In questo lungo articolo parleremo in modo approfondito del gallo (dal latino gallus, a sua volta dalla radice indo-europea Gar-Gal = “gridare”), l’animale che è il maschio della gallina (ovvero il maschio della specie Gallus gallus domesticus) e che viene definito il maschio-alpha al vertice di quella “società gerarchica” (definita dall’ordine di beccata) che si struttura tra i membri di un gruppo di avicoli che vive assieme, e che dunque, un po’ ironicamente, possiamo indicare come il “re del pollaio” (quando presente; non è affatto detto che in ogni pollaio vi sia un gallo).
E per parlare del gallo ci piace iniziare da una descrizione estratta dal volume intitolato “Allevamento moderno degli animali da cortile – GALLINE E POLLAI” (Élevage moderne des animaux de basse-court, 1884) di Louis Bréchemin, così come straordinariamente tradotta e revisionata dal Dott. Elio Corti e dal Dott. Fernando Civardi; tale descrizione allegra andante di Bréchemin è contenuta nella prefazione dell’opera:
“Quanto la gallina è familiare e dolce, timida, affettuosa e docile, altrettanto il gallo, questo sultano e padrone, è bellicoso, autoritario e valoroso. Vegliare, combattere, amare, tale è il suo motto. La penna sull’anca e il becco al vento, avvolto nel suo mantello dai riflessi splendidi, inclinando la sua larga cresta come un cappello da moschettiere, ha l’aria di nascondere una spada sotto l’ala e di aspettare un rivale per battersi come un grande prode quale è dei cortili e dei boschi. C’è, nel gallo, di Fra’ Diavolo e di d’Artagnan.
Sul suo trono di letame che nobilita la sua prestanza, monta la guardia attorno alle sue galline, facendo tintinnare il suo sperone uccisore e squillare le sue trombe, sfidando il bandito dei cieli mentre rassicura con inflessioni più dolci la sua famiglia terrorizzata.
Il gallo è originario dell’Asia. Dalla Persia passa in Egitto, dall’Egitto in Grecia, da Atene a Roma. Saeven lo chiama «il Leone degli uccelli» e i Caldei venerano come un Dio «questo figlio del Sole» la cui squillante voce saluta l’aurora, il ritorno alla vita e al lavoro. A Roma, essendo l’emblema della forza e della salute, lo si sacrifica a Esculapio. Presso le popolazioni del Sudan il gallo è un feticcio e la sua cresta un talismano. I Fenici l’adorano, e, vogando verso le assolate rive dove un giorno sorgerà Marsiglia, gli audaci abitanti di Focea hanno un gallo dalla testa superba dipinto sulla poppa delle loro navi.
In GALLINE E POLLAI si profilano in avvincenti disegni, una sfilata magnifica di meravigliosi galli, e sembra di sentirli mentre suonano la loro fanfara da combattimento e d’amore. Qui i galli stranieri con la loro iattanza esotica e la loro singolare bellezza; là i galli francesi di cui il più grande, il più bello, il più forte è il gallo la Flèche, dalla cresta scarlatta che non impallidisce mai, dal becco intrepido che sfida la faina e lo sparviero.
Non dimentichiamo che il gallo, emblema guerriero della nostra antica Gallia, è la bandiera di Brenno. Entra a Roma, si mette trionfalmente sul tempio di Delfi e detta le sue condizioni: Guai ai vinti! Più tardi, quando i Romani hanno invaso la Gallia, si slancia dal suo ramo d’oro, e, con l’ala spiegata, il becco minaccioso, ferma per 10 anni le aquile di Cesare. Infine, dopo il Campidoglio, il travaglio: quando Pietro ha rinnegato Gesù, il gallo della Passione agita le sue ali e intona subito la sua fanfara ai piedi della croce.
Il gallo, ovunque il gallo. Riempie la storia e il mondo del rumore delle sue trombe.”
E allora, prima di iniziare a parlare approfonditamente del gallo e di tutte le sue caratteristiche e peculiarità, lasciamoci catturare per qualche secondo dal “rumore delle sue trombe”, differente da esemplare a esemplare, ma verso inconfondibile e quasi “mitico” – quel chicchirichì – che accompagna la vita dell’uomo da migliaia di anni, ovvero, il suo potente canto.
Precisiamo, comunque, che il gallo non canta solo all’alba, come comunemente si è portati a pensare, ma durante tutto l’arco giorno, e a volte pure di notte, se ad esempio della luce filtra all’interno del ricovero; la principale funzione del canto del gallo è quella di dichiarare la propria presenza e affermare il proprio impero sulla sua zona e le sue galline.
