Pollaio

Le principali patologie respiratorie delle galline

Con l’articolo di oggi, dedicato alle principali patologie respiratorie che possono colpire le nostre galline (soprattutto per chi fa allevamento professionale, ma con indicazioni utili anche per chi lo pratica a livello amatoriale), siamo davvero molto contenti di inaugurare la collaborazione con la veterinaria Serena Sola (www.serenasola.it, a fine articolo trovate comunque la scheda con tutti i dati).

Le nostre strade si sono incrociate durante la realizzazione della pagina dedicati ai veterinari esperti nella cura delle galline, e abbiamo accolto con entusiasmo la disponibilità spontanea della dott.ssa Serena Sola a collaborare con il nostro progetto, offrendoci la pubblicazione di alcuni suoi articoli.

Saranno, come è ovvio che sia, articoli a taglio maggiormente scientifico, che prenderanno in esame, con il rigore medico, alcune delle principali malattie e disturbi che purtroppo possono colpire le nostre amate galline, e in tali casi, la cosa migliore che possiamo fare, è (ri)conoscerle e sapere come poter intervenire rapidamente.

Con la speranza che questa collaborazione possa durare a lungo nel tempo e che le informazioni fornite direttamente da una specialista veterinaria esperta in avicoli possano esservi utili per allevare ancora meglio i vostri animali, vi lasciamo all’articolo di oggi, ringraziandola da parte di tutto lo staff di Tuttosullegalline.it

Introduzione generale alle patologie respiratorie delle galline

Le patologie respiratorie dei polli sono molto frequenti. E’ importante riconoscerne i sintomi precocemente per evitare che si diffondano ad altri soggetti, diventino croniche o che portino rapidamente a morte l’animale colpito.

Nel trattamento delle patologie respiratorie la prevenzione gioca un ruolo fondamentale, e uno dei fattori più importanti nella prevenzione è sicuramente la corretta gestione del ricovero e dei soggetti:

  1. Ventilazione: assicurare una corretta ventilazione è alla base della riduzione delle patologie respiratorie.
    La maggior parte delle patologie respiratorie si manifesta, infatti, quando c’è uno sbalzo termico importante tra il giorno e la notte, in autunno prevalentemente (freddo di notte e caldo di giorno).
    Le correnti d’aria possono causare una sintomatologia respiratoria: la presenza di finestre nel pollaio va sempre dunque ben studiata, anche in base all’esposizione nord-sud della casetta.
    Un’inadeguata ventilazione delle strutture e un ricambio d’aria inefficiente, portano all’accumulo dell’umidità che è creata dai polli stessi e dalle loro deiezioni.
    L’accumulo di ammoniaca (presente nelle feci) danneggia, inoltre, le ciglia nelle loro vie aeree, che hanno la funzione di allontanare i batteri e le sostanze tossiche, favorendone il loro insediamento.
  2. Quarantena: sembra scontato, ma molte volte non lo è. Prima di introdurre nuovi soggetti all’interno di un gruppo è bene eseguire una quarantena; in altre parole un periodo di osservazione dei nuovi soggetti che permette di mettere in evidenza eventuali patologie presenti ed evitare la diffusione di forme respiratorie, ma non solo, trasmissibili.
  3. Cercare di introdurre solamente soggetti sani: conoscere i protocolli sulla biosicurezza può salvare da numerose malattie, anche mortali, il nostro piccolo gruppo di animali; molti uccelli selvatici (ad esempio passeri, fringuelli, ecc.) che hanno accesso alla gabbia, possono diffondere malattie come l’influenza aviare, la clamidiosi e la tubercolosi aviaria. L’esposizione può verificarsi anche se i polli si riuniscono sotto mangiatoie per uccelli quando sono liberi di razzolare in un campo.
    Gli uccelli acquatici, come le oche, sono un altro serbatoio per l’influenza aviare. Nonostante il rischio rappresentato dagli uccelli selvatici, l’acquisizione di nuovi polli è spesso il principale fattore di rischio per la diffusione di malattie.
Come progettare un ricovero perfetto le nostre galline (per informazioni in merito vi consigliamo la lettura del seguente articolo: Pollaio: dove e come realizzarlo per il benessere delle galline)

Sintomi generali delle patologie respiratorie

Le patologie respiratorie si manifestano maggiormente nel cambio delle stagioni, quando ci sono delle escursioni termiche maggiori.

