Odori e rumori del pollaio secondo il Codice Civile e il Codice Penale | Tuttosullegalline.it
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Purtroppo, ancora oggi, la prima reazione immediata di fronte alla dichiarazione “Ho un pollaio” oppure “Allevo alcune galline nel mio piccolo pollaio domestico, equivale a stimolare nel nostro interlocutore le seguenti due domande:

  • E per il cattivo odore come fai?
  • E i vicini non dicono niente del canto del gallo o degli schiamazzi delle galline?

Questa tematica è disciplinata dal Codice Civile (nonché, in casi di molestie acustiche e olfattive particolarmente gravi, dal Codice Penale), ma anticipiamo subito che il problema si può porre solo ed esclusivamente nel caso di cattiva gestione dell’igiene del pollaio e/o di errata valutazione del contesto in cui andare a realizzarlo nel rispetto delle normative vigenti.

La nostra speranza è che in futuro, le prime domande possano diventare:

Pollai da Giardino e Accessori per allevare Galline

Immissioni moleste di natura olfattiva e acustica

Due sono le tipologie di molestie che possono essere dovute alla presenza di un pollaio (che poi sono le stesse tipologie che si verificano anche nel caso di altri animali domestici, a partire dai diffusissimi cani):

  • immissioni odorose: nel caso specifico di un pollaio, esse possono essere dovute alla mancata pulizia ed igiene del pollaio, e quindi ad una scorretta gestione delle deiezioni diurne e notturne, nonché ad una scorretta gestione del cibo nelle mangiatoie e rastrelliere;
  • immissioni acustiche: nel caso di un pollaio di sole galline il problema è di fatto molto contenuto, in primo luogo perché le galline producono rumore soltanto nelle ore di piena luce, e in secondo luogo perché l’intensità del rumore emesso è contenuta (fatta eccezione del canto al momento della deposizione o di “grida” che potrebbero essere emesse in situazioni particolari, ad esempio in presenza di un pericolo o di un predatore).
    Diverso invece se si è in presenza di uno o più galli, che certamente canteranno alle prime luci dell’alba e spesso anche durante il giorno; in tal caso numerosi sono i casi di sanzioni amministrative e di sentenze che hanno imposto ai detentori del pollaio il divieto assoluto di allevare galli; di questo è importante tenere conto fin da subito, considerando che l’allevamento di galli è di fatto sconsigliato e impraticabile in ambiti urbani (o anche in contesti rurali ove vi siano abitazioni vicine).

La soglia della normale tollerabilità: art. 844 del Codice Civile

Gallo che canta alle prime luci dell'alba

Dal punto di vista giuridico, la linea sottile che demarca la libertà individuale di ogni singola persona passa per un punto di equilibrio tra gli opposti interessi personali; nel caso specifico vengono a contrapporsi:

Affinché siano garantiti rapporti di buon vicinato e di corretta convivenza è fondamentale che si riesca ad individuare (e a rispettare) tale punto di equilibrio.

Per ogni tipo di immissione molesta acustica o odorigena, il Comma 1 dell’Art. 844 del Codice Civile individua nella soglia della “normale tollerabilità” il compromesso accettabile tra le opposte esigenze dei vicini di casa e condomini con la persona/famiglia che detiene il pollaio.

  • Da un lato: fino a che punto possono essere tollerati odori e rumori provenienti da un pollaio?
  • Dall’altro lato: fino a che punto può essere limitata la libertà di comportamento nell’ambito della propria proprietà e abitazione?

L’Art. 844 “Immissioni molestie” del Codice Civile prevede che:

“Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi”.

La “normale tollerabilità” è soggettiva e la norma indica anche di avere riguardo alla specificità della condizione dei luoghi di ogni caso specifico; in tal senso, questo articolo del Codice Civile, è una “norma in bianco”, ovvero una sorta di norma paragonabile ad un “contenitore vuoto”, che rinvia ad altre sedi la definizione della “normale tollerabilità”.

Laddove la litigiosità tra vicini (o in ambito condominiale) arrivi in tribunale, i criteri a cui faranno riferimento i giudici per valutare il superamento della soglia della “normale tollerabilità” solitamente sono:

  • la destinazione normale del bene;
  • la condizione dei luoghi;
  • l’entità delle immissioni;
  • le conseguenze sulle persone;
  • il sistema di vita e le abitudini della popolazione residente nell’ambiente interessato.

Per approfondire questa tematica (così come quella di pollaio e galline in condominio) è necessario fare riferimento al testo dell’Avv. Marianna Sala, “Gli animali domestici nel condominio dopo la riforma” (Maggioli Editore).

L’Avv. Marianna Sala, circa i criteri discretivi che possono condurre a valutare il superamento della soglia di “normale tollerabilità”, fornisce alcuni esempi riferiti alle immissioni acustiche ed evidenzia come la soglia di tollerabilità venga valutata a giudizio insindacabile dal giudice, che deve compiere una valutazione complessiva degli interessi in gioco: “Non basta accertare che le immissioni non superino i limiti fissati da norme di interesse generale, ma è necessario appurare che l’inquinamento acustico – ancorché non vietato nell’interesse della quiete pubblica – non sia intollerabile per il vicino secondo i criteri di normalità, nel rispetto del principio del “neminem laedere” e prescindendo da estremi di personale sensibilità”.