Se altri galli nelle circostante odono il canto di un maschio, essi a loro volta risponderanno, dando vita ad una serie di potenti chicchirichì di “botta e risposta”.
Gallo: caratteristiche morfologiche dell’animale
In primo luogo precisiamo che il gallo è il maschio riproduttore adulto della specie gallus gallus domesticus, quindi in età superiore ai 10 mesi, e che nei vari stadi di crescita, da pulcino in poi, può prendere diverse denominazioni, tra cui, ad esempio:
- galletto: maschio giovane fino a circa 6 mesi;
- gallo ruspante: maschio giovane da 6 a 10 mesi.
Le caratteristiche morfologiche più accentuate del gallo sono:
- cresta ampia, carnosa e vivamente colorata (solitamente di un bel rosso vermiglio);
- bargigli ampi, carnosi e vivamente colorati;
- orecchioni ampi, carnosi e vivamente colorati (quando non bianchi);
- coda ampia e colorata, con vistose piume falciformi;
- penne del collare e copritrici superiori della coda lunghe, sottili, lanceolate e vivamente colorate;
- piumaggio “minore” vivamente colorato;
- tarsi provvisti di sperone.
Tutte queste caratteristiche morfologiche determinano quella appariscente bellezza del gallo che, nella maggior parte delle razze avicole, li differenzia dal piumaggio meno vistoso delle femmine (dimorfismo sessuale).
Nei colori del manto del gallo prevalgono, generalmente, lucenti tonalità rosse, arancioni e gialle, con striature e sfumature brune, viola-bluastre e verdi.
In generale le galline, rispetto al gallo, sono invece più piccole e leggere, e hanno colori meno vivaci, con un piumaggio “regolare” privo delle vistose piume lanceolate del collo e del dorso e delle piume falciformi della coda.
Questo aspetto “regale” del gallo esalta la sua vigorosità e forza, caratteristiche che si traducono poi nella volontà di primeggiare sugli altri galli (gerarchia) e nella capacità di “sedurre” le galline ai fini della riproduzione; a scanso di equivoci è bene precisare che questa attitudine bellicosa e virile del gallo è naturalmente presente nella sua indole naturale, ovvero anche laddove esso viva in totale libertà, non “addomesticato” dall’uomo o allevato all’interno di un pollaio (condizione, quella della totale libertà, oggi molto rara, ma ancora riscontrabile su alcune isole, ad esempio presso la nota Chicken’s beach alle Hawaii, o anche in alcune aree delle Azzorre; ovvero in quei luoghi ove siano del tutto assenti i predatori).
Gallo e alimentazione: cosa mangia
Il gallo (come la gallina) è onnivoro ed è essenziale che disponga sempre di un abbeveratoio con acqua fresca e pulita (specie in estate).
In natura, la loro dieta sana ed equilibrata consisterebbe in semi, cereali, erbette, frutti, bacche e insetti. Affinché la loro alimentazione sia completa di tutti questi nutrienti è necessario mettergli a disposizione mangimi idonei (meglio se biologici) e un bel pascolo verde, in modo da garantire una dieta bilanciata in termini di carboidrati, proteine, grassi, vitamine e minerali.
La quantità di ciascun nutriente varia con l’età del gallo e indicativamente, per quanto riguarda le proteine, l’apporto deve oscillare tra il 14% e il 18%; un gallo di taglia media mangia circa 150 gr di cibo al giorno (le porzioni cambiano in funzione del peso del gallo e al mutare delle stagioni; durante l’inverno i galli possono richiedere più mangime di quanto non facciano durante l’estate poiché usano più energia per scaldarsi).
Indicativamente, il gallo e le galline necessitano degli stessi nutrienti, almeno fintantoché quest’ultime non iniziano a deporre le uova; dal momento dell’inizio della produzione in poi, le galline necessitano di una dieta più ricca di calcio, per poter continuare ad avere ossa sane e uova dal guscio duro (infatti, in mancanza di calcio, è facile il verificarsi del fenomeno delle uova molli).
La corretta alimentazione delle galline ovaiole risulterà quindi un po’ troppo ricca di calcio per un gallo, e sarà quindi importante che la varietà di alimenti a disposizione nel pollaio sia tale da poter consentire ai maschi di diversificare un po’ la loro dieta.
Di fatto, non esistono mangimi specifici per l’alimentazione del gallo; nella gestione pratica di un piccolo pollaio domestico possiamo solo avere l’accortezza di tener conto che un eccesso di calcio potrebbe essere dannoso per i reni del nostro gallo.
