abbeveratoio) e gettarne un po’ anche nel pascolo, in modo che le galline possano andare a cercarlo da sole, evitando inutili scontri per la competizione sul cibo (dato, appunto, che ve ne è in abbondanza per tutte).
4. Appendere ad una certa altezza, ove possibile, foglie di verdura (ad esempio cavolo nero), in modo che le galline siano anche impegnate in questo “lavoro”. Non sottovalutare inoltre di inserire giochi per distrarle dalla noia e possibilmente anche un’altalena, in quanto alle cocche piace molto dondolarsi.
Tutto ciò che può tenerle occupate e che le obblighi a muoversi e ad impegnarsi va benissimo. Non dimenticare di riservare uno spazio al bagno di sabbia e cenere, che oltre a ripararle dai parassiti è per le galline una pratica di benessere e di relax.
5. Non eccedere nella somministrazione di mais e alimenti troppo energetici, preferendo invece ad esempio l’avena.
(Anche se può sembrare strano, sia un’alimentazione ipo-proteica, come l’abbondanza di mais, che iper-proteica, può portare al fenomeno della pica delle piume. Nel primo caso perché la mancanza di proteine spinge le galline a cercarle, e le penne/piume sono costituite appunto in grandissima parte da proteine. Nel secondo caso, un’alimentazione iper-proteica eccita le galline, che avvertono così il bisogno di averne sempre di più, e finiscono preda della pica. Quindi, la “pace dei sensi”, si trova in una dieta equilibrata e soprattutto bilanciata nei vari nutrienti.)
6. Non sottoporre gli animali a luce artificiale durante le ore serali o notturne, cosa questa che aumenta moltissimo il loro stress. Gli avicoli hanno un ritmo circadiano veglia-sonno che è quello naturale giorno-notte, con processi ormonali e di salute influenzati dalla luce del sole. Rispettiamo questa loro caratteristica e non “violentiamole” con luce artificiale solo per avere qualche uovo in più.
7. Anche allevare galline nei pressi di fonti di rumore troppo intenso può provocare in loro un forte stress.
8. Assicurarsi che nel ricovero non vi sia troppa luce né troppo caldo, e che i posatoi siano largamente sufficienti ad ospitare comodamente tutte le galline. Inoltre anche la lettiera deve essere sempre in ottimo stato, e non deve rilasciare nell’ambiente cattivo odore di ammoniaca.
9. Assicurarsi che le galline non stiano subendo un attacco da parassiti che le indebolisce e le stressa (ad esempio pidocchi pollini e acari).
Nel caso vi troviate alle prese con un problema di pica e cannibalismo nei pulcini, vi rimandiamo alla lettura di questo articolo del “Centro Studi regia Stazione Sperimentale di Pollicultura” e scritto dall’esperto Maurizio Arduin: Cannibalismo nei pulcini di poche settimane in razze a lento accrescimento (pdf).
Se vi attenete a tutte le indicazioni che abbiamo dettagliato nei 9 punti qui sopra, e se allevate galline in modo domestico e famigliare, sarà veramente molto raro che si presentino casi di pica e cannibalismo nel vostro pollaio.
Ma supponendo che accada, la prima pratica che viene suggerita in via del tutto eccezionale, per non rischiare la morte di molti animali, è quella del taglio del becco (debeccaggio). Il taglio del becco è però una pratica che, per quanto ci riguarda, non vorremmo mai vedere, e dunque, prima di questa, secondo noi è da provare con gli appositi “occhiali” o copri-becco per galline.
Il taglio del becco è un intervento che può risultare molto doloroso per la gallina, sia sul momento che nei mesi successivi (nell’estremo caso che dobbiate decidere per questo intervento per salvare i vostri animali, fatelo ovviamente fare a chi se ne intende), e se da un lato impedisce agli animali di ferirsi a vicenda, dall’altro rende loro la vita più difficile, con enormi difficoltà nel beccare il cibo e nel farsi la necessaria toelettatura.
Quindi, fino a che esiste anche un minimo di speranza di risolvere in altro modo, proviamo con metodi alternativi e meno invasivi.
Ausiliari nel trattamento e nella cura della pica e del cannibalismo sono anche degli integratori alimentari appositi; ad esempio, online abbiamo trovato Vitastab e Anti-Pica, in quanto contenenti apposite proteine e amminoacidi che vanno appunto ad “integrare” una carenza presente negli animali colpiti da questo disturbo.
Esistono anche degli spray anti-pica che disinfettano le ferite e distolgono le galline dal continuare a beccare su quella zona. Qui sotto un esempio di utilizzo (video in inglese).