I sintomi sono aspecifici:
– Arruffamento
– Tosse
– Starnuti
– Congiuntivite
– Gonfiore dei seni

Nei casi più gravi:
– Decolorazione o imbrunimento di cresta e bargigli
– Respirazione a bocca aperta
– Presenza di placche

In base ai sintomi è possibile cercare di localizzare la sede:

  1. Alte vie respiratorie (cavità nasali e sinusali): starnuti, scolo nasale, scuotimento del capo frequente, respiro a bocca aperta, gonfiore della cera, perioculare e dei seni.
  2. Basse vie respiratorie (trachea, sacchi aerei, bronchi, polmoni): tosse, variazione della voce, tachipnea, battiti della coda, scarsa tolleranza all’esercizio fisico.

Un pollo che presenta sintomi respiratori dovrebbe essere isolato il prima possibile dal resto del gruppo per evitare la trasmissione di eventuali patologie.

Esistono dei fattori predisponenti che possono influire sullo sviluppo di una sintomatologia respiratoria. Tutti i fattori stressanti possono portare all’insorgenza di una forma respiratoria. Un fattore stressante può essere anche un cambiamento climatico significativo, un caldo eccessivo o un viaggio lungo.

Fattori stressanti come un cambiamento climatico significativo, un caldo eccessivo o un viaggio lungo, possono far insorgere patologie negli avicoli.

Le principali patologie respiratorie delle galline: virali, batteriche e da parassiti

Le principali patologie respiratorie delle galline possono essere suddivise in tre gruppi: quelle di origine virale, quelle di origine batterica e infine quelle dovute a parassiti.
Ecco l’indice delle patologie che andremo da analizzare in modo specifico nel proseguo dell’articolo:

1) PATOLOGIE RESPIRATORIE DI ORIGINE VIRALE

1.a) Vaiolo
1.b) Malattia di New Castle
1.c) Bronchite infettiva
1.d) Influenza aviare
1.e) Laringotracheite infettiva

2) PATOLOGIE RESPIRATORIE DI ORIGINE BATTERICA

2.a) Corizza infettiva
2.b) Clamidiosi
2.c) Micoplasma
2.d) Aspergillosi

3) PATOLOGIE RESPIRATORIE DA PARASSITI

3.a) Syngamus Trachea

1) Patologie respiratorie di origine virale

1.a) Vaiolo

Il vaiolo è provocato da un Pox virus. Esistono diversi ceppi virali, ognuno dei quali colpisce una specie diversa, causando delle forme simili. Nella maggior parte dei casi il pox virus è associato al virus della laringotracheite infettiva.

Sintomi

La forma secca è caratterizzata da papule giallo brunastre che evolvono in vescicole e quindi in croste su aree non rivestite da piumaggio (testa, gambe, narici, commessura del becco, congiuntiva, dita e tarsi).
Le lesioni guariscono in circa 2 settimane. Se la crosta è rimossa prima che la guarigione sia completa, la superficie sottostante è sanguinante. Nelle galline ovaiole, l’infezione provoca una riduzione transitoria della produzione di uova.
Nella forma umida ci sono lesioni difteriche visibili in bocca, faringe, laringe e trachea. Possono esserci delle difficoltà respiratorie per ostruzione delle vie aeree superiori.
I polli possono essere colpiti da una o entrambe le forme di vaiolo allo stesso tempo.

Trasmissione

Il vaiolo è trasmesso per contatto diretto con soggetti malati oppure attraverso vettori, tipicamente le zanzare. Anche le croste contenenti il virus possono fungere da fonte di contagio. Il virus può entrare nel flusso sanguigno attraverso l’occhio, le ferite della pelle o il tratto respiratorio. Le zanzare s’infettano nutrendosi di uccelli con il vaiolo nel loro flusso sanguigno. Le zanzare sono il principale serbatoio e mezzo di diffusione della malattia, sia nel pollame sia in tutti gli altri animali sensibili. Il virus può rimanere infettante nella zanzara anche per alcuni mesi.

