Tutti gli amanti delle galline, e vi assicuriamo che stiamo crescendo ogni giorno di più, dovrebbero segnare sul calendario la data del 4 Maggio, in quanto si festeggia la Giornata Internazionale del Rispetto per le galline.
Questa ricorrenza è stata inaugurata per la prima volta dallo United Poultry Concerns, un’organizzazione no-profit che si dedica alla divulgazione di un comportamento rispettoso e compassionevole per tutti gli avicoli da allevamento, comprese quindi anche le galline.
Ma non solo divulgazione: sono in prima linea in molte azioni concrete, prima tra tutte quella di salvare le galline dagli allevamenti industriali e ridare loro una seconda vita (re-homing), fuori da gabbie e lontane da stress e sovraffollamento.
Durante questa giornata, chiunque percepisca questo desiderio di una vita libera e di benessere per le galline (e gli altri avicoli da allevamento), è invitato a contribuire anche con una piccola azione, come ad esempio quella di condividere sui propri profili social un pensiero o un’immagine dedicati a questo problema, in modo da far riflettere le persone a noi vicine su tale tematica.
Ed è proprio in occasione di questa ricorrenza che noi abbiamo deciso di dare il nostro piccolo contributo, pubblicando un articolo dedicato all’allevamento “Uovo Perfetto”, un allevamento assolutamente fuori dal comune, crediamo unico nel suo genere in Italia, che ha deciso di produrre uova investendo su galline salvate da allevamenti industriali, dunque facendo proprio re-homing.
Vediamo di conoscere dunque più da vicino questa bellissima realtà e festeggiare idealmente insieme a loro il 4 maggio.
Un noto proverbio popolare ha sempre raccontato che “gallina vecchia fa buon brodo”, e questo è ciò che succede, in termini molto meno metaforici, alle galline di circa 1 anno e mezzo / due, allevate nei grandi capannoni industriali.
Galline ovaiole che abbiano superato il secondo ciclo di deposizione non sono più ritenute, dal mercato, sufficientemente produttive, e dunque non più capaci di generare un buon ritorno economico a fronte dell’investimento effettuato; e così vengono destinate, purtroppo, alla macellazione.
Ma a Cutrofiano, piccolo paese di poco più di 8.000 abitanti in provincia di Lecce (Puglia), Giulio Apollonio e la compagna Maria Greco sono riusciti a mettere in piedi (da gennaio 2019) un allevamento che “smentisce il mercato” (e il noto proverbio!), e che riesce a sostenersi salvando dal macello le galline ovaiole considerate improduttive donando loro una nuova vita di libertà.
“Tutto è cominciato perché un giorno, al supermercato, abbiamo notato delle uova di gallina biologiche che costavano 70 centesimi l’una, non poco rispetto alle altre. Sulla confezione c’era scritto il luogo di provenienza, così il weekend seguente abbiamo organizzato una passeggiata domenicale per andare a curiosare”, racconta Giulio, e continua: “Purtroppo abbiamo così scoperto che nel luogo di produzione indicato non c’era nulla di ciò che ci aspettavamo di trovare; c’erano solamente dei capannoni dove veniva fatto lo smistamento delle uova. Ci siamo rimasti così male che anche adesso, che abbiamo un nostro allevamento eticamente e ambientalmente sostenibile, non vogliamo la certificazione biologica”.
“Uovo Perfetto” (qui la loro Pagina Facebook) garantisce invece tanto spazio all’aperto – circa 25.000 metri quadrati – dove le attuali 500 galline, salvate da alcuni allevamenti intensivi della zona, adesso possono razzolare liberamente e soprattutto deporre uova senza stress, in morbidi nidi collocati all’interno dei vari pollai in legno sistemati all’interno del recinto.
Pascolando nel prato (un pascolo di erbe spontanee, è bene precisarlo!) le galline trovano già molto di ciò che occorre loro come cibo, a cui vengono aggiunte anche razioni di semi di avena, orzo e grano, raccolti direttamente nei campi adiacenti.
In questo modo il costo dell’allevamento si riduce di molto, le galline sono più sane (si risparmia dunque anche sulle cure) e si riesce a fare un margine di guadagno anche avendo meno uova.
