Questa tematica (così come la possibilità di possedere e detenere animali domestici in un condominio, inserita nel “Codice Civile”) è la testimonianza di una sensibilità crescente e di una trasformazione del rapporto uomo-animali che si riflette anche nell’evoluzione dell’ordinamento giuridico nonchè nell’evoluzione del “Codice Civile” e del “Codice di Procedura Civile”.
In questo caso parliamo di impignorabilità. Lo scenario è quello dell’emissione di un atto ingiuntivo di espropriazione forzata dei beni al fine di sanare i debiti verso creditori.
Fino al 22 Dicembre 2015 gli animali come cani, gatti, conigli, caprette, cavalli e galline (tenuti per affezione o compagnia, quindi non a scopi produttivi), potevano essere pignorati e conteggiati tra i beni da convertire in soddisfacimento delle pretese dei creditori. Erano quindi trattati come oggetti e catalogati tra i beni mobili al pari di un automobile, una barca, un computer, un divano o altro.
Dal 2015 l’ordinamento giuridico ha fatto un grande passo verso la tutela degli animali, il riconoscimento dei loro diritti e della loro soggettività giuridica; infatti dal 2015 gli animali d’affezione o da compagnia sono stati esclusi dai beni pignorabili, dove:
- per animali d’affezione, ai sensi della Legge 281 del 1991, si intendono cani e gatti;
- per animali da compagnia, ai sensi dell’Accordo Stato-Regioni recepito con DPCM 28.2.2003, si definisce “ogni animale tenuto, o destinato ad essere tenuto, dall’uomo, per compagnia o affezione, senza fini produttivi od alimentari, compresi quelli che svolgono attività utili all’uomo, come il cane per disabili, gli animali da pet-therapy, da riabilitazione, e impiegati nella pubblicità. Gli animali selvatici non sono considerati animali da compagnia”. Quindi, stando a ciò, rientrano negli “animali da compagnia” anche galline, conigli, cavalli, caprette e quant’altro.
L’evoluzione del “Codice di Procedura Civile”
Il risultato conseguito nel 2015 è frutto di una lunga battaglia portata avanti dalla LAV (Lega Anti Vivisezione), iniziata addirittura nel 2008, con una campagna di raccolta firme, e della mobilitazione mediatica e telematica #giùlezampe (promossa e lanciata da Tessa Gelisio con il patrocinio della Lega Nazionale per la Difesa del Cane).
Il 22 Dicembre 2015 è stato approvato nello specifico l’art. 77 del Collegato ambientale alla Legge di stabilità 2014 che ha modificato l’articolo 514 del ‘Codice di procedura civile’, in materia di cose mobili assolutamente impignorabili, cancellando dall’ordinamento giuridico la pignorabilità degli animali d’affezione o da compagnia, tenuti presso la casa del debitore o negli altri luoghi a lui appartenenti, senza fini produttivi, alimentari o commerciali, e quelli impiegati ai fini terapeutici o di assistenza del debitore, del coniuge, del convivente o dei figli.
Nel dettaglio, l’art. 514 del “Codice di Procedura Civile” prevede che non si possano pignorare:
- gli animali di affezione o da compagnia tenuti presso la casa del debitore o negli altri luoghi a lui appartenenti, senza fini produttivi, alimentari o commerciali (comma 6-bis) ;
- gli animali impiegati ai fini terapeutici o di assistenza del debitore, del coniuge, del convivente o dei figli (comma 6-ter).
Il 22 Dicembre 2015 la LAV ha dichiarato: “Gli animali, come riconosciuto dal Trattato di Lisbona e da una consolidata giurisprudenza, sono esseri senzienti e non era più tollerabile che il nostro ordinamento giuridico potesse disporne l’allontanamento dalla loro famiglia, trattandoli al pari di un televisore o di un oggetto qualsiasi. Gli animali hanno una vita affettiva, relazionale ed emotiva: la separazione dalla loro famiglia è quindi vissuta come un vero abbandono, che causa loro sofferenza psichica ed emotiva, e ne provoca anche alle persone che li hanno accolti nel nucleo familiare. Il voto di oggi conferma la strada intrapresa dal Codice Penale nel 2004, un tassello importante che, ci auguriamo, aprirà la strada al riconoscimento della soggettività giuridica degli animali, anche in altri e più estesi ambiti”.
Tessa Gelisio ha inoltre dichiarato: “Si tratta di un concetto di civiltà che finalmente ci vede allineati ad altri paesi come l’Austria e la Germania, dove da tempo si è affermata con forza l’idea che gli animali non sono cose”.
Le galline e i concetti di “affezione” e “compagnia”
La tematica della non pignorabilità degli animali d’affezione o da compagnia, implica una riflessione profonda sui concetti di “affezione” e “compagnia” rapportati alle galline (siano esse ovaiole o ornamentali); è certamente una riflessione attuale e certamente necessiterà di sviluppi e approfondimenti nel prossimo futuro.
Il “Los Angeles Times” annota che secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Usa, in America nel 2019 i pollai urbani aumenteranno del 400%. «Li trattano come animali familiari, soprattutto se in casa ci sono bambini», spiegano dalla Surrey Poultry Society al Guardian, «e questa tendenza è in aumento».
Quel che è certo è che le galline sono esseri viventi, animali senzienti e intelligenti, e quindi non sono cose.
Altra certezza è che le galline sono animali socievoli (con grandi regole sociali tra di loro) e con manifeste tendenze a socializzare anche con gli esseri umani (in primis tra tutte le galline di razza Serama).
E’ inoltre certo che può esistere un rapporto d’affezione tra esseri umani e galline, quantomeno mono-direzionale (rivolto dall’essere umano alla gallina).
Il pollaio familiare
Nel caso specifico stiamo parlando di galline di un pollaio domestico (familiare), sicuramente dotato di un numero molto ridotto di esemplari con i quali nel tempo si è instaurato un rapporto anche affettivo.
Questo rapporto affettivo è tipico e largamente diffuso per gli animali d’affezione “standard” (quali cani e gatti), ma è certamente in crescita anche per gli animali d’affezione diventati tali a seguito del mutamento del comune sentire sociale (quali galline, conigli, caprette, cavalli e quant’altro).
Nell’esplorazione di questa trasformazione del rapporto tra uomo e animali (quali la gallina), si fondono la nuova sensibilità verso l’ambiente e la natura (tipica della modernità in cui viviamo) e la necessità di trovare nuove modalità di rapportarsi con qualcosa con cui l’essere umano da sempre ha convissuto (c’è quindi anche una necessità di non perdere il contatto con le nostre origini).