La danza delle uova è una tradizione primaverile (spesso associata al periodo pasquale) di origine medievale. Ne esistono svariate versioni: bendati o non, con danze attorno alle uova o con danze finalizzate a spostare le uova… in ogni caso, il segno del buon auspicio è riuscire a danzare senza romperle!
Un’eco di questa danza è rimasta nell’espressione inglese “walking on eggs” che corrisponde anche al detto italiano “camminare sulle uova” e a quello tedesco “è una danza delle uova”, espressione utilizzata quando si vuole indicare una situazione complessa in cui è necessario e consigliato procedere con estrema cautela, ovvero, agire con prudenza.
La danza dell’uovo è una tradizione ampiamente documentata sia in testimonianze scritte rintracciabili praticamente in tutta Europa, sia in dipinti d’epoca, tra i quali, certamente i più noti sono la “Danza dell’Uovo” di Pieter Bruegel il Giovane (Olio su tavola, 1620) e “Walking on eggs” di Pieter Aertsen (Olio su tavola, 1552); entrambi i dipinti rappresentano la versione della “danza delle uova” così come era diffusa durante le feste popolari.
Durante queste occasioni veniva disegnato con il gessetto un cerchio sul pavimento e poi, accompagnati dalla musica di cornamuse (o bagpipe music), i giocatori/danzatori, saltellando su un piede e dunque utilizzando solo l’altro, dovevano riuscire a coprire le uova (disposte a terra all’interno del cerchio) ribaltandogli sopra una ciotola. In alcuni casi (come rappresentato da Pieter Aertsen nel suo dipinto raffigurato qui sotto), tutto ciò doveva essere fatto senza toccare i fiori, le foglie, o qualsiasi altra cosa appositamente posizionata nell’area della danza … e ovviamente mantenendo l’uovo integro! Il primo che fosse riuscito a coprire tutte le uova senza romperle si sarebbe aggiudicato il premio, che di solito consisteva …in una cesta di uova fresche.
Un’altra possibile variante di questa danza-gioco, consiste nel ballare dovendo spostare le uova al di fuori di un ampio cerchio disegnato in terra; questa tradizione sembra avere origini celtiche e la vittoria era di colui il quale riusciva a spostare fuori dal cerchio tutte le uova nel minor tempo possibile.
Altrove, in Borgogna, la danza delle uova era utilizzata anche per verificare l’effettiva compatibilità tra due futuri sposi; i fidanzatini dovevano danzare in mezzo a centinaia di uova tenendosi per mano e soltanto nel caso in cui fossero riusciti ad ultimare le danze senza rompere neanche un uovo, sarebbero stati ufficialmente riconosciuti come fidanzati dai genitori e avrebbero potuto sposarsi.
Nel 1498 Filiberto II di Savoia detto “il Bello” e Margherita d’Austria (poco più che ventenni), in occasione dei festeggiamenti pasquali a Bresse, terminarono la danza con successo e ben presto si sposarono (purtroppo però, non furono poi fortunati con il loro matrimonio, perché non ebbero figli e Filiberto morì all’età di soli 24 anni).
Nella commedia elisabettiana di Willian Wager si trova testimonianza di una danza dell’uovo tutta saltellata, come fosse il gioco della campana:
“The longer thou livest, the more Foole thou art
Upon my one foote pretely I can hoppe.
And daunce it trimley about an egge”.
Altra descrizione dettagliata della danza delle uova è riportata da Goethe nel romanzo “Wilhelm Meister”; a danzare è la piccola Mignon, che prima di iniziare il ballo chiude le finestre e accende 4 lumi agli angoli di un tappeto, bendandosi poi gli occhi:
“Con ricercata compostezza, prese a camminare avanti e indietro sul tappeto, ponendo le uova a una certa distanza l’una dall’altra, poi gridò di entrare a un uomo della compagnia che suonava il violino. Questi andò con il suo strumento in un angolo, ella si bendò gli occhi, diede il segnale e subito insieme con la musica cominciò, come un meccanismo di orologio caricato, ad accompagnare ritmo e melodia con il battito delle nacchere. Danzava agile, leggera, rapida, precisa. Passava tra le uova e vi si chinava sopra in modo così brusco e sicuro che lì per lì si pensava dovesse calpestarne uno o, in una rapida piroetta, scagliarlo via. Proprio no! Non ne sfiorava nessuno, sebbene si aggirasse tra le file con ogni sorta di passo, stretto, ampio, persino con salti e ancora quasi inginocchiata.“
Nell’Humberside (un’antica contea dell’Inghilterra orientale corrispondente grossomodo allo Yorkshire) è stata riesumata una tipica danza delle uova: i danzatori sono bendati e saltellano tra le uova disposte in lunghe file a tempo di musica. Ovviamente lo scopo è quello di terminare il ballo senza romperne neanche una!
Questo fantastico gioco della ditta HABA non utilizza ovviamente delle vere uova, ma 9 finte uova in gomma (uova ballerine) e un uovo in legno. Il gioco si ispira all’idea di danzare “con le uova” senza farle cadere a terra (anche se in tal caso non si romperanno).
I giocatori devono lanciare dei dadi che indicano come e dove posizionare le uova raccolte da terra (sotto al mento, sotto una delle ascelle, tra le ginocchia, nella piega del gomito, tra guancia e spalle, o grazie al simbolo jolly, in una posizione a proprio piacimento). Il gioco finisce quando ad uno dei giocatori cade uno o più uova e vince chi, in quel momento, ha raccolto più uova (a tutti gli altri giocatori viene conteggiato un punto per ogni loro uovo; l‘uovo di legno vale due punti e chi ha più punti vince il gioco). E’ un gioco da realizzare in spazi ben aperti e privi di oggetti frangibili 🙂
Può essere sia un gioco per bambini sia per adulti e anche per bambini e adulti insieme. Con una scatola di uova possono giocare da 2 a 4 giocatori, ma con più scatole il gioco può essere allargato a più persone.
Il gioco della HABA è un gioco creato dallo spagnolo Roberto Fraga (autore che ha al suo attivo più di quaranta giochi, ma le cui perle sono sicuramente questo gioco e Ka-Woom) ed illustrato da Martina Leykamm.
Le uova (tutte gialle, anche quella in legno) e i dadi sono contenuti in una classica confezione portauova in cartone. I dadi sono due perché il dado rosso indica come muoversi e che azioni fare per raccogliere le uova mentre il dado bianco indica dove mettere l‘uovo una volta conquistato.
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