Cogliamo l’occasione di una notizia di recente pubblicazione, uscita sul “Corriere dell’Umbria” e intitolata “Spunta pollaio con copertura in eternit” (ovvero, nel comune di Corciano, confinante con la proprietà di un piccolo condominio, spunta un pollaio con tettino in eternit e divampano le polemiche), per affrontare una tematica molto importante per chi si trovasse ad avere a che fare con pollai o altre strutture da esterno e giardino (nonché cassoni per l’acqua, tubature o altro) realizzati con impiego di eternit.
E’ molto importante sapere come procedere alla rimozione di questo materiale nocivo per la salute in modo sicuro, e senza rischi per l’uomo e per gli animali che vivono nell’area circostante.
L’eternit nelle coperture dei pollai
L’eternit (una miscela di fibrocemento contenente amianto) è stato, fino ad alcuni decenni fa, ampiamente utilizzato in ambito murario/costruttivo, in quanto considerato un ottimo materiale per le sue caratteristiche di isolamento e resistenza al calore.
Spesso, per il suo costo ridotto rispetto ad altri materiali, è stato utilizzato pure nella realizzazione di estese coperture di strutture agricole (anche ad esempio nel caso di grandi allevamenti), nonché negli orti e nei giardini per la costruzione di piccole tettoie e coperture (per baracche, rimesse agricole, pollai fai da te, fino ad arrivare alla cuccia per il cane).
Ecco di seguito alcuni esempi che illustrano possibili utilizzi dei noti “pannelli ondulati” in fibrocemento contenente amianto:
Il pericolo amianto (presente nell’eternit)
L’impiego dell’eternit si è però poi scoperto altamente nocivo.
Trattandosi di un materiale fibroso, con il tempo l’amianto si sfalda in fibre molto piccole e volatili che provocano infezioni alle vie respiratorie e tumori alla laringe e ai polmoni (tra questi il terribile mesotelioma pleurico).
Le polveri contenenti fibre d’amianto, quando respirate, possono causare gravi patologie, come l’asbestosi (dal latino asbèstus, inestinguibile; sostanza minerale di colore giallo argentino, di tessitura fibrosa, che ha la proprietà di rimanere inconsunta in mezzo al fuoco; è di varie specie, una delle quali è l’amianto) nel caso di importanti esposizioni, nonché tumori della pleura.
I tipi di amianto più pericolosi per la salute e cancerogeni sono gli anfiboli, e fra essi il più temibile è la crocidolite.
Il potenziale di pericolosità dei materiali contenenti amianto non è però identico per tutte le tipologie di manufatti.
La pericolosità dell’amianto è infatti legata, come noto, alla maggiore o minore possibilità di rilascio di fibre, parametro questo influenzato dalla stato di conservazione del manufatto stesso.
E’ raro trovare oggi, a 20 anni di distanza dalla normativa di cessazione dell’uso dell’amianto, dei manufatti di eternit in ottimo stato di conservazione; ne consegue quindi che la possibilità di rilascio di fibre è molto alto e dunque proporzionale, in linea generale, all’età del materiale.
Eseguire lavorazioni o frantumare manufatti contenenti amianto porta all’inevitabile rilascio di consistenti quantità di fibre, ma non solo; lo stesso trasporto di fibre che il vento può provocare, nel caso di coperture in cattivo stato di conservazione, può essere altrettanto dannoso.
Come procedere alla rimozione o incapsulamento dell’eternit
«Esistono situazioni in cui, per bonificare un pollaio di qualche decina di metri quadrati, un privato arriva a spendere cifre anche abbastanza importanti, e si parla di centinaia se non migliaia di euro»; questi sono i costi per l’intervento di bonifica dell’eternit (rimozione o incapsulamento) effettuato da una ditta autorizzata; prezzi dunque elevati, nonostante spesso non ci siano i costi aggiuntivi derivanti dall’allestire un cantiere con significative altezze da terra (nel caso di pollai le altezze infatti sono quasi sempre assai modeste).
Questo scoglio economico non deve però essere di impedimento ad una corretta risoluzione del problema, che è importante che sia all’attenzione e sensibilità di tutti.
A volte, proprio per evitare la spesa di rimozione, si verificano spiacevolissimi casi di abbandono delle coperture in eternit rimosse in autonomia, con un duplice effetto negativo (se non criminale):
- per la salute di chi ha rimosso “in malo modo” il materiale, mettendo a repentaglio la sua incolumità durante il lavoro ma anche quella di tutti coloro che respireranno le fibre di amianto del materiale abbandonato;
- per la spesa pubblica (a carico di tutti), perché in questi casi è il Comune a doversi fare carico della spesa di rimozione del rifiuto pericoloso abbandonato.
Le prime cose da fare nel caso in cui si debba procedere a rimuove (o incapsulare) materiali in eternit/amianto (siano essi sul nostro pollaio o diversamente utilizzati) sono:
- verificare se a livello regionale-comunale esistono procedure e istruzioni (nonché fornitura di dispositivi di sicurezza) per procedere autonomamente, e senza alcun rischio per la salute, alla rimozione-bonifica;
- verificare se a livello regionale-comunale esistono incentivi economici (contributi) per sostenere parte della spesa a carico del privato (determinante avvalersi di ditte autorizzate e specializzate nel settore, verificando che siano autorizzate alla gestione del rifiuto, e che rilascino tutta la documentazione relativa al corretto conferimento in discarica, con consegna finale di copia del formulario rifiuti che accompagna l’amianto smaltito).
In ogni Regione, e talvolta in ogni Comune, ci sono regole e opportunità diverse, ed è quindi essenziale informarsi bene rispetto alla singola realtà territoriale.
A livello nazionale è stato definito il Piano Nazionale Amianto e sono disponibili ricognizioni relative alla presenza di amianto, ed è sulla base di questo strumento che Regioni e Comuni hanno definito piani e procedure per agevolare il corretto intervento di rimozione o incapsulamento dell’eternit.
Se avete esperienze dirette di rimozione di eternit, raccontatecele nei commenti qui sotto all’articolo o sulla pagina facebook; potrebbero essere di aiuto ad altre persone che si trovano nella situazione di dover risolvere questo importante problema.
Infine, se avete intenzione di mettere su un pollaio per alcuni esemplari di galline ovaiole per utilizzo famigliare e domestico, vi consigliamo l’acquisto di pollai in legno (o anche di altri materiali) già prefabbricati, perfetti per gli animali e anche veramente molto carini esteticamente da vedere. Questi sono solo alcuni esempi:
Io mi sono dovuta rivolgere a dei professionisti – la Mario Taddei – per risolvere questo problema!
Non sapevo nemmeno di correre questo rischio, ma ho scoperto che tantissimi pollai hanno coperture a rischio: meglio non sottovalutare il problema e chiedere subito una mano.
Anche perché, come avete scritto anche voi, la rimozione autonoma può essere scorretta e pericolosa!