Il pulcino ballerino e l’uovo gobbo, di Maddalena Brunasti

Ringraziamo prima di tutto Maddalena Brunasti per averci segnalato la sua personale “scoperta” dell’uovo gobbo (casualmente datata 12 Ottobre proprio come il Columbus Day del 12 Ottobre 1492) e riportiamo di seguito un estratto di un suo racconto – frutto dell’intreccio tra memoria personale (autobiografia) e memoria collettiva – dedicato appunto all’uovo gobbo così come presente nel testo della famosa canzoncina “Il pulcino ballerino” (vincitrice della 6° Edizione dello Zecchino d’Oro 1964).

Viviana Stucchi interprete de “Il pulcino ballerino” alla 6° Edizione dello Zecchino d’Oro 1964 (di cui sarà poi anche la vincitrice).

Eureka, l’uovo gobbo!

“Il 12 ottobre scorso ho fatto una scoperta sensazionale… per me fantastica: in una confezione di uova acquistate al supermercato ho trovato questo uovo, ed ho esultato con grande entusiasmo, perché …finalmente!… ho trovato l’uovo “perfetto”, che ho cercato per tanti anni, tutta la mia vita, cioè l’UOVO GOBBO!”

L’uovo gobbo “rinvenuto” da Maddalena Brunasti il 12 Ottobre 2018.

Essendo nata nel 1963, come tutti i bambini italiani della mia generazione – quella dei baby-boom – sono cresciuta canticchiando le scanzonate canzonette dello Zecchino d’Oro.

Una delle mie preferite era quella che raccontava la storia del pulcino ballerino nato dall’uovo gobbo di una gallina zoppa

Di questa canzone-filastrocca mi è sempre piaciuto tutto: la melodia, il ritmo, il testo, la favola e la sua “morale”. Ma per tanti anni, ormai 55 compiuti e “suonati”, quindi oltre mezzo secolo, mi sono sempre chiesta come fosse fatto il fantomatico UOVO GOBBO

Fin da piccola osservavo attentamente ogni uovo di qualsiasi gallina, tutte le galline possibili: uova di galline ruspanti, allevate da mio nonno in casa a Monselice, nel proprio pollaio in fondo all’orto e in quello della signorina Linda, che vedevo mentre mi dondolavo in altalena, e che la Rina di Cavaion portava alla nonna Elena nella cucina di Garda, poi quelle dei pollai in cascina a Camino, vendute dall’Ercole nella sua fattoria, della signora Edi nella sua casa-bottega e dalla Rosa nella sua Butega; uova di galline di allevamento, che a Milano la mamma comprava o mi mandava a prendere alla polleria dei Polli (nomen omen), cioè della signora Polli, una donna gentilissima, mamma del Cesare Polli, un simpaticissimo compagno di scuola e di giochi di mio fratello Paolo; le uova “industriali“, che si comprano nei supermercati, di varie tipologie – economiche, di qualità, biologiche,…

Maddalena Brunasti in altalena: infanzia a Monselice (1967).

Ovviamente ho notato molte differenze tra le centinaia, ormai migliaia, di uova che osservavo, e poi mangiavo: diversità nella dimensione e, ovviamente, nel sapore…

Viaggiando all’estero mi sono accorta che rispetto a quelle nostrane, le uova di altri paesi, in particolare inglesi e americane, hanno un colore differente: le uova italiane (e per me anche istriane) sono soprattutto di infinite gradazioni di marroncino, alcune anche bianco-avorio e bianco-latte, mentre quelle per me straniere sono bianche-bianche, come le pagine dei quaderni.

La figura dell’uovo mi ha sempre affascinata moltissimo, anche per la sua simbologia, molto densa di significati: la genuinità, la perfezione, il ciclo-della-vita e, a Pasqua, la resurrezione.
Con la collaborazione a LOCANDA DELL’ARTE me ne sono occupata e interessata molto dal 2013, quando alla galleria dell’art-hotel la collezionista Maria Sormani ha presentato in esposizione la propria (eccezionale!) raccolta di rare e preziose UOVA PASQUALI RUSSE.

Porcellana con pittura, decoro a smalti e doratura (Imperiale Manifattura di Porcellana, 1910) (dalla raccolta della collezionista Maria Sormani).

Ma… eppure… niente da fare! Per oltre mezzo secolo l’UOVO GOBBO per me è restato un mistero! Della sua esistenza nella realtà non ho mai trovato riscontro, perciò, dopo le spasmodiche indagini infantili, con la maturità ho abbandonato la ricerca, rassegnandomi all’evidenza che fosse una fantasia, e con questa “amara”, anche alla “triste verità” che la mia fervida immaginazione sia alimentata da fantasticherie e ricordi, che nella mia memoria sono indelebilmente fissati, ma che non c’è modo, e perciò neanche “ragione”, di nemmeno tentare di raccontare o dimostrare ad altri, a cui non posso spiegare razionalmente, quello che ho in mente, e nel cuore.

… Invece, come l’eccezione che conferma la regola e, come per tante altre scoperte, per caso ho trovato un uovo che conferma l’esistenza del fantomatico UOVO GOBBO…

Maddalena Brunasti: infanzia a Monselice (1967).

Il pulcino ballerino: il testo della canzone

Interprete: Viviana Stucchi
Testo: Franco Maresca
Musica: Mario Pagano
Edizioni S.C.I.A. (Napoli)

Dall’uovo gobbo
Di una gallina zoppa
Nacque un pulcino
Che zoppicava un po’
Sembrava triste
Perciò la mamma chioccia
Per consolarlo
L’hully gully gli insegnò
Per l’hully gully
Di quel pulcino zoppo
Grilli e cicale
Facevan cri cri cri
Il babbo gallo
Scoppiava dalla gioia
E nel pollaio
Una festa organizzò

Ticche, tocche, ticche, tocche
Il pulcino dopo un po’
Ticche, tocche, ticche, tocche
A ballare incominciò
Tre galletti verdi e gialli
Professori d’hully gully
Il pulcino ballerino
Salutarono così
Chicchirichì
Chicchirichì
Chicchirichì

PS: se siete appassionati di canzoni e filastrocche per bambini legate al tema dei “pulcini”, vi suggeriamo di dare un’occhio (e un orecchio!) anche all’articolo dedicato al più recente “tormentone” del Pulcino Pio!

Maddalena Brunasti

Di origini venete, nata e vissuta a Milano, dove ha abitato e lavorato fino al 2007 principalmente collaborando a riviste di settore, service editoriali, case editrici e agenzie di comunicazione, inoltre come agente di sviluppo per interventi di inclusione sociale promossi dal DG5 dell'UE, Maddalena Brunasti risiede in Monferrato, dove nel 2009 ha "esordito" con l'ideazione e l'organizzazione della mostra-evento PINOCCHIO & I SUOI COMPAGNI D'AVVENTURA, si occupa di promozione socio-territoriale e progettazione di iniziative culturali e attualmente coordina lo sviluppo del format di esposizioni ed eventi TAVOLE A TAVOLA, il primo (e finora unico) programma italiano nel calendario dell'ANNO INTERNAZIONALE DELLE LINGUE INDIGENE-DIALETTALI.

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