1.b) Malattia di New Castle (Pneumoencefalite)

La Malattia di New Castle (Pneumoencefalite) è provocata da un Paramixovirus.
La Malattia di Newcastle è caratterizzata da un’insorgenza improvvisa dei segni clinici che comprendono:
– Raucedine (nei pulcini)
– Secrezione sierosa dalle narici
– Respirazione affannosa legata a edema dei tessuti
– Gonfiore del viso
– Paralisi
– Tremori
– Torcicollo (segno di coinvolgimento del sistema nervoso centrale).

La mortalità varia dal 10 all’80%, secondo la patogenicità.
Nei volatili adulti, i sintomi possono anche includere:
– una riduzione del consumo di cibo e acqua;
– un drastico calo della produzione di uova.

Trasmissione

Il virus di Newcastle può essere trasmesso a breve distanza per via diretta attraverso feci e secrezioni respiratorie o indiretta attraverso oggetti contaminati. Molti uccelli selvatici fungono da serbatoio dell’infezione.
Esistono diversi ceppi virali con differenti caratteristiche: in tutti i casi, la replicazione virale si ha prima a livello intestinale e respiratorio, e solamente in un secondo momento si ha il coinvolgimento del sistema nervoso centrale.
I ceppi velogenici viscerotropi hanno un’elevata mortalità (fino al 100%) associata a un danno intestinale caratteristico.
I ceppi neurotropi velogenici hanno mortalità molto elevata (fino al 100%) associata a disturbi respiratori e nervosi.
I ceppi mesogenici sono responsabili di disordini respiratori e nervosi associati a un basso tasso di mortalità negli adulti, ma un alto tasso di mortalità tra i giovani uccelli (fino al 50%).
I ceppi lentogeni causano solo disturbi respiratori senza mortalità né negli uccelli giovani né in quelli adulti.
I ceppi asintomatici lentogeni non provocano segni clinici. Questi virus sono identificati solo dagli escrementi e sono spesso isolati dalle anatre selvatiche.

1.c) Bronchite infettiva

La bronchite infettiva è causata da un coronavirus specifico dei polli. La gravità dell’infezione è influenzata dall’età, dallo stato immunitario dei soggetti, dalle condizioni ambientali e dalla presenza concomitante di altre malattie.

Trasmissione

La trasmissione della bronchite infettiva è per via orale e per aerosol.

Sintomi

I soggetti colpiti da bronchite infettiva sono:
– Riluttanti al movimento
– Arruffati, e sonnolenti
– Possono presentare lacrimazione intensa e respiro affannoso
– I rumori respiratori si sentono maggiormente di notte mentre gli uccelli riposano.
– La produzione di uova diminuisce drasticamente (riprenderà in 5 o 6 settimane, ma a un tasso inferiore)
– La superficie dell’uovo può diventare ruvida e l’albume diventare acquoso.
Se l’infezione è complicata da forme batteriche secondarie, la sintomatologia peggiora drasticamente.
Non esiste un trattamento specifico per la bronchite infettiva. Gli antibiotici per 3-5 giorni possono aiutare a combattere le infezioni batteriche secondarie.

1.d) Influenza aviare

Il virus responsabile dell’influenza aviare è un Orthomixovirus che può colpire la quasi totalità delle specie di uccelli, con una sintomatologia leggermente variabile come intensità.
L’influenza aviare può manifestarsi in due forme: lieve o altamente patogena.

La forma lieve produce:
– Apatia
– Perdita di appetito
– Difficoltà respiratoria
– Diarrea
– Calo transitorio dell’ovodeposizione
– Bassa mortalità.

La forma altamente patogena è caratterizzata da:
– Gonfiore facciale
– Cresta e bargigli blu
– Disidratazione con difficoltà respiratoria
– Petecchie diffuse su gambe e parti prive di penne
– Epistassi.

