La Silicon Valley, oramai nota e famosa in tutto il mondo, è quell’area meridionale della baia di San Francisco in cui, a causa dell’iniziale presenza di industrie che fabbricavano chip al silicio per computer, ha visto negli anni concentrarsi, una vicina all’altra, quasi tutte le aziende e start-up tecnologiche più avanzate del mondo, a formare un network di collaborazione reciproca che funzionasse da acceleratore dell’innovazione.
La notizia, apparentemente paradossale, è che da alcuni anni, nei giardini delle ville di quasi tutti i top manager dell’hi-tech, si stanno diffondendo sempre più pollai e galline, quest’ultime trattate come veri e propri animali domestici e da compagnia, ambite anche per le loro uova fresche e genuine. E forse, a pensarci bene, non è poi un paradosso, e non è neanche così tanto strano…
Galline in Silicon Valley
I top manager delle aziende tecnologiche passano moltissimo tempo davanti ai monitor dei PC, chiusi in stanze asettiche e artificiali, sempre costretti a rincorrere nuove scoperte innovative per il mercato; e per cercare di far fronte a tutto questo stress, ecco che si sta sempre più diffondendo, appunto, l’hobby di allevare di galline (sia ovaiole che ornamentali a seconda dei gusti personali), passatempo riconosciuto da tutti come molto rilassante e apportatore di benessere psico-fisico: “Un hobby istruttivo e rilassante, a diretto contatto con la natura, importante per i figli e che porta deliziose uova sempre fresche sulla tavola”, racconta uno dei super-tecnici che voluto sperimentare l’avicoltura.
L’ideale è possedere un bel pollaio in legno da giardino con circa 4 galline, in modo da avere una costante fornitura d’uova sufficiente per tutta la famiglia e in più per qualche regalo ad amici, parenti o colleghi; infatti, altra cosa sempre più di moda è quella di presentarsi a banchetti e aperitivi portando in dono le proprie uova confezionate in packaging spettacolari, magari con il marchio di famiglia.
Non dobbiamo infatti dimenticare che le galline allevate da questi dirigenti delle più importanti aziende della Silicon Valley sono esemplari campioni di razza, rari, o comunque dal costo molto elevato (anche 300$ per una sola gallina).
Anche l’alimentazione fornita (rigorosamente con mangimi biologici) è studiata da esperti, che la bilanciano e la differenziano a seconda dell’uovo che si vuole ottenere (uova più ricche di omega3, tuorlo dal colore più intenso, ecc.).
Tra le razze avicole più allevate troviamo la Dorking Chicken (uova bianche come quelle deposte delle nostre italiche rustiche, come la Livornese, la Padovana o l’Ancona), la Jersey Giant (uova marroncine) e la Araucana (uova blu), tutte accudite come se alloggiassero in un hotel a 5 stelle e in alcuni casi tenute anche in casa, con un’aspettativa di vita che si allunga fino a 10 anni.
Tutti questi “nerd” della super-tecnologia sottolineano come l’allevamento delle galline sia così bello ed entusiasmante proprio perché lontano dagli schermi e dalla realtà asettica in cui sono immersi per gran parte della giornata. Eppure, tra un discorso e un altro relativo a mangimi organici migliori, allevamento all’aperto, razze autoctone, cova naturale e incubatrici, la tecnologia più sofisticata fa capolino anche qui, con APP dedicate che permettono di controllare dallo smartphone tutto quello accade nel pollaio e di regolarne da remoto alcuni parametri biometrici (vedere come esempio il pollaio eggs iting).
Una veterinaria esperta in galline della zona, afferma che negli ultimi tempi le richieste di consulenza da parte di chi vuole mettere su un piccolo pollaio domestico e allevare galline per l’auto-produzione di uova (con cui realizzare poi tante sfiziose ricette), sono aumentate in modo esponenziale (cosa questa che comunque avevamo già visto qualche mese fa, quando pubblicammo sul sito l’articolo dedicato a galline, vip e celebrità, sottolineando come anche tra attori hollywoodiani e star di vario genere, fosse notevolmente diffusa la “moda” di possedere galline e dedicarsi con amore all’hobby del loro allevamento).
La gallina come “emotional animal support”
C’è, tra queste storie di uomini e galline (tra tecnologia e natura), anche quella di un professore dell’Università di Berkeley, che è addirittura riuscito a far registrare la sua gallina Gwennie come un “emotional animal support”, in modo da poterla portare con sé anche in aereo!
Un animale, in America, può essere classificato come ESA (Emotional Animal Support) soltanto da un medico che ha in cura un paziente afflitto da disturbi e/o disabilità e che dunque può trovare un conforto e un aiuto nella vicinanza con il proprio animale domestico.
Un animale è dunque classificato come ESA quando lo si ritiene in grado di alleviare con la propria presenza almeno uno dei sintomi patologici mostrati dalla persona.
Solitamente animali ESA sono cani e gatti, ma siccome non vi è alcun obbligo specifico in riguardo a corsi di addestramento che gli animali in questione devono sostenere, questi possono essere in realtà di qualsiasi specie, dunque anche galline.
Inoltre, se una persona è accompagnata da un animale classificato come ESA, chiunque si trovi ad affittare a costui un’auto o un appartamento, non può vietarne all’animale l’ingresso, né tanto meno è possibile obbligare il proprietario a lasciarlo fuori da ristoranti o altri locali. Ecco dunque che il professore dell’Università di Berkeley può portare, in assoluto accordo con la legge, la propria gallina anche in aereo… e in qualsiasi altro posto lui vada!
(Proprio come il tacchino nel video sottostante…:) )
Articolo istruttivo divertente … vivo una seconda infanzia con la mia gallinella Ginger..ovaiola rossa del 2017..ne stiamo passando tante insieme, un bel pò delicata di salute sempre in bilico tra vita/morte..ma di una simpatia ed intelligenza unica ….ha conquistato tutti in famiglia e mi ha rubato il cuire!