Va quindi benissimo mettere a disposizione il mangime per galline ovaiole, ma dovrà essere accompagnato da un pascolo abbondante (soluzione ottimale) e da altri alimenti integrativi privi o poveri di calcio (come cereali e fonti proteiche).
Studi e ricerche sull’alimentazione specifica del gallo sono molto poco approfonditi (in quanto l’interesse commerciale mondiale è tutto spostato sulle ovaiole e la loro maggiore produttività) e le raccomandazioni variano; è stato di fatto osservato che le galline ovaiole, in natura, ricercano fonti di calcio aggiuntive, mentre i galli non esprimono questo interesse / bisogno.
Gallo: caratteristiche comportamentali dell’animale
Gran parte della giornata di un gallo è finalizzata ad affermare il proprio ruolo gerarchico (nel caso di convivenza con altri galli) e a totalizzare il maggior numero di accoppiamenti con le galline del pollaio (ogni maschio può arrivare a compiere anche 30 accoppiamenti al giorno).
La potenza stessa dei continui “chicchirichì” emessi durante tutto il giorno (insuperabile il canto dei galli della razza Denizli) è anch’essa una reiterata esibizione e dimostrazione delle sue doti e del suo valore.
L’indole aggressiva, che lo spinge a rivaleggiare e primeggiare sugli altri galli, si traduce in continue “sfide tra pretendenti” (da cui, purtroppo, la degenerazione del fenomeno del combattimento tra galli) e questa tendenza “bellicosa” è più accentuata in alcune razze (tra tutte quella denominata Combattente indiano, a cui è attribuito un carattere detestabile, litigioso al più alto grado e scorbutico, con tendenze da predatore) e lo è meno in altre (ad esempio molto tranquillo è il gallo di razza Cocincina nana).
Mentre è possibile riuscire a far convivere nello stesso pollaio alcuni galli cresciuti insieme, è altamente sconsigliato introdurre un nuovo gallo adulto in un pollaio ove sia già presente un maschio alpha dominate (molto spesso il nuovo gallo non sarà accettato e potrebbero esserci scontri così violenti da causare la morte del più debole).
Durante il giorno, tra le principali attività del gallo, c’è il corteggiamento delle femmine. Il gallo, come molti altri maschi di galliformi, non è monogamo (può avere la/e preferita/e, ma fondamentalmente mira ad accoppiarsi con tutte le femmine disponibili, anche quelle appartenenti al gruppi/famiglie di altri galli).
Una delle tattiche di corteggiamento più utilizzata (e studiata) dal gallo è quella che prende il nome di tidbitting, un rituale amoroso complesso che coinvolge la struttura sociale del gruppo avicolo a più livelli.
Gallo e galline nel pollaio: ecco la giusta proporzione numerica
La responsabilità principale di cui dobbiamo farci carico, nell’allevare un certo numero di galli e galline, è quella di saper calcolare il giusto equilibrio, in termini di proporzione, tra il numero di femmine e di maschi, in modo tale che la condizione di vita sia di benessere per entrambi.
Il numero di galli e di galline dovrà quindi essere tale da determinare un giusto livello di competizione e un equilibrio in termini di accoppiamento e riproduzione, per cui da un lato non ci dovranno essere lotte troppo violente e continue, e dall’altro le galline non dovranno essere “troppo stressate” (e rovinate) dai continui tentativi di accoppiamento.
In condizioni estreme, quando viene superata la soglia di “normale litigiosità”, i galli possono arrivare a combattere in modo così violento da uccidersi.
Tale equilibrio non è semplice da trovare perché dipende in primis dalle razze allevate, e poi anche dall’indole specifica del singolo gallo, e non è quindi possibile fornire “a priori” una regola che poi possa essere applicata indistintamente ad ogni caso specifico.
E’ però possibile dare delle “linee guida generali”, da intrecciare poi con l’esperienza diretta e il buon senso: indicativamente, un pollaio con un solo gallo e circa 3/4 galline (razze pesanti) o 8/10 galline (razze leggere) può essere considerato un buon riferimento a cui attenersi.
Nel caso di più galli, tra cui primeggerà sempre un maschio-alpha, potrebbero essere previsti spazi separati per diverse “famiglie/gruppi”, accompagnati da spazi di razzolamento e pascolo a comune.
Sconsigliabile allevare in spazi comuni galli di razze molto diverse tra loro, per dimensioni e carattere, in quanto “i più deboli” ne subirebbero certamente le conseguenze.
