I protagonisti delle favole sono generalmente degli animali che impersonano vizi e virtù degli uomini e alcuni di loro sono oramai associati tradizionalmente ad un certo “tipo umano” ben specifico: la volpe ad esempio è simbolo degli uomini furbi, l’asino dei testardi, l’agnello dei deboli, paurosi ed innocenti, il lupo incarna l’essenza dei cattivi, ecc.
E benché per una parte di immaginario collettivo la gallina raffiguri comunemente la stoltezza e la stupidità, è d’altra parte dimostrato che esse sono invece assai intelligenti (ne abbiamo approfonditamente trattato nell’articolo: I “cervelli di gallina” hanno più neuroni dei primati) e nelle favole, questa caratteristica è invece spesso esaltata e rappresentata.
Ecco di seguito tre favole, spazio-temporalmente distanti dalla cultura odierna, che attestano la saggezza e l’astuzia delle nostre amate galline.
Tre infatti sono le storie del “maestro delle favole” della Grecia antica (Esopo, circa 620 – 560 a.C) che raccontano di galli e galline intelligenti e astute, in grado di sventare i malintenzionati e i predatori più furbi.
(Altra favola di Esopo ben più nota è quella de “La gallina dalle uova d’oro”.)
Le favole che riportiamo di seguito sono letture che potranno fornire spunti interessanti sia per una conoscenza più profonda dell’animo umano (come del resto tutte le favole), sia per gettare uno sguardo diverso sulle galline, animali da cortile che fin dai tempi più antichi (8.000 anni fa) hanno convissuto con il genere umano e che speriamo ancora oggi possano continuare a farlo, grazie anche al diffondersi di una nuova cultura del pollaio domestico (al prosumatore moderno non possono certo mancare due galline per l’autoconsumo di uova); allontanandoci da queste esperienze e dal feeling quotidiano con questi splendidi animali, rischiamo di perdere anche il contatto con tutto quel mondo che è parte di noi e che le favole ancora raccontano.
Una donnola aveva preso di mira le galline di un pollaio, chiedendosi come fare per arrivare a loro. E, saputo di un’epidemia che le aveva colpite, non ci pensò due volte e si recò al pollaio travestita da medico, con una borsa piena di strumenti e di farmaci.
Giunta che vi fu, disse:
“Buongiorno, care galline, come vi sentite? Permettetemi di visitarvi. Aprite dunque quell’uscio”.
Risposero allora le galline a una voce:
“Te ne ringraziamo moltissimo, ma se te ne vai ci sentiremo assai meglio”.
(da “Le più belle favole di Esopo”, Esopo op. cit.)
La favola, che mette a confronto la gallina con uno dei suoi peggiori predatori, insegna che il saggio annuserà le cattive intenzioni di altri per quanto mascherate da favori (molto moderna).
Un cane e un gallo erano amici e viaggiavano insieme. Giunta la sera, per dormire il gallo salì su un albero e il cane si sistemò tra le sue radici. Al mattino, come sua abitudine, il gallo cantò.
Una volpe l’udì e accorse sotto l’albero:
«Come canti bene! Che bella voce! Scendi che ti voglio abbracciare.»
«Certo, ma prima devi svegliare il portiere che sta ai piedi dell’albero.»
Ma mentre la volpe stava per svegliare il portiere il cane balzò fuori e la fece a pezzi.
(da “Le più belle favole di Esopo”, Esopo op. cit.)
La favola insegna che le persone di buon senso, con qualche stratagemma sviano gli assalti dei loro nemici verso qualcuno più forte di loro.
Un giorno una gallina stava becchettando e razzolando sotto un albero fuori dal villaggio, quando una volpe corse verso di lei. Era molto affamata e già si rallegrava al pensiero di una saporita pollastra per pranzo. Ma la gallina la vide e volò sull’albero.
“Buondì, piccola gallina,” – disse la volpe – “hai sentito le ultime notizie?”
“Che notizie?” – chiese la gallina.
“Che notizie? La più grande notizia di tutti i tempi: tutti gli animali hanno fatto la pace tra loro. Ora gli animali sono amici e nessun deve più temere l’altro. Perciò puoi scendere tranquillamente da quell’albero, non ti mangerò.” – rispose la volpe.
Ma la gallina era saggia, sapeva in che conto tenere le parole della volpe, e rispose:
“Sono contenta di non doverti più temere, ma quassù c’è una vista migliore. Posso vedere tutte le strade del mio villaggio.”
“E cosa c’è di speciale da vedere nel tuo villaggio? – le domandò la volpe.
“Nulla di speciale, solo un gruppo di cani che corre in questa direzione” – rispose la gallina.
Come sentì ciò la volpe balzò in piedi e scappò via.
“Ma perché scappi?” – gli gridò la gallina – “Non hai appena detto che tutti gli animali hanno fatto la pace tra loro? I cani non ti daranno nessun fastidio!”
“Pensi che non conosca quegli stupidi cani del villaggio? Certamente non sanno ancora la notizia!” – gridò la volpe, e sparì in un baleno.
(da “Enciclopedia della favola. Estate” a cura di Gianni Rodari)
In questa favola i ruoli tradizionali degli animali sono tutti invertiti: la gallina è molto astuta e la volpe, normalmente furbissima, qui viene ingannata.
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