“In questo periodo primaverile, che è quello di massima produzione in assoluto, le nostre galline (soprattutto Livornesi, Isa Brown e alcune ibridi campagnole) ci stanno assicurando comunque molte uova. – dice Apollonio – In più stiamo cercando anche allevare l’Araucana, quella che fa le uova azzurre che sul mercato non si trovano.”
Le uova di “Uovo perfetto” si vendono a 70 centesimi l’una e chi le acquista sa che sta aderendo anche a una precisa scelta etica e sta aiutando un’azienda che si è posta davvero come obiettivo principale il benessere degli animali e un ritorno ad un commercio più vicino alla natura.
Anche le “uova azzurre” di Araucana sono piaciute molto, e gli chef stellati Bros’ di Lecce hanno deciso di servirsi a Cutrofiano per l’approvvigionamento di tale materia prima, con cui realizzare squisite ricette di livello top.
Inoltre Giulio e Maria hanno messo a punto una sorta di self-service dell’uovo: chiunque può raggiungere l’azienda, prendere autonomamente dalla cassetta le uova di cui ha bisogno e lasciare il corrispettivo in denaro, senza che nessuno controlli.
“Non abbiamo mai trovato un centesimo in meno – dice Apollonio – eppure essendo in una zona sperduta in molti ci dicevano che ci avrebbero rubato tutto. Forse, se avessimo messo delle grate di protezione, l’avrebbero fatto. Invece c’è rispetto e onestà”.
Infine, altro fattore assolutamente da non sottovalutare, è l’eco-sostenibilità del progetto, ovvero l’equilibrio tra estensione del terreno e numero di galline allevate.
Nel grande campo di “Uovo Perfetto” tutto è in armonia naturale: le galline smuovono il terreno senza rovinarlo troppo e lo concimano; il prato resta lussureggiante e non si creano tutti quei problemi connessi allo smaltimento delle feci che invece si hanno negli allevamenti intensivi, e che tanto danno creano all’ambiente e alle falde acquifere.
Anche gli ispettori ASL che hanno seguito la nascita dell’azienda, hanno trovato un modello di allevamento a così elevato standard di benessere da non trovare esempi simili a cui rapportarsi menzionati nei vari regolamenti, nemmeno quelli riguardanti gli allevamenti biologici.
“Le nostre uova mettono d’accordo anche molti animalisti e vi dirò di più; alcuni vegani hanno ammesso che le uova prodotte così, con questa elevata qualità di vita, potrebbero essere inserite anche nella loro alimentazione.”
Dunque, un ecosistema naturale perfetto, capace di restituire una vita dignitosa a quelle galline provenienti da allevamenti industriali.
“Da noi le galline moriranno di morte naturale. Sappiamo che le nostre galline produrranno sempre meno e che il nostro business plan iniziale, di 20mila euro, col passare dei mesi è triplicato, ma vi posso assicurare che ne vale assolutamente la pena”.
Non possiamo che concludere facendo tantissimi complimenti a Giulio e Maria, per la loro scelta coraggiosa, e l’impegno a portare avanti un progetto d’avanguardia in Italia che speriamo possa essere di esempio per tanti altri nel prossimo futuro.
E in un gioco di rimandi tra passato e futuro, tradizione e natura, ci riallacciamo al messaggio iniziale del “4 maggio” per finire con questa poesia del Pascoli, a cui, come buon auspicio, abbiamo aggiunto una strofa finale… a tema avicolo! 🙂 (Giovanni, siamo sicuri, ci perdonerà!)
A maggio non basta un fiore.
Ho visto una primula: è poco.
Vuol nel prato le prataiole:
è poco: vuole nel bosco il croco.
È poco: vuole le viole; le bocche
di leone vuole e le stelline dell’odore.
Non basta il melo, il pesco, il pero.
Se manca uno, non c’è nessuno.
È quando è in fiore il muro nero
è quando è in fiore lo stagno bruno,
è quando fa le rose il pruno,
è maggio quando tutto è in fiore.
“A maggio non basta una gallina,
è maggio quando tutte le galline saranno libere di razzolare felici in prati fioriti.”
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