Galletti giovani possono convivere meglio con il gallo dominante in quanto quest’ultimo ha gioco abbastanza facile a sottometterli e quindi, non percependoli come una reale minaccia, non dovrebbero dar luogo a combattimenti troppo cruenti.
Gallo e aggressività (anche verso le persone)
Purtroppo non è raro che l’indole particolarmente aggressiva di un gallo e la sua volontà di affermarsi come “capobranco” si traduca in aggressività anche nei confronti degli esseri umani (tra cui anche il proprio allevatore o la propria allevatrice), in particolar modo al conseguimento della piena maturità sessuale e nelle stagioni di primavera e estate.
L’eccessiva aggressività di un gallo si può scatenare contro chiunque capiti all’interno di quello spazio che l’animale ritiene di propria competenza (ovvero quando, a suo modo di vedere, diventiamo una minaccia per lui o le sue galline), e questi attacchi possono rappresentare un problema anche assai significativo, soprattutto nel caso di pollai domestici frequentati anche da bambini (più o meno piccoli).
I bambini infatti, oltre ad essere più indifesi degli adulti, hanno anche la tendenza naturale a ricercare un contatto ravvicinato con gli animali, e qualora si imbattessero in un gallo aggressivo, non solo potrebbero essere feriti gravemente (specie se aggrediti alla testa o agli occhi), ma potrebbero anche subire un trauma psicologico che poi, probabilmente, potrebbe condizionarli anche da adulti con un senso di paura verso questi animali (la cui espressione massima è l’alectorofobia).
Nella maggior parte dei casi (anche se, come talvolta accade, può sembrare un gioco divertente), non è mai consigliabile istigare un gallo a reagire ad un qualsiasi genere di attacco, ma è sempre opportuno mantenere il giusto rispetto e la giusta distanza (laddove non vi sia una collaudata confidenza).
Questo alto tasso di aggressività è comunque anche ritenuto, dagli allevatori, un’apprezzabile caratteristica in quanto, l’esperienza insegna, un ottimo gallo riproduttore è anche solitamente molto aggressivo al conseguimento della sua piena maturità sessuale (quindi un indicatore di un’ottima fertilità).
Come attenuare l’aggressività di un gallo
Un primo consiglio è quello, se possibile, di entrare in contatto fin da piccoli con il proprio gallo, cercando di abituarlo il più possibile alla nostra presenza e dunque ad una nostra certa vicinanza e “promiscuità” (oltretutto, riuscire ad avvicinarlo e a tenerlo in braccio, è anche un’importante strumento di prevenzione e cura).
Con questo approccio non è raro assistere al caso di galli che si avvicinano a noi con tranquillità e, in occasioni più particolari, anche vederli venire incontro, così come di solito fanno cani e gatti, nonché avvisarci dei pericoli e considerarci parte del suo gruppo da proteggere; questo tipo di imprinting fin da pulcini consente di arrivare anche ad avere un gallo come vero e proprio pets domestico (in tal senso, due incredibili esempi sono le storie di Frog e Apollo).
Ma se, nonostante un allevamento attento fin da piccolo, il gallo si dimostra molto aggressivo verso di noi, l’unica cosa che rimane da fare è affrontarlo con convinzione nel combattimento (ad esempio con l’aiuto di una frasca o una piccola verga) e respingere così i suoi attacchi e “sconfiggerlo” sul campo, in modo tale che ci riconosca come a lui superiori, e quindi rinunci agli agguati.
Occorre dunque affrontarlo direttamente, senza girarsi e senza scappare, e colpirlo con decisione con la frasca rimandandolo indietro; si può anche cercare di dissuaderlo e disorientarlo tirandogli una secchiata d’acqua.
Riuscire a farsi percepire come “esseri” a lui superiori e più forti è l’unico modo, nel caso di un gallo adulto aggressivo, di riuscire a modificare il suo comportamento, e di salvarlo da una fine ben peggiore.
Infatti, purtroppo, nei casi più estremi e irrimediabili, galli molto aggressivi che risultano impossibili da rieducare, rischiano anche la soppressione.
Invece, se si ha la possibilità di allevarli fin da piccoli, è possibile mettere in atto un “addestramento specifico” mirato ad educare i loro comportamenti; ne parliamo approfonditamente in questo articolo: Gallo aggressivo? Ecco alcuni comportamenti ed esercizi per provare a prevenirlo.
