Nel corso di questi mesi vi abbiamo già raccontato delle preziose attività svolte dall’Associazione Maith Onlus grazie all’introduzione delle galline come animali terapeutici, sia con i bambini che con gli anziani, uniti proprio da questo “invisibile e ancestrale cordone ombelicale” che sono le cocche, forse racchiuse un po’ dentro ad ognuno di noi, proprio per la loro millenaria convivenza con l’uomo attraverso tutte le civiltà della storia.
In riguardo ai progetti svolti della Maith Onlus con l’ausilio delle galline (soprattutto di razza Moroseta) vi suggeriamo, se ve li siete persi, di rivedere i seguenti articoli: La gallina va in classe: un progetto didattico a cura della Maith Onlus; Maith Onlus e l’hen therapy al Tuttacoda 2018; Bambini e anziani uniti per un giorno dalle galline.
Progetti davvero molto interessanti e certamente all’avanguardia in Italia a cui si aggiunge quest’ultimo, realizzato in collaborazione con la Comunità Educativa Samarcanda-Cooperativa Fuoriluoghi di Milano e il supporto di Omlet.
Accudire galline come percorso pedagogico per minori in comunità educativa
Prima di proseguire nel racconto del progetto, alcune righe per comprendere meglio quale sia la mission specifica (e molto delicata) che si prefigge la Cooperativa per minori Samarcanda:
“La comunità̀ educativa per minori Samarcanda è destinata all’accoglienza di 10 minori maschi, dai 14 ai 18 anni, e neo-maggiorenni, con prosieguo amministrativo. Il percorso educativo sostiene l’acquisizione della graduale autonomia dei ragazzi. Le metodologie pedagogiche ed educative si basano sulla capacità di creare rapporti interpersonali caratterizzati da condivisione e serenità̀ all’interno della comunità̀, una rete relazionale esterna positiva, sullo sport come strumento privilegiato di socializzazione, sulla formazione e sull’avvio al lavoro.
L’Equipe, che usufruisce di un costante processo di formazione e aggiornamento, svolge una supervisione mensile e momenti di confronto e scambio circa le dinamiche e i percorsi individualizzati dei ragazzi ospitati presso la struttura.”
28 Maggio 2019 – La presa in carico del pollaio
Oggi si sono recati alla sede della Maith Onlus alcuni minori accompagnati dagli educatori della comunità Samarcanda per prendere in carico il pollaio.
Il pollaio in questione è stato donato gratuitamente per il progetto dalla ditta Omlet, specializzata nella realizzazione di casette per galline da giardino, assieme a tutti quelli che possono essere gli accessori per un allevamento domestico di pochi animali.
I ragazzi hanno anche scelto insieme le quattro galline che andranno ad abitare presso il loro nuovo pollaio alla comunità Samarcanda e si sono dimostrati subito molto emozionati nel contatto con questi animali e nel tenerle in braccio.
31 Maggio 2019 – Pollaio montato e corso sull’allevamento delle galline
I ragazzi, dopo aver montato il pollaio Omlet, sono tornati presso la sede della Maith Onlus per prendere le quattro galline che avevano scelto e seguire un piccolo corso sull’allevamento delle galline, su come prendersi cura di loro e come igienizzare un pollaio per un perfetto benessere degli animali.
Per trasmettere al meglio i concetti sono state realizzate delle schede illustrative con contenuti estrapolati dal sito Tuttosullegalline.it 🙂
21 Luglio 2019 – Feedback sul progetto da educatori e psicologa
Alla Maith Onlus viene recapitato un primo feedback sul progetto da parte degli educatori e della psicologa di riferimento della comunità Samarcanda, che riportiamo per intero qui sotto.
“A giugno è iniziato un progetto presso la Comunità Educativa Samarcanda-Cooperativa Fuoriluoghi in provincia di Milano che grazie al supporto di Omlet ha inserito nella comunità un pollaio in pianta stabile.
La comunità̀ accoglie 10 minori maschi, dai 14 ai 18 anni, e neo-maggiorenni, con prosieguo amministrativo. Il percorso educativo sostiene l’acquisizione della graduale autonomia dei ragazzi. Le metodologie pedagogiche ed educative si basano sulla capacità di creare rapporti interpersonali caratterizzati da condivisione e serenità̀ all’interno della comunità̀, una rete relazionale esterna positiva.
Con queste premesse e con obiettivi sinergici ai loro, il progetto del pollaio residenziale è stato vissuto e partecipato dai ragazzi, educatori e psicologi in tutte le sue fasi.