Di norma la morte compare entro le 24 ore dalla comparsa dei sintomi. Può essere presente anche una sintomatologia neurologica caratterizzata da tremori, torcicollo e opistotono, anche se questi sintomi sono poco valutabili per la rapidità dell’insorgenza e la morte.

Trasmissione

La trasmissione dell’influenza aviare è per via aerosol, attraverso le secrezioni del tratto bronchiale, ma anche via oro fecale e attraverso vettori (insetti).
Gli animali selvatici fungono da reservoir della malattia. Il virus dell’influenza aviare può rimanere vitale per lunghi periodi a temperature moderate e può vivere indefinitamente nel materiale congelato. Di conseguenza, la malattia può essere diffusa attraverso lo smaltimento improprio di carcasse e letame infetti.
L’influenza aviare può essere diffusa da scarpe contaminate, vestiti, casse e altre attrezzature. Insetti e roditori possono trasportare meccanicamente il virus.

1.e) Laringotracheite infettiva

L’agente eziologico della Laringotracheite infettiva è un herpes virus.

Sintomi

Il primo sintomo che si nota della Laringotracheite infettiva è generalmente una mortalità elevata, senza sintomi apparenti, in seguito all’esposizione di un gruppo a soggetti nuovi. Altri sintomi comuni possono essere:
– Tosse
– Scuotimento del capo (per il fastidio provocato dalle secrezioni in trachea che tentano di allontanare)
– Dispnea (la dispnea è caratterizzata da un respiro “a pompa” caratterizzato dall’estensione della testa e del collo durante l’inspirazione e dall’abbassamento degli stessi durante l’espirazione)
– Sangue nella cavità orale
– In alcuni casi si può presentare anche congiuntivite.

Trasmissione

La forma più comune di trasmissione e la via aerogena. Soggetti malati e guariti possono trasmettere la malattia, anche soggetti vaccinati con vaccini vivi modificati possono trasmettere la malattia a soggetti non vaccinati. Indumenti e insetti entrati in contatto con il virus possono trasmettere l’infezione.

2) Patologie respiratorie di origine batterica

2.a) Corizza infettiva

La Corizza infettiva è una patologia respiratoria causata da Avibacterium (hemophilus) paragallinarum.

Segni clinici:
– Morte improvvisa
– Sintomi respiratori caratterizzati da scolo nasale, edema facciale e gonfiore dei seni infraorbitari (i seni infraorbitari possono contenere muco o delle secrezioni giallastre)
– Congiuntivite con materiale colloso che determina incapacità ad aprire le palpebre
– Respiro affannoso e rantoli
– Può essere presente diarrea.

La mortalità può arrivare al 50%, ma in genere non supera il 20%. La malattia clinica può durare da pochi giorni a 2-3 mesi, secondo la virulenza del patogeno e dell’esistenza di altre infezioni come la micoplasmosi.

Trasmissione

La trasmissione si ha prevalentemente per via diretta (da soggetto malato a soggetto sano), per ingestione di materiale infetto (cibo o acqua contaminato da secrezioni), o attraverso gli indumenti infetti delle persone. È possibile la presenza di portatori asintomatici che diffondono la malattia.

2.b) Clamidiosi

La Clamidiosi è una malattia provocata da Clamydophila Psittaci (CP).
CP è un organismo che presenta due fasi, una fase replicante e una fase infettante. La trasmissione avviene per inalazione o ingestione della forma infettante che si replica nelle cellule dell’ospite. I polli non sono comunemente colpiti.
Gli esseri umani sono soggetti sensibili, soprattutto anziani e immunodepressi che sono a rischio più elevato.
La clamidiosi nell’uomo è una malattia professionale degli allevatori di tacchini, dei trasportatori e degli addetti alla lavorazione nelle zone di uccelli vivi e dei lavoratori delle voliere di uccelli da compagnia, sebbene l’incidenza sia rara.
La manifestazione clinica nei polli non è particolarmente evidente e molto spesso fungono da portatori asintomatici. In altri uccelli, in particolare nei pappagalli, si può avere:
– Secrezione nasale-oculare
– Congiuntivite
– Sinusite
– Diarrea
– Debolezza
– Perdita di peso corporeo
– Riduzione del consumo di mangime.
Nei tacchini si verificano anche problemi respiratori e produzione di deiezioni di colore giallo-giallastro.