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Ciao ho un piccolo pollaio domestico con 4 galline e un gallo, sono praticamente cresciute insieme, nessun problema fino a qualche giorno fa, quando il gallo ha mostrato il suo essere iniziando a cantare e dopo a rincorrere le galline. 3 di queste si fanno “sottomettere” senza alcun problema per cui vivono serenamente, una invece, una mugellese nana, ha un terrore incredibile del gallo, tanto da avere paura della sua ombra e di non uscire dal pollaio se il gallo è fuori.. E' talmente spaventata che due giorni fa è scappata via, pensavamo fosse persa. Dopo due giorni siamo riusciti a trovarla e reintegrarla nel pollaio, da subito e stata rincorsa dal gallo e anche dalle altre. Si e rintanata dentro e non è più uscita a mangiare e a bere. Questa mattina mi sono accorto che aveva una vistosa ferita con mancanza di piume e pelle viva sanguinolenta. Ho provato a disinfettarla con un disinfettante comune senza alcool e ovviamente separata dalle altre. Ho visto che mangia ma che non esce dal ricovero per paura di trovarsi le atre nonostante siano separate. Chiedo un vostro consiglio, sia per eventuale cura, sul proseguo e se c’è una motivazione che ha portato ad un cambiamento così repentino. Grazie
Buonasera Angelo, probabilmente si è terrorizzata la prima volta e adesso gli è rimasta la paura addosso. L'unico modo per abituarla gradualmente al suo gruppo (e alla presenza del gallo), è di tenerla separata in una zona tutta sua, confinante con quella dove stanno le altre e il gallo e separata da loro soltanto da una rete, di modo che possano vedersi ma che non ci sia contatto. Attendere in questo modo il tempo necessario (forse 2 o 3 settimane) e quando la vedrà abbastanza tranquilla proverà a rimetterla insieme alle altre (e comunque solo se la ferita sarà completamente rimarginata).
Per la ferita va bene come ha fatto; al massimo può mettere della pomata cicatrizzante. Controlli giornalmente che non si infetti.
Un cordiale saluto.
Salve, vi leggo sempre con piacere, purtroppo ho dovuto leggere con attenzione anche questo articolo perché mi sto ritrovando in un situazione di pica improvvisa. Ho 3 gallinelle che hanno a disposizione 800 mq di prato, tutto il giorno. Per l'alimentazione hanno il pascolo e mangiatoia con cibo per avaiole mischiato a granaglie miste intere e spezzettate, più gli diamo spesso foglie di cavolo/verdura. Non hanno mai avuto problemi fino ad oggi. Una delle tre (la più vecchia) sta facendo la muta e oggi mi sono accorta che una delle altre due la inseguiva insistentemente...ho scoperto che le ha strappato tutte le piumine nuove che stava mettendo sul gozzo. Ora le ha divise per evitare che la ferisca seriamente. Da cosa potrebbe essere dovuto? Qualche carenza? Qualche settimana fa ho comprato un pacchetto di camule della farina essiccate, di cui vanno matte, soprattutto proprio quella che sta mostrando segni di pica. Potrebbe c'entrare qualcosa? Ho ragione di sperare che, una volta ricresciute le penne, potrò rimetterle insieme?
Vi ringrazio molto,
Elena
Ciao Elena, questa secondo noi non è pica dovuta a stress, ma semplicemente un attacco dovuto magari al fatto che facendo la muta la gallina si è esposta ad avere qualche piccola ferita e le altre lo hanno notato. Hai fatto benissimo a separarle e quando il manto sarà ricresciuto siamo sicuri non ci saranno più problemi. Un caro saluto.
Vi ringrazio per la risposta, siete sempre gentilissimi :) sto continuando a tenerle separate per il momento, perché le poche volte che ho provato a farle incrociare senza rete, ha subito ripreso a beccarle l'area di pelle nuda... Ho notato solo un'altra cosa, sempre quella con la pica, mangia voracemente tutte le piume che trova a terra. È una cosa "normale" secondo voi?
Ciao Elena, a volte è possibile che lo facciano, ma se lo fa voracemente con tutte quelle che trova probabilmente c'è un problema sempre connesso alla pica. Forse la somministrazione di camule della farina, troppo proteica rispetto al solito, ha risvegliato questo bisogno. Non somministri più cibo proteico e cerchi di raccogliere e pulire le penne da terra. Pian piano dovrebbe tornare tutto nella normalità. Un cordiale saluto e ci faccia sapere.
Buongiorno, ho un piccolo pollaio domestico dove da 6 mesi convivono felicemente 2 galline padovane e 1 moroseta,fino 2 /3 giorni fa quando mi sono accorta che una padovana viene beccata dalle altre (anche dalla moroseta che è più piccola )..non c'è motivo apparente perché lo spazio è abbondante per le 3 galline (hanno un recinto 4 m per 4) il mangiare è abbondante e sempre a disposizione con acqua fresca, e hanno un pollaio in legno ampio per il ricovero notturno...fino ad ora sono sempre andate d accordo ...segnalo che la moroseta fa le uova già da questa estate le padovane sono più giovani e ho cominciato ora a trovare qualche uovo ...può essere questo che ha cambiato gli equilibri?
Grazie
Salve, si può essere il fatto che abbia cominciato a deporre le uova e quindi giunta anche lei in età "adulta". Probabilmente si sta imponendo una gerarchia, succede sempre in qualsiasi pollaio anche con tre galline, ed evidentemente, la padovana in questione è attualmente l'ultima nella scala sociale.