Gallo: simbologia e significato
Infine, per tutto quello che vi abbiamo raccontato fin qui del gallo, e per le sue caratteristiche morfologiche e comportamentali, questo animale, come formulato effettivamente da Louis Bréchemin nella sua opera “Allevamento moderno degli animali da cortile – GALLINE E POLLAI”, riempie della sua presenza la storia e il mondo.
Le sue specificità morfologiche e le sue attitudini comportamentali lo hanno reso un potente simbolo di virilità, di annunciazione temporale, nonché di potere di divinazione, che, dall’antichità, è arrivato quasi intatto fino ad oggi.
E’ anche per questo suo fortissimo e intrinseco potere simbolico che il gallo è scelto da moltissime persone in tutto il mondo come elemento grafico da tatuarsi sul corpo (vedi articolo dedicato ai tatuaggi di galli e galline).
Per secoli il canto del gallo ha accompagnato il risveglio mattutino dell’uomo e scandito i suoi ritmi naturali sonno-veglia (riposo-lavoro), ora perduti; quindi, sia simbolo solare che scaccia le tenebre, ma anche odiata incarnazione di colui che ci strappa ai piaceri notturni per farci tornare al duro lavoro; molto interessante, in tal senso, l’approfondimento di questo aspetto della simbologia “negativa” del gallo, affrontato nell’articolo “Maledire il gallo” trattato della ricercatrice universitaria Rosa Ronzitti.
Per la cristianità il gallo è simbolo del Cristo che porta una “nuova alba di fede” sul mondo, e la Chiesa, sotto forma di banderuola segnavento, lo fece posizionare sulla sommità di chiese e campanili, proprio a simboleggiare “colui che indica la via anche contro le avversità”.
Ecco dunque che, anche nella simbologia, traspare questa duplice polarità del gallo: animale stupendo, fiero e combattente da ammirare, ma anche da tenere lontano, da “silenziare”, in quanto la sua esuberanza può rivelarsi un pericolo per la nostra vita, distogliendoci da ciò che più ci piace fare.
Il gallo… dei nostri followers! 🙂
Ringraziamo di cuore i nostri followers sulla pagina facebook per aver partecipato ad un post condividendo la foto del loro splendido e amato gallo.
Un contributo preziosissimo, che rende bene l’idea di quanto anche il gallo (oltre alle galline) sia amato e coccolato, e reso unico dal rapporto speciale che lo lega a colui/colei che se ne prende cura. Grazie! 🙂
1) Gallo di tre mesi con fratello e sorelline (foto di @Elena Tosi)
2) Gallo “Giorgio”, gran parlatore, e quando richiama le sue galline il suo verso ricorda il gracidare di un rospo (foto di @Maria Rita Albanese)
3) Gallo “Rodrigo” detto “Rod” (foto di @Silvia Rocchi)
4) Gallo “Gino” al Bar (foto del “babbo” @Cristiano Curreli)
5) Gallo “Apollo” (foto di @Alessandra Animaanimale)
6) Gallo “PlaPlarotti”, noto PlàPlà …o anche Mostriciattolo, a seconda delle circostanze! 🙂 (foto di @Federica Pantaleo)
7) Gallo “Ruggero”, il Re Siciliano (foto di @Mariella Lipari)
8) Gallo “Elia” il direttore d’orchestra (foto di @Gianni Del Ben)
9) Gallo siciliano (foto di Salvatore Gambino)
10) Gallo “Piero”, il ciuffato (foto di @Eli Peroni)
11) Gallo “Mao”, il più cattivo di casa! È realmente pericoloso per gli sconosciuti e per gli altri galli, anche se pesa 700 ranni; un altro gallo di 4 kg appena lo vedeva scappava terrorizzato! (Gallo di cocincina nana millefiori, foto di @Vincenzo Tortorici)
12) Gallo “Ceppicone”, razza Australorp, tranquillo e socievole (foto di @Elva Paolini)
13) Gallo “Nerberto”, di razza cocincina nana, con il suo amico Pattù (foto di @Cristina Galligani)
14) Gallo… capo clan! (foto di @Antonio Gaetano Ecclesia)
15) “Il mio gallo più bello!” (foto di @Cesare Monzardo)
16) Gallo “Benito” di razza moroseta in primo piano; poi alla sinistra c’è Cloe, e a destra Flo. (foto di @Valentina Zuin)
17) Gallo “Lucifero” (foto di @Lorenzo Cherubini)
18) Galli… e fratelli! Vivono in simbiosi e fanno tutto insieme! (foto di @Tiziana Corbani)
19) Galletto giovane (foto di @Roberto Spiriti)
20) Gallo (foto di @Luca Pensa)
Tutto questo dunque è il gallo, e anche molto di più, ma che in questo articolo (già molto lungo) non abbiamo potuto trattare. Raccontateci nei commenti qui sotto anche quello che per voi è il gallo, nella vostra personale esperienza; se li avete mai allevati e se avete avuto problemi di aggressività e come li avete risolti…
Non puo esserci un pollaio senza il “RE” GALLO…………………….è troppo bello!!!!