Trasmissione

Il mezzo principale di trasmissione della Clamidiosi è attraverso l’inalazione della polvere fecale o delle secrezioni del tratto respiratorio. Può anche essere trasportata su indumenti e attrezzature contaminati. Gli uccelli che guariscono rimangono portatori e continueranno a spargere in modo intermittente l’agente infettivo per lunghi periodi dopo che i segni clinici si sono attenuati. Lo stress ambientale può provocare il perpetuarsi della malattia.

2.c) Micoplasma

Esistono diversi tipi di micoplasmi che possono infettare i polli; non tutti causano la malattia e possono essere considerati come commensali. Molti micoplasmi che causano patologia in altri avicoli (come nei tacchini), possono non essere sintomatici nel pollo, e oltre alla trasmissione diretta da soggetto malato a soggetto sano, esiste anche la trasmissione verticale (da soggetto malato, ma non clinicamente, a pulcino, attraverso l’uovo), e questo determina una persistenza del patogeno nell’ambiente. I principali ceppi responsabili di malattia nel pollo sono:

Mycoplasma Gallisepticum (MG): le caratteristiche dell’infezione variano in relazione alla co-presenza di atri patogeni. Generalmente la sola presenza di MG non causa una sintomatologia evidente. La simultanea infezione con Eschericchia coli provoca un’elevata mortalità per malattia respiratoria cronica. Tacchini e pavoni colpiti da MG presentano un tipico rigonfiamento dei seni infraorbitari e un generale rigonfiamento del volto. Generalmente si manifesta in concomitanza all’introduzione di nuovi soggetti.
Sintomi: se non complicato da altre infezioni i soggetti colpiti possono presentare anche solamente tosse e sternuti, caratterizzati da un essudato schiumoso e appiccicoso dalle narici. Nelle forme complicate da E. Coli i soggetti colpiti appaiono deboli, con un piumaggio arruffato e riluttanti al movimento. In questo caso il tasso di mortalità è elevato per l’insorgenza di aereosacculite profonda.
Trasmissione: diretta da soggetto malato a soggetto infetto e verticale (i pulcini colpiti possono presentare nanismo, aerosacculite e morte embrionale). Il Mycoplasma può essere facilmente trasportato e disseminato con scarpe e vestiti delle persone (attenzione.)

Mycoplasma synoviae (MS): I soggetti infetti mostrano zoppia, seguita da letargia, riluttanza al movimento, articolazioni gonfie, andatura affaticata, perdita di peso, oltre che a una generica forma respiratoria associata.

2.d) Aspergillosi

L’Aspergillosi è una patologia causata nella maggior parte dei casi da aspergillus fumigatus, anche se altre specie possono ugualmente causare la malattia. Tutti gli uccelli (volatili domestici, piccioni, canarini e specie di uccelli da zoo), animali, umani e piante sono sensibili.
Nei soggetti giovani la malattia è legata alla stabulazione degli animali durante l’incubazione; gli ambienti sono generalmente umidi, scuri e caldi. I sintomi clinici sono la respirazione a bocca aperta (senza rantoli o rumori respiratori particolari) e l’aumento della mortalità entro le due settimane (La mortalità nei giovani uccelli è in media del 5-20%, ma può raggiungere il 50%). Occasionalmente ci sono paralisi o convulsioni causate dalla tossina fungina.

Anche gli uccelli adulti presentano difficoltà respiratorie, e possono avere un colore bluastro e scuro della pelle (cianosi). Disturbi nervosi, come il collo torto, possono verificarsi in alcuni uccelli. La mortalità negli uccelli adulti è in genere inferiore al 5%.
Trasmissione: via aerosol. Tutti i rifiuti e i materiali del nido (torba, gusci di arachidi, segatura, corteccia, paglia) possono essere contaminati da aspergillus.