Questo esempio, oltre a mettere in luce la complessità della definizione della soglia di “normale tollerabilità” e ribadire il concetto del “neminem laedere” (non ledere l’altrui sfera giuridica), introduce una linea di demarcazione tra il profilo civilistico e il profilo penalistico nel caso di immissioni acustiche, come di seguito approfondito.

Il disturbo della quiete pubblica: art. 659 del Codice Penale

Galli che si azzuffano tra loro e fanno rumore

Nel caso in cui le immissioni molestie siano particolarmente gravi, si passa dall’ambito civile all’ambito penale. Si tratta dei casi in cui risulta commesso il reato di disturbo alla quiete pubblica di cui all’Art. 659 “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone”:

“Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 309 euro.
Si applica l’ammenda da 103 euro a 516 euro a chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell’Autorità”.

Anche in tal caso i giudici faranno riferimento a parametri ben precisi per poter valutare la violazione:

  • elementi soggettivi (eventuali elementi connessi alla condotta volontaria);
  • elementi oggettivi (il fatto ad esempio che il disturbo sia arrecato ad un numero indeterminato di persone e non ad un solo vicino).

In base a questi parametri, i vari casi giurisprudenziali hanno di fatto riscontrato il reato di disturbo della quiete pubblica soltanto nei casi in cui lo strepitare degli animali sia potenzialmente in grado di recare disturbo ad un numero indeterminato di persone (“plurioffensività del disturbo”), mentre non ricorre se il disturbo riguarda solo un singolo individuo o un singolo nucleo familiare.

Odori suscettibili di arrecare disturbo: art. 674 del Codice Penale

Nel caso estremo in cui le esalazioni maleodoranti derivanti da un pollaio (o comunque dalla generica presenza di animali domestici) siano gravemente moleste, e quindi superino senza alcun dubbio la “normale soglia di tollerabilità”, si può configurare un vero e proprio reato, e quindi dall’ambito Civile si passa all’ambito Penale.

Il reato che si configura in questi casi estremi è il reato di cui all’Art. 674 “Getto pericoloso di cose” del Codice Penale:

“Chiunque getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone, ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti, è punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda fino a 206 euro.”

E’ una casistica estrema. La presenza di un pollaio ben curato e gestito diligentemente non provoca alcuna maleodoranza.

Nel caso però in cui un pollaio non sia sottoposto a regolari interventi di pulizia, esso potrà effettivamente risultare in condizioni tali da compromettere in primis la salute delle galline allevate, e poi certamente esalare odori tali da superare la soglia di “normale tollerabilità”.
Oltrepassando tale livello di incuria può venirsi a configurare il reato di cui all’Art. 674, ovvero relativo al maltrattamento animale e quindi, oltre alla condanna per le emissioni odorose, in questi casi si attiverebbe anche la condanna per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura di cui all’Art. 727 del Codice Penale:

“Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività, è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.
Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze”.

11 Commenti

    • Grazie Francesco!! 🙂 Meglio organizzarsi per tempo e sapere tutto prima, che vedersi poi dopo obbligati a togliere il pollaio… (purtroppo capita!). E comunque le regole di buon vicinato contano sempre tanto, e regalare un po’ di uova ai confinanti può davvero far risparmiare tanti problemi e stress! Un salutone e buona giornata!

  1. Il mio vicino ha 5 galli (oltre ad galline, anatre, oche e colombi) che cantano continuamente dall’una di notte alle 8 di sera. Non li chiude nel pollaio e l’aia è sotto la nostra finestra. Io ho sempre mal di orecchie perché devo dormire con i tappi e mi si infiammano i condotti uditivi, il mio bimbo di due anni si sveglia e piange perché è nell’età in cui ha paura di tutto e i canti dei galli lo inquietano e gli impediscono di riprendere sonno.
    Ne abbiamo parlato al vicino e non solo si è offeso e ci ha tolto il saluto, ma ha pure detto che non crede che i suoi galli cantino di notte (perché lui che vive a 100 mt e certamente ha il sonno pesante non li sente)!
    Vi prego, se decidete di avere un pollaio abbiate rispetto dei vicini. Non siamo degli insensibili che odiano gli animali, se ci lamentiamo è perché togliendoci il riposo ci private di qualcosa di importante!

    • Buonasera Viola, siamo assolutamente d’accordo con lei! La gioia di avere un bel pollaio con galline e altri animali deve essere sempre rispettoso dei vicini ed è doveroso trovare un accordo per non arrecare disturbo e danno agli altri! Dovrebbe venire spontaneo pensare in questo modo. Purtroppo sono invece tanti i casi in cui un pollaio diventa oggetto di discordia, e questo ogni volta ci dispiace!
      I galli possono benissimo cantare anche di notte se sono disturbati da luci o altro… Fate delle riprese con il cellulare e mostratele al vostro vicino.
      Vi auguriamo di poter risolvere. Un caro saluto.