Ciao Francesco, per chi non ha problemi di spazio e di vicinato il gallo è d’obbligo! 🙂 Animali stupendi e poi con il maschio la struttura sociale del pollaio è completa (e oltretutto le uova feconde sono anche più nutrienti di quelle sterili)!
Un salutone, ciao!!
Quanto costa un gallo?
Ciao Francesco, tutto dipende dalla razza del gallo, dall’età, dal quanto corrisponde allo standard, dall’allevatore… Sono tantissime le componenti che entrano in gioco nello stabilire il prezzo di un gallo (ma anche di una gallina). Ti lasciamo in lettura questo articolo che forse un’idea può dartela (ci sonoindicati anche i prezzi di qualche gallo): Quanto costa una gallina e dove acquistarla.
Un saluto e buona serata!
Ciao, e finalmente un articolo davvero completo sul gallo, per me un animale davvero stupendo! Mi incanto a guardarlo… Ne ho avuti diversi di galli ma adesso ho un problema che non mi era mai successo, e provo a chiedere a voi. Ho un gallo che mi canta anche di notte… Fortunatamente non ho vicini “troppo vicini” (scusate il gioco di parole), ma vorrei sapere perché lo fa, dato che è la prima volta che mi capita.
Grazie se potrete rispondermi, vi seguo sempre con passione, siete grandi! Ciao!
Ciao Valerio, grazie innanzitutto di seguirci e dei complimenti, fanno sempre tanto piacere!
Di solito un gallo canta la notte quando c’è una luce che lo disturba, anche una luce flebile, o anche a volte quando è luna piena. Altro motivo perché può cantare di notte, anche se è completamente al buio, è perché sente in lontananza il canto di qualche altro gallo, e così lui risponde.
Nel tuo caso, se prima non era mai successo (e supponendo che tu non abbia fatto interventi al pollaio o tu non lo abbia spostato), potrebbe essere che nelle vicinanze si sia accesa una luce che prima non c’era (un lampione ad esempio). Prova a pensare/controllare queste. Un saluto e buona giornata.
Buongiorno, ho qualche problema con i vicini per il canto del mio gallo. Cercando una possibile soluzione ho letto che in America stanno andando molto dei “collari” che silenziano il “chicchirichì” dei galli.. Non ne so molto, ma sembra che ne parlino bene… Voi che ne pensate? Li avete mai utilizzati?… Mi dispiacerebbe metterglielo, ma piuttosto che doverlo dare via sarei quasi tentato di provare con questi collari…
Grazie.
Buongiorno Danilo,
per quanto riguarda noi e la nostra personale esperienza, possiamo dirti che non abbiamo mai utilizzato tali collari; abbiamo però chiesto ad alcune persone che conosciamo e una di loro ci ha detto di averli provati e di seguito ti riportiamo ciò che ci ha detto.
Sono collari che servono a limitare la potenza di canto del gallo; di solito sono collari a strappo che limitano l’espansione della laringe e quindi, di conseguenza, anche la forza del “chicchirichì”. Al momento dell’applicazione andrebbe regolato in modo tale che tra collare e collo possa ancora passare un mignolo, in modo che l’animale possa deglutire il cibo senza fatica.
Soprattutto all’inizio il gallo prova molto fastidio (per circa 2/3 giorni), poi piano piano si abitua. Non sempre comunque sembra funzionare e a volte, dopo qualche tempo, può staccarsi o comunque allentarsi, tanto da far tornare l’animale a cantare normalmente. Può essere costruito anche in casa con una fettuccia/strappo di dimensioni adeguate. A livello di problematiche di interazioni con altri galli/galline non ho mai notato nulla di troppo particolare.
Un cordiale saluto e buona giornata.
Ciao, wow, bellissimo articolo e fantastiche le foto dei galli alla fine!! Il gallo è un animale che mi piace tantissimo!! Vorrei farvi una domanda da non esperta: mi ricordo che quando ero piccola mio nonno parlava di togliere gli speroni al gallo perché aveva paura che ci facesse male quando andavamo con lui al pollaio… Ma è vero che si possono togliere o lo diceva tanto per dire? O è un mio ricordo distorto?… Grazie se mi potrete rispondere.