I ragazzi, accompagnati da un educatore, sono venuti presso la sede della Maith a Ottiglio a ritirare il pollaio. In quell’occasione ci siamo ritagliati l’intera giornata per parlare di galline, spiegare le esigenze di questi animali, come accudirle al meglio e poi abbiamo fatto pratica sul campo con le nostre galline in modo che imparassero anche a maneggiarle in modo corretto senza far loro del male.
In più casi ci siamo avvalsi degli articoli di TuttoSulleGalline per approfondire i vari argomenti. Abbiamo costruito assieme un quaderno con le informazioni salienti e dato che era presente anche un ragazzo appassionato di cucina, e che in comunità si occupa dei pasti, abbiamo anche scaricato alcune ricette a base di uova con cui mettersi alla prova.
Una volta rientrati in comunità, i ragazzi hanno montato il pollaio Omlet e lo hanno posizionato nel loro giardino. Si tratta di un pollaio moderno, facile da montare e facile anche da gestire per la pulizia.
Il pollaio include anche una recinzione esterna completamente protetta.
Una volta terminata la prima fase, l’associazione ha regalato 4 galline ovaiole che abbiamo portato ai ragazzi.”
Questo il resoconto di Andrea, un educatore:
“Da quando sono arrivato, ho considerato questo luogo una palestra sociale e di vita, dove sperimentare e sapersi sperimentare in qualcosa che ormai è dato per scontato ma che purtroppo molti dimenticano: il saper condividere.
Con molta diffidenza, i primi giorni, il pollaio era ancora oggetto di scetticismo; parole che esprimevano più immaturità che ostilità nei confronti di quanto si stesse realizzando per loro.
Tuttavia, l’arrivo degli animali ha cambiato le cose. Qualcosa che sembrava irrealizzabile, era stato fatto per una volta, per loro, con loro.
Uno spazio protetto, un’oasi in cui rifugiarsi, un luogo per essere liberi dai pensieri e dalle emozioni che forse non sono ancora in grado di gestire, per questi giovani ragazzi.
In contrasto con l’iniziale reticenza si susseguivano nuove domande, che lasciavano il sorriso nel pensare che qualcosa forse, avesse funzionato: “Posso andare un po’ giù con le galline?”; “Oh, ma come le chiamiamo?”; ecc. Sembrava venire fuori un’innocenza andata perduta e ritrovata nella maniera più semplice: scoprire il mondo. E tutto questo solo grazie a questi piccoli animaletti piumati.”
Infine, la relazione della psicologa:
“Obiettivi: apprendere un modello relazionale di gruppo, rispettare le tempistiche “dell’altro”, sia umano che “animale”, imparare a “sintonizzarsi” emotivamente con “l’altro da sé”, al fine di comprendere che ogni gesto/azione prevede una risposta/reazione anche nelle relazioni apparentemente più arcaiche (tipiche dei modelli di funzionamento istintuale che spesso prevalgono e che non riescono a contemplare la mentalizzazione – vale a dire la previsione di quanto accade nella mente dell’altro di fronte ad un nostro comportamento) come quella con l’animale.
Altro importante obiettivo terapeutico è quello di insegnare a focalizzare l’attenzione su un’attività apparentemente ludica per “distrarre” il pensiero dalle emozioni negative legate alle problematiche interiori.
L’interesse è stato abbastanza costante, i ragazzi hanno mostrato una buona adesione al progetto ed è stato possibile vedere miglioramenti anche in quei soggetti in cui altre attività non avevano comportato alcun beneficio.
Non si sono mai verificati liti, comportamenti scorretti o disadattivi, nemmeno tra coloro che mostrano continue problematiche relazionali.
L’animale ha permesso una sorta di catarsi emozionale che ha consentito di “depurare” il campo d’azione da qualsiasi negatività, facendo incentrare e concentrare i partecipanti sul lavoro individuale e di gruppo con le galline.
Il progetto è ancora agli inizi e vi terremo aggiornati sugli sviluppi futuri.”
Dunque, un ottimo inizio per questo nuovo difficile e delicato progetto con le galline, che siamo certi, sapranno anche stavolta tirare fuori il meglio da ognuno di quei ragazzi.
Un grande abbraccio da parte nostra con l’augurio che progetti come questo possano essere da esempio per tanti altri simili.
Prendersi cura del benessere degli animali (e nello specifico proprio delle galline) è un’attività che la scrittrice Clea Danaan non ha esitato a definire paragonabile all’arte dello Zen.