  2. Viola, spero abbia risolto il problema con il suo vicino. Io posso dire di essere stato sia un proprietario di pollaio sia un vicino di casa di un pollaio. Purtroppo la differenza la fa l’educazione e la volontà di non provocare fastidi agli altri. Mio padre diceva sempre: se non hai il giusto spazio, non puoi tenere animali domestici. Questo vale sia per il benessere degli animali sia per quello delle persone.
    Io il pollaio lo tenevo più vicino alla mia casa che a quella di qualunque vicino (il primo era a 100 metri, protetto da una siepe e da 2 file di pini). Nessuno si è mai lamentato, ma se lo avesse fatto, avrei rinunciato all’impresa. Un mio vicino invece ha pensato bene di mettere un gallo e una ventina di galline a 10 metri da casa mia, senza barriere e ben lontana dalla sua abitazione (questo è un grande segno di mancanza di rispetto a mio parere). Ho resistito per parecchio tempo, ma all’ennesima notte estiva insonne ho preteso che togliesse il gallo. Fortunatamente l’ha tolto, ma poi lo ha rimesso. Non è stato semplice fargli capire il disturbo che mi arrecava perché fingeva di non capire. In realtà credo che di me e del mio sonno se ne fregasse altamente e che prepotentemente reputasse più importante che nessuno gli dicesse cosa fare. Insomma, l’educazione e il rispetto fanno la differenza. La lezione che ho imparato è questa: la gentilezza non sempre è ripagata e con alcuni maleducati non si può essere gentili. Alla fine ho ottenuto l’eliminazione del gallo. Speriamo sia finita.

    • Scusatemi, ma si può capire se ci sono delle differenze tra zone agricole e non? Capisco bene cosa significhi essere disturbati da rumori, soprattutto di notte ma anche di giorno, ma possibile che una persona che va a vivere in in una zona agricola, dove si dovrebbero poter allevare animali che ovviamente fanno rumore, può impedire ad un vicino di allevarne? Il pollaio di famiglia c’è da 30 anni, principalmente galline e solo per alcuni periodi cresco dei Galli a scopo riproduttivo (il tempo che raggiungano la maturità e si riproducano per poi sbarazzarmene), non solo per il piacere di vedere nascere i pulcini, ma soprattutto per fare degli incroci con le razze che desidero. Immancabilmente appena il gallo inizia a cantare, il vicino mi dice che dà fastidio e lo devo eliminare (magari fallendo la fecondazione che aspettavo da quasi un anno). Capisco il suo punto di vista e non voglio fare storie, ma possibile che si debba avere questi impedimenti in campagna, dove dovrebbe essere normale avere animali indipendentemente dal rumore che fanno, visto che la campagna è il loro ambiente? Del resto, i miei costruirono casa qui proprio per stare in campagna e avere animali e ora devo stare soggetto ai capricci di chi va ad abitare in campagna ma non vuole sentire i rumori della campagna stessa (sorvolando sul fatto che la sua stanza da letto è stata costruita abusivamente senza rispettare i confini). Mi sembra un po’ strano che le norme si riferiscano genericamente a qualsiasi zona abitata e creino questi problemi a chi vive in zone agricole. E se decidessi per esigenza di aprire partita Iva per ricavare un introito da quell’allevamento, ampliandolo secondo lo spazio disponibile, avrei un ostacolo non solo ai miei bisogni affettivi (visto che il pollaio in campagna è un ricordo di mio nonno), ma anche economici? Come posso sapere in quali casi prevale il diritto di tenere animali e in quali la pretesa di un vicino che non li vuole, prima che si creino conflitti più accesi di una semplice richiesta? Perché in principio è giusto che i propri comportamenti non danneggino gli altri, ma in questi casi non mi sembra scontato che le richieste siano giuste.

  3. A proposito, esistono mica dei ricoveri notturni isolati acusticamente? Sarebbe un tentativo che farei volentieri per venire incontro alle pretese dei vicini, anche se non risolverebbe il rumore diurno. Col fai da te sarebbe un problema e sarebbe ottimo trovarne uno già costruito!

    • Salve, isolati acusticamente no, anche perché gli animali all’interno devo cmq avere ricircolo d’aria; bisognerebbe però capire come mai il gallo canta anche di notte… se lo fa significa che c’è qualcosa che lo infastidisce, forse delle luci che filtrano, rumori, altri animali… Tolta la causa che lo infastidisce dovrebbe smettere (o cmq cantare molto meno). Un cordiale saluto.

  4. salve vorrei sapere.il mio vicino possiede una 20-30 oche nno so il numero preciso, ma durante la giornata quando incominciano il loro verso è insopportabile non c’è orario può essere anche le 6 di mattina, libere nel loro giardino..non se ne pò più.vorrei sapere se possono farlo oppure…

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