Ciao Annabella, intanto grazie per i complimenti all’articolo. Ti possiamo dire che il tuo ricordo può essere senz’altro giusto; non sappiamo se e come tuo nonno rimuoveva veramente gli speroni al gallo, però è una pratica che esiste e si può fare. La cosa migliore è “svitarli” piuttosto che tagliarli.
Occorre prendere il gallo (meglio la sera prima che vada a dormire), avvolgerlo in un asciugamano e poi, tenendo le zampe ben ferme, afferrare lo sperone con una pinza e svitare e tirare. In questo modo la parte cornea e dura verrà via e rimarrà sotto la parte più callosa e morbida. Durante questa operazione ci sarà della fuoriuscita di sangue perché nella zona ci sono molti capillari; basterà disinfettare e tenere per precauzione il gallo isolato per un paio di giorni, per evitare che le galline, attratte da qualche gocciolina di sangue, possano andare a beccarlo proprio lì. Un minimo di dolore il gallo lo sente ma è anche vero che si ristabilisce praticamente subito (e se poi l’alternativa è sopprimerlo perché aggressivo e fa del male con gli speroni, allora può certamente essere una soluzione valida da tentare).
Ti lasciamo a conclusione anche un video dove viene mostrato come fare. Ci vuole comunque mano ferma ed esperta. Non improvvisatevi se non siete sicuri. Un saluto.
Salve, ma è vero che le uova gallate (fecondate dal gallo) sono migliori di quelle sterili?
Buonasera Giustino, la sua domanda non è di facile risposta in quanto molti esperti sono combattuti sull’argomento. A rigor di logica si sarebbe portati a pensare che quelle “gallate” abbiano al loro interno una “spinta vitale maggiore”, e dunque in grado di offrire un valore nutrizionale maggiore.
Su tale argomento ha scritto: Tallarico G., 1948 – “Il valore alimentare delle uova feconde. Allevamenti nel mondo”.
L’esperto Maurizio Arduin riporta un passo di tale testo in questo modo: “Ciò che conta non è il peso dell’uovo o quello che la gallina ha mangiato, ma l’attività funzionale, di equilibrio dinamico, di potenzialità fisiologiche che presentano i suoi componenti.
Queste caratteristiche di crescita e potenzialità produttiva sono insite solo nei semi delle piante e nell’uovo degli animali: solo da questi “microcosmi cellulari” è possibile trasformare ammassi informi di materiali comuni in ordinati e differenziati componenti anatomici.
Pertanto, come il seme che germina ha un maggiore valore biologico rispetto al seme non germinato, anche l’uovo fecondato (gallato) ha un valore alimentare superiore all’uovo deposto da galline che non sono state fecondate da un gallo“.
Buongiorno, ma è possibile che un gallo abbia ucciso una persona???… Ho letto qualche giorno fa di un’anziana uccisa da un gallo e sono rimasta sbalordita…E’ davvero possibile?
Buongiorno Gloria, che un gallo riesca ad uccidere una persona adulta di sana e robusta costituzione crediamo sia quasi impossibile; noi non abbiamo mai sentito dire una cosa del genere; forse un bambino piccolo potrebbe rischiare di più in quanto gli speroni potrebbero arrivare a colpirlo in punti vitali come ad esempio il collo. Per quanto riguarda infine l’articolo di qualche giorno fa apparso su moltissimi giornali e a cui lei fa riferimento, purtroppo il “titolo ad effetto acchiappa click” distorce la realtà. La signora soffriva di vene varicose e sarebbe morta anche per il graffio di un gatto o l’urto con un oggetto acuminato. La morte non è responsabilità del gallo ma delle vene varicose di cui la povera signora era affetta. Un cordiale saluto e buona giornata.
Ciao! innanzitutto complimenti per l’articolo! Io ne ho 14, tra galline, galli e pulcini, e sono alle prime armi! Il vostro sito mi è molto utile e vorrei farvi una domanda, se non disturbo. Da circa una 15ina di giorni il nostro gallo non canta più! 🙁 Prima cantava 3 o più volte al giorno… secondo voi da cosa può dipendere? Grazie.