3) Patologie respiratorie da parassiti

3.a) Syngamus Trachea

Il Syngamus Trachea è un parassita nematode che colonizza le vie respiratorie prevalentemente negli animali selvatici, ma può provocare malattia anche nei polli domestici. Si attacca alla mucosa della trachea formando delle placche biancastre.
L’entità dell’infestazione può essere tale da ostruire completamente il lume tracheale.
Sintomi: respirazione a bocca aperta con scuotimento della testa.
Un esame delle feci può mostrare le uova del parassita.

Serena Sola

Sola Serena, DVM, delegato regionale SIVAE per la regione Veneto, GpCert ExaP. Responsabile e fondatrice della VNC (Veterinari per Animali Non Convenzionali), lavora regolarmente presso la Clinica Veterinaria Santa Cecilia occupandosi di animali non convenzionali e collabora con altre strutture in Veneto e in Trentino Alto Adige. Indirizzo: Clinica Veterinaria Santa Cecilia, Strada Cattane, 16 - Vicenza. Cell: 349.6686879

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  • Salve ho tre galline con sintomi di raffreddore. Mangiano poco e sono apatiche. Cosa devo fare?

    • Salve, isolarle subito dal resto del pollaio e contattare un veterinario. Un cordiale saluto.

  • Salve, ho una giovane gallina con un rigonfiamento all'altezza dell'occhio che và verso il becco e crea una patina biancastra nell'occhio, il lato il SX è più accentuato. Apparte questo, la gallina stà bene mangia, è attiva, vola non starnutisce. cosa può essere ? Cosa devo fare?

    • Salve, potrebbe essere diftero-vaiolo (malattia molto contagiosa), e quello da fare è farla vedere ad un veterinario esperto. Come prima cosa, che vale comunque per ogni caso sospetto di qualsiasi malattia, bisogna subito isolare l'animale da tutti gli altri, per evitare il contagio a tutto il pollaio. Un cordiale saluto

  • salve io ho una gallina livornese di 2 anni tende ad accasciarsi e ha una un muco trasparente in bocca mangia beve e vola ma non ha croste esterne

    • Salve, in questi casi deve rivolgersi ad un veterinario esperto di avicoli che possa fare analisi e una corretta diagnosi.

  • Salve, ho un gallo amrocks di poco più di un anno, da circa 2 ma forse anche 3 settimane sembra abbia raucedine e sembra faccia dei piccoli starnuti. Non avendo possibilità di isolarlo l'ho lasciato insieme alle altre galline (5) ed ho somministrato nell'acqua Vinc prima, poi uno sciroppo consigliatomi dal vet( ma non è specializzato in avicoli) a base di piante ed estratti naturali. La situazione permane ma non infetta e non ha infettato nessuna delle galline. Potreste consigliarmi su qualcosa da fare per aiutarlo a migliorare. Rimane stabile non migliora ne peggiora è attivo, mangia e fa il suo dovere di gallo. Grazie

    • Buongiorno, il consiglio di isolarlo resta sempre molto valido. Contro il raffreddore può provare a somministrare un decotto di aglio e timo. Dopo averli bolliti lasci raffreddare il decotto e poi può somministrarlo al gallo con una siringa (senza ago) direttamente nel becco (due volte al giorno, senza esagerare). Se trova sempre dell'ortica può farla seccare e mescolarla al mangime. Poi può anche aggiungere delle vitamine (cerchi sul sito GreenVet) da aggiungere all'acqua dell'abbeveratoio. Se ancora non si dovesse risolvere si rivolga ad un veterinario esperto in avicoli per farsi somministrare un corretto farmaco contro il raffreddore dei polli, perché, a lungo andare, il gallo potrebbe debilitarsi.

  • Buona sera dottoressa ho un gallo di 6 mesi che presenta con lingua nera, spasmi e difficoltà ba stare in piedi. Cosa può essere? La ringrazio

  • Salve dottoressa le chiedo un consiglio: ho una gallina giovane che da un po' ha cominciato a tossire ma non ha altri sintomi è sveglia e pimpante come sempre. Sembra abbia iniziato dopo aver mangiato un uovo vecchio. Mi potrebbe consigliare il da farsi? Grazie tante.

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Tags: scienza

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