E’ forse paradossale parlarne proprio qui, nel tempio della “alectorofilia”, ma ci è sembrato doveroso farlo anche al fine di mettere al corrente tutti gli appassionati di galline, uova e pollai, dell’esistenza di questa particolare fobia, e dunque prepararvi ad affrontarla nel qual caso si manifestasse in uno dei vostri amici, parenti o conoscenti. Stiamo parlando dell’alectorofobia.
Vediamo dunque di approfondire meglio questa particolare forma di “timore/terrore verso le galline”, che però può estendersi anche ad altri volatili, piume, uova e pollai in genere.
Letteralmente il termine alectorofobia deriva dal greco ‘alektorophobia’ ( ἀλεκτoρίς [alectorìs] = gallina, e fobìa = paura). Ovvero, la paura morbosa per le galline.
Le persone affette da questa fobia normalmente provano timore e paura verso galline, ma anche verso un gallo, un pulcino o dei polli vivi in generale(ma anche morti, pronti da cuocere o cotti) e può estendersi anche alle uova, alle piume e ad altri elementi singoli dell’animale.
Molte volte, persone alectorofobiche credono che le galline non siano benigne, bensì cospirative e disposte ad aggredire l’uomo e temono appunto di avvicinarle per la paura di essere attaccati.
Una misura semplice che si può prendere per aiutare un familiare o amico con questa fobia, è partire da un innocente uovo sodo: mentre dorme, nasconderlo in qualche parte della casa, e giorni dopo svelargli con tatto e delicatezza, che è stato vicino per tutto questo tempo all’uovo e nulla gli è successo.
L’alectorofobia non è una fobia molto diffusa (ormai il contatto con il mondo agricolo e la possibilità di interagire con galli e galline di un pollaio è sempre più rara) e coloro che ne sono colpiti solitamente hanno vissuto un’esperienza traumatica che coinvolgeva gli uccelli e le ali.
Naturalmente, gli individui fobici non nascono con la paura già innata, ma tale senso di terrore incontrollato insorge a causa di esperienze di cui non si ha memoria.
La principale paura legata all’alectorofobia è il timore di essere beccati da uno o più avicoli. Questa reazione nel soggetto si scatena alla vicinanza con una gallina (o gallo), ma può presentarsi anche solo nel parlare, pensare o addirittura guardare dei cartoni animati con galline.
Questi animali hanno un becco che può sembrare aggressivo e per questo la paura di galli e galline (e di altri uccelli) coincide con la paura di essere attaccati da qualcosa di imprevedibile e incontrollabile (alcune persone arrivano addirittura a temere di essere divorati dalle galline).
Inoltre anche le galline, così come altri uccelli, sono in grado di volare, e quindi capaci di occupare uno spazio fisico che l’uomo non occupa, e questo fatto assegna loro una mobilità e imprevedibilità che, nel soggetto fobico, genera un senso di mancanza di controllo.
Recentemente, dopo lo scoppio dell’epidemia del 2006 di aviaria H5N1 in Indonesia, all’alectorofobia è andata associandosi anche la paura dei contagi per via aerea, delle epidemie di influenza aviaria e dei ceppi virali sconosciuti.
I sintomi dell’alectorofobia sono assimilabili a quelli di altre fobie, e cominciano con l’emergere di un terribile sentimento di paura, accompagnato da vertigini, nausea, mancanza di respiro, sudorazione eccessiva, mani fredde, secchezza delle fauci, sensazione di malessere, respirazione rapida, palpitazioni cardiache, “insensata” paura della morte, perdita di controllo, fino all’attacco di panico vero e proprio.
Come nel caso di altri tipi di fobie, l’alectorofobia è scatenata da qualcosa che non rappresenta realmente un vero e proprio pericolo, tuttavia il soggetto lo recepisce come tale, e la semplice idea o visione diretta di ciò che lo spaventa può portare allo scatenamento dei sintomi sopra elencati.
Lo stesso grande Alfred Hitchcok pare fosse alectorofobico, oltre ad aver contribuito ad alimentare e diffondere la ornitofobia con il film “Uccelli” (“The birds” – 1963). In particolar modo, pare avesse orrore e terrore per le uova.
Hitchcok dichiarò infatti: “I’m frightened of eggs, worse than frightened, they revolt me. That white round thing without any holes … have you ever seen anything more revolting than an egg yolk breaking and spilling its yellow liquid? Blood is jolly, red. But egg yolk is yellow, revolting. I’ve never tasted it.”
(“Sono spaventato dalle uova, più che spaventato, mi disgustano. Quella forma rotondeggiante bianca senza fori … Avete mai visto qualcosa di più disgustoso di un tuorlo d’uovo che si rompe e da cui esce il suo liquido giallo? Il sangue è rosso. Ma il tuorlo d’uovo è giallo, disgustoso. Non l’ho mai assaggiato.”)
Altra frase celebre di Alfred Hitchcok: “The ‘Master of Suspense’ fear most in life? Policemen….and eggs!”.
(“Cosa teme di più il ‘Signore del Suspense’? I poliziotti… e le uova!”)
Werner Herzog, il grande maestro del “nuovo cinema tedesco” (movimento cinematografico nato nel 1962 con la sottoscrizione del Manifesto di Oberhause), aveva orrore delle galline. Herzog stesso dichiarò (vedi il video sottostante): “Guarda negli occhi di una gallina e vedrai la vera stupidità. È una specie di stupidità senza fondo, una stupidaggine demoniaca. […] Sono le creature più orribili, cannibali e da incubo esistenti al mondo”.
Nella scena finale del film da lui diretto nel 1976, “La ballata di Stroszek”, Herzog fece precedere una gallina danzante e una gallina suonatrice di pianoforte (come simboli di follia) al suicidio del protagonista Bruno Stroszek.
Nella produzione Deadpool della Marvel, la più grande paura di Domino sono proprio le galline (definita ‘gallinophobia’); Domino e Wolverine nel seguire Deadpool (Deadpool Vol2 #17) devono passare attraverso un condotto di aerazione occupato proprio da una gallina che lascia la prima pietrificata dalla paura (e che è stato poi rivelato aveva terrorizzato anche lo stesso Deadpool).
Nella serie televisiva “My name is Earl”, l’impacciato fratello di Earl, Randy Hickey (interpretato da Ethan Suplee) ha la fobia dei pennuti: “I’m afraid of byrds and i don’t care what you thik of me!” (Randy Hickey)
Nell’opera “Il piccione”, di Patrick Suskind, è certamente descritta nei più minuziosi particolari l’esperienza di fobia nei confronti di un pennuto. La regolarità di una vita semplice e tranquilla è turbata e stravolta dalla presenza di “un solo piccione”.
Noi però, amanti delle galline e delle uova in tutte le loro manifestazioni, continuiamo a portare avanti l’amore e la passione per questi splendidi animali, ancora troppo spesso sottovalutati, ma che invece devono essere ritenuti a tutti gli effetti dei veri e propri animali domestici, d’affezione e da compagnia.
E a voi, è mai capitato di trovarvi in compagnia di una persona affetta da alectorofobia?
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