Buongiorno Samanta, siamo molto felici che il nostro sito possa tornarle utile. Solitamente quando un gallo smette di cantare è perché è sotto stress (ad esempio un cambio di pollaio, oppure perché ha avuto la peggio in uno scontro), oppure perché può avere dei guai fisici, come infestazione da acari, o parassiti intestinali, o altra malattia che lo debilita (ad esempio anche della rogna ai tarsi o un’infezione alle vie aeree). Controlli approfonditamente il suo gallo, controlli le sue feci, se è vispo, se mangia, ecc. Se nota qualcosa di sospetto lo faccia visitare da un veterinario esperto di avicoli. Un cordiale saluto e speriamo si rimetta prestissimo e torni a cantare!!
Salve! Ho inserito nel mio pollaio un polletto della razza plymouth rock di pochi mesi comprato ad ottobre, e se con alcune pollastre ha già manifestato la sua supremazie, con 3 galline dell’età di un anno non riesce ancora ad imporsi. Vedo che ogni tanto quando le galline lo disturbano lui cerca di reagire ma a volte scappa da loro. Mi è stato detto che questo succede perché è ancora un gallo piccolo e che la cosa si sistemerà soltanto quando diventerà adulto (ancora non canta nemmeno, qualche canto l’atro ieri 🙂 ) è cosi?
Buongiorno Deborah, si è assolutamente così come le hanno detto! Stia tranquilla che quando il suo gallo sarà adulto saprà farsi rispettare da tutte le galline e prenderà il comando della gerarchia (ordine di beccata) all’interno del pollaio.
Un caro saluto e auguri di buone feste!
Salve! Nel nostro pollaio (circa 40 galline) avevamo 4 galli (tutti nati nello stesso pollaio) che convivevano abbastanza tranquillamente. Erano tutti giovani, meno di un anno (2 fratelli nati a luglio 2020 e 2 fratelli nati un paio di mesi dopo). Ad un certo punto uno dei due fratelli piú giovani ha attaccato il gallo dominante e l’ha quasi ucciso. Abbiamo immediatamente dato via i due fratelli giovani e tenuti gli altri, ma siccome il gallo attaccato non si riprendeva, l’abbiamo lasciato due notti da un veterinario in cura. Al ritorno nel pollaio non riusciva piú a cantare e nel frattempo si è scontrato con il fratello (con cui non l’avevamo mai visto dominare) che nel frattempo era rimasto solo nel pollaio. Il fratello è diventato il dominante e il gallo “attaccato” è rimasto sempre piú isolato, senza riuscire a cantare (ci provava ma era sfiatato) e dopo qualche giorno è morto 🙁 Cosa è successo? È morto di depressione? Ci eravamo affezionati a lui e siamo rimasti malissimo 🙁
Buongiorno Valentina, purtroppo i combattimenti tra galli per stabilire chi deve essere il dominante possono essere anche molto cruenti.
Non crediamo sia morto di depressione; forse dovrebbe essere il veterinario che l’ha tenuto in cura a provare a spiegare la morte; oppure una successiva ferita procurata al suo ritorno al pollaio ha creato un’infezione… E’ molto difficile stabilire quale possa essere stata la causa, ma non crediamo la “depressione”, deve esserci stato qualcosa di organico. Un caro saluto.
buongiorno sto allevando un giovane gallo che quand era giovanissimo, sei mesi fa, ho sottratto dal letale pericolo costituito dai ripetuti attacchi che subiva in un pollaio ad opera di un gallo più grande. Attacchi forse dettati anche dal fatto che il “mio” galletto aveva e in parte ha ancora difficoltà nel muoversi agevolmente e nel deambulare essendo un pochino “malformato” (posizione quasi eretta innaturale e avanzamento lento sollevando a racchetta ciascuna delle sue zampe). Ora il giovane gallo lo allevo e curo in un ampio giardino recintato. La mia remora è legata al fatto che essendo solo non potrà accoppiarsi nonostante dalla sua posizione possa vedere un pollaio vicino. Soffrirà enormemente per questa mancanza o si abituerà e condurrà una vita serena? Grazie davvero se mi potrete rispondere, Ve ne sarei molto molto grato. Michele
Buonasera, purtroppo il mio gallo ha preso una badilata da una persona poco intelligente , il giorno dopo non camminava più, l’ho portato dal veterinario secondo lui è paralizzato, potete darmi qualche consiglio ?Grazie a chi potrà aiutarmi
Buongiorno, ci dispiace veramente tantissimo per il povero gallo 🙁
Purtroppo se il veterinario che lo ha visitato direttamente ha dato tale responso non crediamo ci possano essere rimedi alternativi per risolvere. Un caro saluto