Abbiamo già scritto in passato su due allevamenti biologici che, per qualità di vita e benessere delle galline, potevano rappresentare degli esempi virtuosi da seguire nel tentativo di superare altre forme di allevamento davvero poco rispettose del benessere animale: Uovo di montagna e l’azienda L’uovo e la canapa.
Oggi vi raccontiamo di un’altra bella esperienza che da alcuni anni si sta sviluppando in Valtellina: Uovo di selva.
L’ideatore di questo progetto si chiama Massimo Rapella il quale, gentilmente, si è reso disponibile a raccontarci come è nata l’idea di questo allevamento, la filosofia che ci sta dietro, come vivono le galline e come riesce a soddisfare in modo diretto i suoi selezionati clienti.
Massimo Rapella, nel 2009, possedeva 4 galline in un piccolo pollaio domestico per l’approvvigionamento familiare di uova fresche e genuine; osservandole quotidianamente si era accorto che al razzolare nello spazio presente in cortile preferivano di gran lunga il vicino bosco di castagni, ricalcando così in qualche modo il comportamento atavico del primordiale gallus gallus, abitante delle foreste preistoriche nel continente asiatico.
A seguito della chiusura della ONG educativa in cui sia lui che la moglie lavoravano, fu presa la decisione di provare ad investire in un allevamento di galline ovaiole, che fosse però rispettoso al massimo del benessere animale, e dunque di realizzarlo proprio all’interno di quel bosco di castagni che le sue galline avevano dimostrato di amare molto.
Nel 2013 il progetto prende il via con 700 galline, per arrivare fino ad oggi in cui è stato raggiunto il numero massimo di 2000 galline, libere di razzolare in un sottobosco di 2 ettari (20.000 mq di terreno, dunque una media di 10 mq ad animale, la superficie raccomandata nell’allevamento biologico estensivo).
Il bosco è situato a circa 600 metri di altitudine, lungo il pendio di un monte, e le galline sono libere di razzolare tutto il giorno nel sottobosco, integrando l’alimentazione spontanea (tra cui anche castagne, vermi, insetti e formiche) con granaglie biologiche messe a disposizione in apposite mangiatoie all’interno del perimetro recintato.
Ogni giorno vengono deposte in totale circa 1300 uova, in nidi scelti naturalmente dalle galline a giro per il bosco, e poi perfezionati da un minimo intervento umano; la raccolta delle uova è giornaliera e fatta rigorosamente a mano da Massimo più tre addetti del personale.
Anche la successiva consegna delle uova è fatta in giornata ed esclusivamente di persona e a mano, dal produttore al consumatore, senza alcun intermediario (le “uova di selva” infatti rifornisco solo circa 400 privati e 40 ristoranti; nessun negozio può acquistarle e rivenderle).
Ovvio che in questo modo le “uova di selva” non possano arrivare oltre Milano, pur ricevendo richieste da tutta Italia; ma è una scelta che fa parte di una filosofia commerciale più ampia, che oltre al benessere delle galline pone molta attenzione anche alla sostenibilità ambientale (vengono utilizzati degli imballaggi riciclabili che permettono di risparmiare 10 tonnellate di carta all’anno) e all’uovo di qualità come prodotto tipico del territorio in cui è stato deposto.
Una “filosofia dell’autenticità”; così piace chiamarla a Massimo.
Il problema maggiore, per un allevamento di questo tipo, sono i predatori; pur essendo il bosco recintato non mancano rapaci e altri carnivori che possono presentarsi anche di giorno, e così, all’interno del bosco, sono liberi di muoversi anche due cani maremmani, che al minimo allarme lanciato dalle galline accorrono subito sul posto.
Durante la notte le galline fanno ritorno al ricovero e dormono al chiuso, completamente protette da qualsiasi attacco.
I ricoveri sono utili anche in inverno, quando abbondanti nevicate imbiancano tutto il bosco e le galline, sempre libere di razzolare, hanno però bisogno di un riparo dal freddo e dal gelo, soprattutto per scaldare le zampe e trovare acqua e cibo.
Per il futuro “Uovo di selva” non delocalizzerà mai e non aumenterà il numero di galline; un’idea è quella invece di acquistare altri due ettari di bosco adiacente a quello attuale in modo da poter fare “rotazione” tra i due spazi, così da offrire alle galline un sottobosco rinnovato e più ricco ogni 6 mesi.
Altra idea in cantiere è quella di realizzare alcuni prodotti edibili a base di uovo di altissima qualità (inizialmente una pasta all’uovo) utilizzando solo ed esclusivamente le uova fresche del proprio allevamento.
C’è infine l’idea di passare il prima possibile ad un’auto elettrica, in modo da abbassare l’impatto ambientale e il consumo di CO2 anche durante il viaggio quotidiano di consegna delle uova.
Via Ganda 80h, 23017 – Morbegno (Sondrio)
Tel. (+39) 349.4353296
Email: uovodiselva@gmail.com
L’ Uovo di selva è un uovo certificato biologico (certificazione n° 037776), prodotto in Valtellina, nella Valle del Bitto, in un bosco di castagni a 600 metri di altitudine.
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